Bersagliati dai combattivi cortei il governo socialdemocratico e la Ue imperialista Sciopero generale in Grecia contro il piano di lacrime e sangue Il vertice straordinario di Bruxelles del 7 maggio dei 16 leader dei paesi dell'Eurozona ha approvato gli aiuti a favore del governo di Atene stanziando 110 miliardi di euro in tre anni, di cui 80 a carico dei paesi che hanno adottato l'euro e 30 a carico del Fondo monetario internazionale (Fmi). Una decisione che unita al successivo varo della supermanovra a sostegno dei paesi dell'Eurozona, per parare altri possibili colpi e evitare il propagarsi del rischio bancarotta a altri paesi, ha fatto schizzare in alto gli indici di borsa. Almeno momentaneamente. Banche private e statali che detengono i titoli di paesi a rischio come Portogallo, Spagna e Irlanda possono al momento tirare un sospiro di sollievo; hanno un paravento. Non lo hanno i lavoratori e le masse popolari greche colpiti dalla manovra di lacrime e sangue decisa dal governo Papandreou, su indicazione dell'Unione europea e del Fmi, per ottenere il prestito e sono tornati di nuovo in piazza a manifestare. Allo sciopero dei lavoratori pubblici del 4 maggio ha fatto seguito lo sciopero generale del 5 maggio che ha paralizzato tutta la Grecia e ha visto sfilare imponenti cortei nella capitale e in altre città fra le quali Salonicco e Patrasso. Molte decine di migliaia di manifestanti erano presenti nei due principali cortei sfilati per le strade di Atene. Manifestazioni partecipate e combattive piene di striscioni, cartelli e bandiere, animate da cori che denunciavano il governo socialdemocratico e equiparavano al fascismo la tutela posta sulla penisola balcanica dal prestito dell'Unione europea e del Fmi. Uno striscione blu riportava il cerchio di stelle dell'Unione europea ma con una forma a croce uncinata. La testa del corteo raggiungeva piazza Syntagma, mentre la coda era ancora ferma alla partenza davanti al Politecnico, e premeva davanti la sede del parlamento gridando "ladri, ladri!" e "bruciamo il parlamento-bordello", fronteggiando lo schieramento di centinaia di agenti in assetto antisommossa. La polizia caricava con lacrimogeni e manganelli ma i manifestanti mantenevano l'assedio a poche decine di metri dal palazzo. Le manifestazioni si ripetevano il 6 maggio con migliaia di dimostranti che assediavano la sede del parlamento mentre era in corso il dibattito e l'approvazione della manovra governativa. Un programma che distrugge lo stato sociale, liquida i principali diritti dei lavoratori con l'abolizione dei contratti nazionali e del sistema pubblico delle pensioni e peggiora il livello di vita delle masse popolari: dal blocco degli aumenti salariali fino al 2014 all'abolizione della tredicesima e della quattordicesima per i dipendenti pubblici, all'aumento dell'Iva e dell'età pensionabile. Un progetto contro il quale le principali organizzazioni sindacali hanno indetto un nuovo sciopero generale che dovrebbe tenersi in occasione della presentazione in parlamento del testo di legge sulla controriforma delle pensioni. 12 maggio 2010 |