Contro la superstangata di Monti Lavoratori, pensionati e studenti in piazza I metalmeccanici FIOM, e non solo, hanno scioperato per 8 ore, invece di 3 ore come CGIL, CISL, UIL e UGL. Al presidio di Bari, Vinci improvvisa un comizio applaudito da molti presenti Il PMLI diffonde il documento contro il governo della grande finanza, dell'Ue e della macelleria sociale Probabilmente domenica pomeriggio, prima di salire a Palazzo Chigi convocati dal presidente del consiglio Mario Monti, i segretari di CISL e UIL, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, che dopo 6 anni erano stati costretti anche loro a proclamare in extremis lo sciopero generale (solo di 3 ore e a fine turno) insieme alla CGIL di Susanna Camusso contro la devastante manovra del governo, forti della loro vocazione concertativa e filogovernativa, già contavano sulla revoca dello sciopero del 12 dicembre. Tuttavia nelle due ore di incontro coi tre segretari generali di CGIL, CISL e UIL col segretario generale dell'UGL, Centrella, Monti non ha lasciato un minimo spiraglio alla possibilità di modificare la manovra "all'insegna di maggiore equità". "Solo generici impegni, siamo di fronte a una sostanziale conferma dell'impianto della manovra" ha dichiarato Susanna Camusso dopo l'incontro. Quindi, anche a Bonanni e Angeletti, non è restato che confermare lo sciopero generale unitario. E sciopero generale è stato, con adesioni, secondo fonti sindacali, ovunque alte. Uno sciopero a cui ha dato ancor più forza e visibilità il fatto che i metalmeccanici della FIOM (e non solo), hanno deciso di anticipare al 12 dicembre lo sciopero di 8 ore che era stato proclamato per il 16 dicembre. Anche se, c'è da dire che da parte di CISL e UIL ed anche della CGIL, con le modalità caotiche con cui è stato organizzato lo sciopero, a partire dal fatto che fosse solo di tre ore a fine turno, si è voluto scientemente dare all'iniziativa di lotta un basso profilo e impedire alla classe operaia e ai lavoratori di dare sfogo nelle piazze alla loro rabbia contro la superstangata del governo. Insomma i sindacati collaborazionisti si sono guardati bene dall'indire uno sciopero generale nazionale di 8 ore e soprattutto hanno temuto la piazza e non hanno organizzato una grande manifestazione a Roma fin sotto a Palazzo Chigi per far valere le sacrosante ragioni delle masse popolari e dei lavoratori contro il governo della grande finanza, dell'UE e della macelleria sociale. E tuttavia le speranze dei sindacati collaborazionisti sono in molte città fallite. A migliaia i lavoratori, i pensionati e gli studenti sono scesi in piazza, animando i cortei (dove si sono tenuti), e i molti presidi davanti alle prefetture dei capoluoghi di provincia. Dove ne ha avuto la possibilità il PMLI è stato presente, con le proprie insegne, con i cartelli e diffondendo il documento contro il governo della grande finanza, dell'UE e della macelleria sociale. Delegazioni di marxisti-leninisti erano presenti alle manifestazioni di Catania, Bari, Napoli, Caserta, Empoli, Firenze, Modena, Ravenna, Forlì, Varese e le cui cronache rimandiamo agli articoli a parte. Una delle manifestazioni più partecipate si è svolta a Brescia, dove ben 10 mila lavoratori hanno preso parte al corteo indetto dalla sola CGIL (mentre CISL e UIL hanno scioperato le ultime tre ore) e dove la Camera del Lavoro, scegliendo di stare al fianco della FIOM (che scioperava anche contro la politica industriale della Fiat) aveva indetto 8 ore di sciopero. Anche a Bologna, lo sciopero è stato di 8 ore provocando sia il disappunto di Susanna Camusso, che la scelta di CISL e UIL di non scendere in piazza insieme alla CGIL. Nel capoluogo di regione, qualche migliaio di lavoratori e pensionati, nonostante la pioggia battente, hanno colorato di rosso piazza Roosevelt (non si sono tenuti cortei) dove hanno tenuto comizi sindacali. Una situazione, quella di Bologna, che si è replicata a Reggio Emilia, Modena e Ferrara dove la CGIL ha ugualmente scioperato per 8 ore. A Reggio Emilia migliaia le lavoratrici e lavoratori, pensionati, studenti che fin dalle 9 di mattina, nonostante la pioggia battente, hanno dato vita a un corteo sulla via Emilia, passando davanti alla sede degli industriali e andare a riempire la piazza dei comizi di chiusura. Oltre seimila lavoratori hanno partecipato a un combattivo corteo a Cagliari. Contemporaneamente si sono svolti altri cinque presidi in tutta l'isola, a Sassari, Nuoro, Olbia, Oristano e Tortolì, mentre i lavoratori e i pensionati del Sulcis Iglesiente e Medio Campitano sono confluiti nel corteo cagliaritano, che da sotto la prefettura è arrivato sotto il palazzo della Rai. A Torino migliaia di lavoratori hanno partecipato al presidio unitario davanti la prefettura. Molto partecipato, nonostante la pioggia diffusa lo sciopero generale in tutta la Lombardia. 9 i presidi organizzati nelle diverse città (di cui 7 unitari e due dalla sola CGIL) al mattino, e 5 nel pomeriggio. A Milano, la CGIL ha scelto di manifestare da sola, la mattina, in piazza della Scala, perché nel pomeriggio si tenevano le celebrazioni della strage di piazza Fontana. Davanti alla Iveco di Suzzara (Mantova) hanno manifestato i meccanici alla presenza del segretario generale della FIOM Landini. Piena riuscita dello sciopero in Veneto, dove le delegazioni sindacali si sono fatte ricevere dai prefetti per far presente le gravi ricadute sociali dalla manovra, e in Trentino-Alto Adige. A Genova almeno duemila lavoratori sono scesi in piazza. La manifestazione partita dalla stazione di Principe ha poi raggiunto la prefettura. In piazza anche una folta rappresentanza degli studenti delle scuole superiori. Altri presidi si sono svolti davanti le prefetture dei capoluoghi di provincia In Toscana adesioni allo sciopero superiori al 75%. In tanti sotto la pioggia alle 15 manifestazioni organizzate unitariamente nei dieci capoluoghi di provincia più Empoli, Borgo San Lorenzo, Garfagnana, Versilia, Piombino. A Pisa si sono avuti momenti di tensione, quando la polizia ha impedito l'accesso alla piazza dove si teneva il presidio unitario, al corteo di FIOM, USB e Cobas. Riuscito lo sciopero anche in Umbria dove si sono tenuti due presidi partecipati sotto le prefetture di Perugia e Terni. Alta adesione allo sciopero e partecipazione diffusa alle manifestazioni indette davanti alle sedi delle prefetture nelle Marche, dove lo sciopero è stato di 4 ore. Ad Ancona, si è svolta doppia manifestazione. In piazza Roma si sono ritrovati circa 600 lavoratori per la manifestazione di CGIL, CISL e UIL, mentre i lavoratori FIOM e i lavoratori in cassa integrazione della Fincantieri hanno tenuto comizi davanti alla Banca d'Italia. A Roma in alcune migliaia si sono ritrovati in piazza Montecitorio per il presidio sindacale contro la manovra economica. Tra gli striscioni si leggeva: "Sì alla patrimoniale, sì ai tagli agli stipendi dei parlamentari e alle loro favolose pensioni", "I partiti e i sindacati hanno fallito! La democrazia diretta dei cittadini è un nostro diritto". È qui che fanno la passerella, i tre segretari generale di CGIL, CISL e UIL. Manifestazioni si sono svolte in tutta la Campania. Davanti a tutte le prefetture calabresi si sono svolti i presidi organizzati da CGIL, CISL e UIL. A Reggio Calabria un sit-in si è radunato davanti all'ufficio territoriale del governo. Iniziative anche a Vibo Valentia, Cosenza, Crotone e Catanzaro. Presidiati con "staffette" di tre ore durante tutta la giornata le prefetture dei 9 capoluoghi della Sicilia. In particolare a Messina la protesta contro la manovra è stata l'occasione per i lavoratori della Serirail per far sentire la propria voce: da sabato 10 dicembre è infatti divenuta operativa la cancellazione di tutti i treni FS che collegavano la Sicilia al nord Italia notturni e il licenziamento di tutto il personale dei treni di notte. 14 dicembre 2011 |