Sciopero della Valdera contro la "riforma" del lavoro: il vertice CGIL si rifiuta di partecipare alla protesta La Fiom in corteo blocca la Tosco-Romagnola in difesa dell'Art. 18 Cappellini (RSU Fiom Piaggio): "Evidentemente alla Cgil interessa difendere l'operato del governo e non gli interessi dei lavoratori" Allo sciopero di 4 ore del 7 maggio, indetto dalla Cgil in tutta l'area della Valdera (Pisa), contro la "riforma" del lavoro, hanno partecipato lavoratrici e lavoratori arrabbiati, agguerriti e combattivi per protestare contro le odiose e ingiuste misure economiche, fiscali, sociali e sul lavoro messe in campo dal governo del tecnocrate liberista borghese Monti; aspettavano proprio questa occasione per manifestare tutto il loro disaccordo alla controriforma che detta nuove regole cancellando fondamentali diritti dei lavoratori, a partire dall'articolo 18. Della stessa opinione non erano i dirigenti Cgil, a cominciare dal segretario provinciale, Gianfranco Francese che, fin dal concentramento, ha impedito agli operai della Fiom della Piaggio con lo striscione "l'articolo 18 non si tocca" di prendere la testa del corteo. "Volevamo che al centro della protesta ci fossero tutti i problemi che attualmente affliggono il mondo del lavoro", ha poi spiegato Francese. Certo è che la parola d'ordine "unitaria" scelta dalla Cgil "Contro la crisi, più salario, più pensioni, più diritti", agli operai Fiom è suonata troppo generica e depotenziante, vista l'importante posta in gioco, quasi più di copertura all'operato del governo e alla macelleria sociale in atto che in difesa dei lavoratori. La questione prettamente politica, e non tanto su chi dovesse guidare il corteo, su come impostare la lotta sindacale e cioè se contro il governo o a sostegno di esso, ha provocato una spaccatura. Francese, "per distinguersi" dalla protesta, ha deviato una parte di corteo dal percorso stabilito, fermandosi in piazza Cavour sotto il comune, dove hanno preso la parola, tra gli altri, anche il sindaco Simone Millozzi, tanto per rimarcarne il carattere istituzionale. L'altra parte del corteo, con la Fiom in testa, parte delle RSU della Piaggio, dei Cobas, Rete28Aprile e Centri sociali, ha oltrepassato la piazza al grido "L'articolo 18 non si tocca, lo difenderemo con la lotta", proseguendo fino alla statale Tosco Romagnola; qui è stato bloccato il traffico e esponenti della Fiom hanno improvvisato un comizio perché, ha denunciato Massimo Cappellini esponente della Rsu Piaggio in quota Fiom: "i responsabili della Cgil provinciale non ci avrebbero dato la parola per parlare ai lavoratori". E ancora: "Volevamo che il corteo fosse aperto dallo striscione 'L'articolo 18 non si tocca' ma evidentemente alla Cgil interessa difendere l'operato del governo e non gli interessi dei lavoratori. La questione è sui contenuti, non tanto su chi doveva guidare il corteo. E noi pensiamo che lo sciopero sia dei lavoratori e sono loro che devono dettarne i contenuti". Nel corteo della Fiom era chiaro il dissenso verso la linea riformista della Camusso. Su un cartello c'era scritto: "Camusso dove sono gli intoccabili 40 anni? E l'articolo 18? Noi operai siamo in piazza perché non abbiamo cambiato idea" e lanciati slogan del tipo: "Professori della Bocconi giù le mani dalle pensioni". 9 maggio 2012 |