Imposti dal nuovo Valletta Marchionne Sciopero spontaneo degli operai Fiat di Mirafiori contro i ritmi massacranti "Vi hanno aderito - informa la FIOM - tutti gli operai del montaggio, quelli più esposti all'intensificazione della prestazione lavorativa" "A forza di tirare - recita un vecchio detto popolare - la corda si rompe". È quello che è successo alla ex Meccaniche della Fiat di Mirafiori dove i lavoratori, il 27 aprile scorso, hanno scioperato. Uno sciopero spontaneo voluto fortemente dagli operai del montaggio contro i ritmi di lavoro massacranti imposti dal nuovo Valletta, Sergio Marchionne. Il primo da quando, nel dicembre scorso. anche nello stabilimento torinese, è stato imposto il modello autoritario e fascista di Pomigliano, che tra le altre cose, limita fortemente diritti e agibilità sindacali. Da tempo crescevano tra gli operai disagio e rabbia a seguito di sempre più intensi carichi e di lavoro e alle sempre più insistenti pressioni da parte di capi e capetti della Fiat volte a intensificare, sopra ogni ragionevole normalità, la prestazione lavorativa. Fino a che il limite della sopportazione è saltato e, in modo incomprimibile, senza temere le possibili ritorsioni dell'azienda, è scattata la protesta, prontamente coperta sindacalmente dalla FIOM con la proclamazione di un'ora di sciopero. Vi "hanno aderito praticamente tutti i lavoratori del montaggio - fa sapere la FIOM in un comunicato - che poi sono quelli più esposti all'intensificazione della prestazione lavorativa". Del resto "quando si preme troppo sull'acceleratore e si pretende ciò che non si può pretendere, i lavoratori - continua - si tutelano scioperando giustamente contro l'azienda, Questo dovrebbe far riflettere oltre che l'azienda, anche coloro (i sindacati complici di Marchionne, ndr) che hanno condiviso un'impostazione che i lavoratori non approvano per il semplice motivo che è dannosa per la loro salute". La FIOM condanna tutti quei comportamenti "della gerarchia aziendale che non sono rispettosi dei lavoratori e che mirano ad ottenere consenso con metodi che lasciano più di qualche perplessità". Non può certo finire qui. La coraggiosa protesta degli operai di Mirafiori deve andare avanti per ottenere una riduzione di questi ritmi di lavoro infernali e mettere fine alle indebite e antisindacali pressioni dei capi Fiat. L'auspicio è che questa battaglia sia appoggiata, oltre che dalla FIOM, anche dagli altri sindacati FIM e UILM. Ma essendo questi firmatari del contratto padronale Fiat c'è da dubitare che lo facciano. 9 maggio 2012 |