Contro la manovra di lacrime e sangue varata dal governo Papandreu Lo sciopero dei trasporti paralizza la Grecia La Grecia è rimasta nuovamente paralizzata per lo sciopero dei trasporti che il 22 e 23 dicembre ha visto un'alta partecipazione dei lavoratori e manifestazioni in particolare a Atene dove il corteo ha raggiunto la piazza del Parlamento denunciando "il governo della bancarotta" e ripetendo uno slogan risuonato più volte nelle piazze del paese negli ultimi mesi: "la crisi non deve essere pagata dai lavoratori". Nella due giorni di lotta indetta dalle organizzazioni sindacali si sono unite la vertenza dei lavoratori dei trasporti pubblici, che hanno scioperato per 24 ore contro la riforma del settore bloccando treni, metropolitana, tram, autobus urbani e suburbani, e le manifestazioni per lo sciopero generale di tre ore contro il piano di austerità contenuto nella Finanziaria 2011. La legge, che era in discussione in parlamento proprio il 22 dicembre, è stata corretta con maggiori tagli alle spese sociali e aumenti di tasse dal governo per far fronte a un "buco" di altri 6 miliardi di euro scovati dall'istituto europeo Eurostat in seguito alla revisione dei bilanci dello stato del 2009 e 2010. E a cui il premier socialista Giorgio Papandreu si è impegnato a far fronte per continuare a riscuotere gli aiuti finanziari che dovrebbero permettere alla Grecia di riportare il deficit sotto il 3% del prodotto interno lordo (pil) entro il 2013. Secondo la denuncia dei sindacati la legge non aiuterà la ripresa dell'economia e aumenterà una delle più alte disoccupazioni d'Europa. 5 gennaio 2011 |