Con la complicità dei vertici sindacali, del PRC e PdCI Scompare la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti Gli annunci governativi secondo cui il 40% del taglio di 5 punti del cuneo fiscale sarebbe andato a favore del lavoro dipendente si è rivelato un grande inganno. Infatti, nella legge finanziaria approvata dal consiglio dei ministri il 30 settembre scorso, è letteralmente scomparsa questa voce. Nel Capo VII dedicato alle "Misure a favore dello sviluppo" si parla solo del taglio da fare a beneficio delle imprese, sottoforma di riduzione dell'Irap e nient'altro. Per scoprire l'arcano bisogna andare a pagina 28 della Relazione previsionale e programmatica (che accompagna la Finanziaria) dove sta scritto che: "la riduzione del calcolo fiscale sui lavoratori viene realizzata nell'ambito di un più ampio intervento di riforma Irpef che interessa non solo i lavoratori dipendenti, ma tutti i contribuenti". Appena 15 giorni fa gli sgravi, derivanti dalla riduzione del cuneo fiscale sul "costo del lavoro", promessi ai lavoratori dipendenti ammontavano a circa 4 miliardi di euro. Poi, con la decisione di dividere il suddetto taglio in due tranche (la prima a febbraio e la seconda a luglio) questi sgravi sono stati ridotti a 1,92 miliardi (2,88 miliardi alle imprese). Poi si scopre che di questi sgravi non va nulla direttamente nelle buste paga e vengono riassorbiti interamente dalle modifiche Irpef e per coprire l'aumento della spesa per gli assegni familiari. Insomma questa cifra, oltretutto modesta, sarà spalmata su tutti i contribuenti, sotto i 40 mila euro di reddito annuo, viene precisato, e in particolare su quelli che hanno famiglia numerosa a carico. Saranno cioè dati anche ai lavoratori autonomi tra i quali è noto, ve ne sono molti che denunciano un reddito notevolmente al di sotto di quello che effettivamente realizzano; come i proprietari di ristoranti e di pizzerie, per fare un esempio tra i tanti, che mediamente hanno dichiarato un reddito poco più di 20 mila euro l'anno. A questo punto diventa davvero importante un'analisi precisa sulle conseguenze della modifica delle aliquote Irpef per capire a quanto ammonta questa tanta decantata redistribuzione del reddito a favore dei ceti più deboli e quanto è toccato ai lavoratori dipendenti. Anche perché non sembra vero che i benefici fiscali toccheranno a tutti sotto i 40 mila euro. Anzi, soprattutto per i single, per i coniugi ambedue con reddito da lavoro, per le famiglie con un solo figlio c'è il rischio che addirittura paghino più tasse. Dalle cifre fornite dal governo si evince intanto che il ridisegno delle aliquote Irpef porterà benefici complessivi (esclusi gli assegni familiari) di appena 500 milioni di euro. Una miseria! Il fatto è che questa operazione truffaldina Padoa Schioppa e Prodi l'hanno fatta con il consenso di tutti componenti del governo, quindi anche del PRC e del PdCI, e anche con il benestare delle segreterie confederali Cgil, Cisl e Uil. Costoro continuano ancora oggi a difendere questa scelta, pur lamentandosi della evaporazione del compenso a favore del lavoro dipendente. "La vera difficoltà - ha detto il segretario della Cgil Epifani - per il governo Prodi era reperire risorse a sufficienza per cominciare a operare una redistribuzione e per rilanciare lo sviluppo. In questa ottica - ha aggiunto - abbiamo accettato che le risorse del taglio del cuneo fiscale di cui avrebbero dovuto beneficiare i lavoratori fossero incorporate nel disegno delle aliquote Irpef". Il segretario della Uil, Luigi Angeletti, a suo modo conferma: "Temo che il governo abbia la tentazione di distribuire a pioggia il vantaggio del cuneo fiscale dei lavoratori dipendenti". Così "Il taglio dei due punti ai lavoratori dipendenti, il 40% di cui si era parlato, è completamente evaporato". Il PRC ha condiviso questo percorso. Lo conferma il capogruppo alla Camera, Gennaro Migliore, che dice: "per le imprese si è scelto di intervenire sull'Irap, mentre per i lavoratori abbiamo selezionato l'unica via possibile, quella di restituire il taglio grazie all'Irpef: non solo attraverso la rimodulazione delle aliquote ma soprattutto per via delle detrazioni e degli assegni familiari". Ma, a parte il segno familistico di questa impostazione, i conti non tornano per nulla! 11 ottobre 2006 |