Rapporto di Giovanni Scuderi alla seconda Sessione plenaria del 4° Comitato centrale
del PMLI
LA SITUAZIONE DEL
PARTITO E LA NOSTRA BATTAGLIA ELETTORALE ASTENSIONISTA
Ampi stralci del rapporto
presentato dal compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, alla seconda
Sessione plenaria del 4° CC del PMLI il 18 febbraio 2001.
Care compagne e cari compagni,
la situazione del nostro amato Partito migliora di giorno in giorno. Uno dietro l'altro,
in una catena ininterrotta, aumentano i militanti, i simpatizzanti, gli amici e gli
alleati del Partito. Nelle città dove la nostra presenza è più forte, costante e
qualificata e le contraddizioni e i conflitti di classe sono più avanzati, più grandi e
copiosi sono i frutti che si raccolgono. Non siamo ancora di fronte a un'esplosione
organizzativa e politica ma si avverte che sta maturando qualcosa di grosso.
Di certo una situazione di questo tipo non ha precedenti, nemmeno nei momenti in cui, per
un paio di volte, sembrava che il Partito stesse per spiccare il volo a livello nazionale.
Gelate e tradimenti e avvenimenti esterni al Partito, tra cui il riflusso e le manovre
politiche e organizzative dei revisionisti, dei neorevisionisti e dei trotzkisti, ci hanno
bloccato il volo, ma non sono riusciti a fiaccarci lo spirito e ad arrestare la nostra
Lunga Marcia politica, organizzativa e del proselitismo.
Ci siamo stretti più fortemente l'uno con l'altro, abbiamo decuplicato gli sforzi
personali e collettivi, ci siamo riorganizzati, abbiamo continuato instancabilmente la
semina, curato e protetto al massimo i nuovi germogli, migliorato e approfondito il lavoro
di radicamento nei luoghi di lavoro, di studio e di vita dove siamo presenti, rafforzato
il lavoro giornalistico, grazie alla generosità e alla totale disponibilità delle nostre
gloriose Penne rosse della Redazione centrale de "Il Bolscevico" guidata dal
compagno Achille Zanieri e delle Redazioni e dei Corrispondenti locali, e portato a
livelli superiori l'elaborazione ideologica, politica e programmatica, il cui ultimo
frutto è costituito dal potente Nuovo Programma d'azione del PMLI approvato ieri dal
Comitato centrale. Il 4° Congresso nazionale ha lanciato con forza e con chiara visione
strategica il PMLI nel Duemila.
Per tutto il lavoro che abbiamo svolto a livello nazionale e locale dal Congresso a oggi,
il nostro Partito conferma di essere un grande e forte Partito. Pur essendo tuttora sul
piano quantitativo un piccolissimo Partito, in questi 26 mesi che ci separano dall'ultimo
nostro incontro registriamo con gioia degli importanti e significativi successi in questo
campo che fanno intravedere una linea di tendenza verso lo sviluppo del Partito su scala
nazionale e il radicamento locale.
Attualmente siamo presenti con militanti in 18 città delle seguenti regioni: Sicilia,
Campania, Abruzzo, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. Attraverso simpatizzanti
attivi siamo presenti anche in Calabria, Lazio, Marche e Trentino Alto Adige.
Siamo ancora una piccola pattuglia di pionieri arditi ma abbiamo la forza, la volontà e
la capacità di realizzare l'epica impresa di dare al proletariato italiano un grande,
forte e radicato Partito capace di guidarlo di tappa in tappa verso la conquista del
potere politico e dell'Italia unita, rossa e socialista.
Tra tutte le nostre Organizzazioni Napoli costituisce il reparto più avanzato e il
modello di riferimento per tutto il Partito. Ma incalzano quelle di Forlì e di Firenze.
Napoli sotto la direzione del compagno Francesco Vigorito, ben coadiuvato dal compagno
Franco Di Matteo, Segretario della gloriosa Cellula "Vesuvio Rosso", è in testa
per lo studio e l'applicazione del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea
politica del Partito, per direzione e organizzazione, numero e qualità dei militanti, dei
simpatizzanti e di amici, per attività e iniziativa di propaganda e di diffusione de
"Il Bolscevico", per la qualità e la quantità di lavoro, per l'esperienza di
lavoro di massa realizzato in campo politico, sociale, dei disoccupati e studentesco, per
il lavoro giornalistico, per stile di lavoro, per l'esercizio della critica e
dell'autocritica per il coinvolgimento dei simpatizzanti e degli amici a tutti i livelli,
in primo luogo quello ideologico e politico, per le sottoscrizioni.
Da Napoli sono venuti degli importanti contributi al Nuovo Programma d'azione e alle Tre
cose fondamentali da tenere sempre a mente, in particolare su quest'ultimo tema è assai
notevole il contributo del compagno Enrico del Golfo, che già in precedenza aveva
regalato al Partito un prezioso studio sulla storia della sanità in Italia pubblicato a
puntate, con grande rilievo, su "Il Bolscevico". Tutto questo noi lo dobbiamo
soprattutto al compagno Francesco che da solo, non ancora diciottenne, ha avuto il
coraggio di alzare nella metropoli di Napoli, capitale morale del Sud, le bandiere dei
maestri e del PMLI e la capacità di creare una forte Organizzazione di Partito in
espansione.
Sugli stessi piani di Napoli si stanno muovendo le Organizzazioni di Forlì e di Firenze
dirette rispettivamente dal compagno Denis Branzanti e dalla compagna Antonella Casalini.
Firenze ha un gruppo dirigente, in stragrande maggioranza femminile, assai affiatato e
fortemente impegnato a migliorarsi e ad applicare in tutto e per tutto la linea del
Partito. Grazie alla compagna Antonella Casalini e agli altri dirigenti l'intera
Organizzazione del Partito a Firenze e in provincia ha innestato una marcia superiore e
sta realizzando delle esperienze di massa, di alleanze politiche e di formazione dei
militanti attraverso la scuola di Partito molto utili all'intero Partito.
La Cellula "G. Stalin" di Forlì è una grande bandiera rossa del PMLI in città
e in Emilia Romagna. Sta facendo delle cose eccezionali attraverso i suoi meravigliosi
membri e il suo massimo punto di forza che è rappresentato dal compagno Denis Branzanti.
Questo compagno sta operando come un grande stratega rosso per lo sviluppo del Partito non
solo a Forlì, dove ormai è imposto all'attenzione e al rispetto delle masse, da una
parte, e all'odio pubblico dei nemici di classe, dall'altra, ma in tutta l'Emilia Romagna.
Nonostante il poco tempo libero che ha a disposizione e la penuria di forze e di mezzi, il
compagno Denis sta compiendo un vero e proprio capolavoro politico che sicuramente darà
un apporto decisivo all'espansione del Partito nelle regioni centrali in mano ai rinnegati
del comunismo e sarà fonte di ispirazione per gli altri responsabili regionali del
Partito. Non c'è da dubitare che i compagni forlivesi, con tutto il loro ardore
giovanile, continueranno a farsi in quattro per aiutarlo in questa grande impresa, anche
se in primo luogo dovranno lavorare per colorare di rosso Forlì.
Tra queste tre Organizzazioni più avanzate e quelle più arretrate c'è la fascia delle
Organizzazioni che fanno del loro meglio per stare al passo col Partito, alcune di esse
soffrono per non poter fare di più date particolari situazioni oggettive e soggettive.
Due Cellule, una del Nord Ovest e l'altra del Sud sono purtroppo e con grande dispiacere
in coda al Partito. Entrambe non conducono una vita interna ed esterna regolare e sono
poco presenti su "Il Bolscevico". Anche se quella del Sud, composta da compagni
generosi e fedeli, di tanto in tanto prende delle buone ed esemplari iniziative, come
quelle di installare bacheche di Partito e de "Il Bolscevico" e dell'albero del
1° Maggio, e si impegna a fondo nelle campagne elettorali astensionistiche.
È uscita prepotentemente dalle posizioni di coda l'Organizzazione di Biella, che ha
ripreso da mesi i rapporti regolari col Centro e svolge un regolare lavoro di propaganda,
politico, organizzativo e giornalistico.
Forse se noi avessimo più personale, mezzi e tempo a disposizione per essere maggiormente
presenti, con un delegato, potremmo avere una migliore situazione nelle città in cui
operano le due Cellule che sono più indietro. Ma è probabile che la chiave del problema
l'abbiano in mano i compagni locali. Spetta a loro muoversi, anche se con piccolissimi
passi, ma giorno dopo giorno e non una volta tanto e senza un programma di lavoro e una
chiara strategia.
Dopo il 4° Congresso sono entrati nel Partito diversi nuovi militanti. I dati più
rilevanti sono costituiti dalla conquista di due operai, dopo tanti anni che non
riuscivamo ad attirare nel Partito i membri della classe operaia, e dal ritorno del
Partito in Sicilia, più precisamente in provincia di Catania. A Belpasso attraverso
l'operaio edile Francesco Campisi, di cui "Il Bolscevico" ha pubblicato due
interventi di straordinario valore, uno dei quali costituisce un'esemplare analisi
marxisti-leninista sull'agricoltura in Sicilia; ad Acireale, città in cui ritorniamo dopo
oltre 22 anni, attraverso lo studente universitario Antonio Tomarchio.
Entrambi questi compagni provengono dal PRC. Il primo ha avuto nel passato una grossa
esperienza sindacale nella Cgil, con incarichi anche direttivi. Il secondo è cofondatore
del Circolo del PRC di Acireale di cui è stato segretario fino alla vigilia dell'ingresso
nel PMLI. Egli è stato anche assessore per Rifondazione nel comune di Acireale e membro
della Federazione di Catania del PRC. Al compagno Tomarchio si è già affiancato, come
simpatizzante, uno studente universitario già membro del direttivo del Circolo del PRC di
Acireale. Questo nuovo compagno avrebbe voluto essere un membro del Partito, ma lo Statuto
del PMLI non lo consente perché egli è un credente, un cristiano di origine ebraica.
Per la Sicilia, per il Partito e per la causa del socialismo questa nuova situazione
costituisce un avvenimento molto importante, che richiede la massima attenzione e cura da
parte del Comitato centrale e in particolare del compagno Francesco Vigorito, come
responsabile del Partito per il Mezzogiorno.
Va ricordato che l'Organizzazione del Partito ad Acireale, città che è fra le fondatrici
del PMLI, nel periodo che va dal settembre 1975 all'ottobre 1978, prima cioè che fosse
spazzata via dalla reazione per la debolezza dei membri che la componevano, costituiva una
delle basi più forti ed attive del Partito e si è avvalsa degli interventi sul posto del
Segretario generale e dei compagni Mino Pasca, Emanuele Sala, Spartaco Barducci e Patrizia
Pierattini.
Col tradimento del ben noto imbroglione abbiamo rischiato di sparire da Reggio Calabria,
invece ci siamo ancora in qualche misura attraverso il coraggio e la generosità di
simpatizzanti che ci assicurano l'affissione dei manifesti astensionisti in occasione
delle campagne elettorali.
Come abbiamo visto, è tornato di nuovo di attualità il problema dei credenti che
chiedono di essere ammessi al Partito. Un fenomeno che è destinato a ripresentarsi
costantemente e ad allargarsi. Come dobbiamo allora comportarci in questi casi?
Una volta che abbiamo spiegato loro perché ciò non è possibile, sulla base dell'art.
12, comma 2, dello Statuto del Partito, li dobbiamo stringere al PMLI come simpatizzanti
attivi e trattarli in tutto e per tutto con i metodi e le misure stabiliti dal 4°
Congresso per questa categoria di simpatizzanti, che siano atei o credenti._La questione
della fede religiosa, per quanto riguarda i simpatizzanti credenti, deve essere
considerata secondaria rispetto alla militanza politica e organizzativa come simpatizzante
attivo del Partito. Noi non vogliamo necessariamente e pregiudizialmente ateizzare i
simpatizzanti credenti del Partito. La prima cosa che ci interessa è che essi siano dei
rivoluzionari e dei marxisti-leninisti, nell'accezione larga e convenzionale del termine,
coerenti e conseguenti riguardo la lotta di classe contro il capitalismo e per l'Italia
unita, rossa e socialista.
In avvenire, se matureranno le condizioni e se sarà necessario, potremmo anche creare
un'organizzazione nazionale dei credenti simpatizzanti del Partito e che quindi vogliono
il socialismo come noi. Potrà essere un'organizzazione pluriconfessionale o
monoconfessionale, secondo quello che decideranno i nostri simpatizzanti credenti delle
varie religioni con l'accordo del Partito.
Dopo il 4° Congresso diversi elementi provenienti per lo più dal PRC hanno chiesto e
ottenuto di entrare nel Partito, ma dopo un certo periodo si sono ritirati dal Partito
spontaneamente o perché consigliati dal Partito stesso. Alcuni di essi non si sono fatti
più sentire e vedere, altri invece continuano a mantenere certi rapporti col Partito,
fino al punto di richiedere al sindaco della loro città gli spazi sui tabelloni
elettorali per potere affiggere i manifesti astensionisti del PMLI.
Non è un fenomeno nuovo, anche nel passato ci sono stati casi simili. Ciò chiama in
causa la nostra politica verso gli espulsi e i radiati dal Partito e verso i ritirati
spontaneamente dal Partito e i considerati non idonei a essere membri del Partito. È bene
avere idee chiare in proposito e uniformare il nostro atteggiamento in proposito a livello
nazionale e locale.
Per quanto riguarda la categoria degli espulsi dal Partito verso di loro occorre avere la
massima severità e ripulsa. Vanno considerati dei rinnegati e dei traditori, dei nemici
che vanno messi al bando, per loro le porte del Partito devono essere chiuse per sempre.
Essi non debbono essere degnati nemmeno di uno sguardo anche se si rifanno vivi alle
nostre iniziative pubbliche e si collocano dietro alle nostre bandiere e lanciano le
nostre parole d'ordine durante le manifestazioni di massa. Solo se persisteranno nel tempo
ad affiancarsi a noi, daranno nei fatti prova di solidarietà verso il Partito, e previa
chiarificazione verbale e scritta del loro nuovo atteggiamento verso il Partito, potremmo
accettarli ufficialmente così come facciamo con gli altri elementi non di Partito che si
accostano a noi.
Per quanto riguarda la categoria dei radiati vale, in generale e in maniera leggermente
più morbida, quanto detto per gli espulsi. Solo che i radiati possono essere riammessi
nel Partito, qualora lo richiedano e si pentano degli errori commessi e facciano
l'autocritica scritta.
Noi dobbiamo saper distinguere i radiati tra quelli che consideriamo irrecuperabili e
quelli che sono suscettibili di essere recuperati. Gli irrecuperabili li dobbiamo tenere
lontano, i recuperabili dobbiamo utilizzarli per quello che possono dare al Partito come
simpatizzanti o amici.
Per quanto riguarda la categoria dei ritirati o dei non idonei, va visto caso per caso il
nostro atteggiamento. Dipende dalle cause e dalle motivazioni del ritiro o della
inidoneità. Dipende dal comportamento concreto del ritirato o del non idoneo. Se ci
lasciamo in amicizia e in concordia è un conto, un altro conto se ci lasciamo in
inimicizia e in discordia. Ma dipende anche da come si comporterà successivamente alla
separazione il ritirato o il non idoneo. A chi rimane simpatizzante o amico ponti d'oro, a
chi si schiera contro il Partito taglio di tutti i ponti.
L'influenza del Partito verso i dissenzienti e i delusi del PRC, del PdCI e del governo di
"centro sinistra" cresce a vista d'occhio. Man mano che il Partito è
conosciuto, spessissimo attraverso il nostro sito Internet, un'iniziativa azzeccatissima e
ottimamente realizzata dalla Commissione di stampa e propaganda e personalmente dal
compagno Mino Pasca, si moltiplicano i contatti col Centro.
Sappiamo che altri contatti di persona o per posta ordinaria o elettronica avvengono in
città dove siamo presenti, come per esempio a Napoli, ma anche a Forlì e Firenze.
Il moltiplicarsi di questi contatti segna una situazione nuova e promettente per il
Partito.
È un fatto incontrovertibile che il numero degli amici del Partito a livello nazionale,
in parallelo a quanto sta avvenendo a livello locale in genere, è in continua crescita.
Alcuni siti internet hanno messo spontaneamente un link verso il sito del PMLI. Lo stesso
ha fatto un motore di ricerca di area PRC. In questi ultimi giorni un sito dedicato ai
gruppi e ai movimenti del '68-'77 ha aperto una bella e intelligente sezione intestata
OCBI-ML/PMLI. Una radio bolognese ci ha chiesto la cassetta su Mao e il volume "Mao e
la lotta del PMLI per il socialismo" per recensirli nel suo sito internet in
prepazione. Recentemente abbiamo iniziato un rapporto politico con un gruppo antifascista
e antirazzista di Verona su iniziativa di quest'ultimo. Un rapporto politico-commerciale
si è aperto con una libreria gestita da un collettivo palermitano.
Sono ancora piccoli segnali, ma che preannunciano che in certi ambienti cominciano a
cadere i pregiudizi e i catenacci verso il PMLI.
Nei nostri rapporti internazionali gli eventi più importanti da segnalare sono tre: il
rafforzamento dei legami con il PC(m-l) di Panama, l'invito del PC del Nepal (UML) al
Seminario internazionale sul socialismo nel XXI Secolo, la visita a Firenze di un
rappresentante del Partito comunista d'India (marxista-leninista) - Comitato centrale
provvisorio - Per una nuova democrazia.
Inoltre vanno segnalati due inviti da parte di organizzazioni di massa promosse dal PC
delle Filippine. Si tratta degli inviti al Congresso di fondazione dell'Associazione
nazionale degli avvocati del popolo e alla prima Assemblea internazionale della Lega
internazionale di lotta popolare.
Conformemente alla nostra linea riguardo le nostre relazioni internazionali e alle
iniziative promosse dai Partiti comunisti marxisti-leninisti che si svolgono in altre
nazioni, noi non abbiamo partecipato a nessuna delle tre suddette iniziative. Abbiamo
però inviato dei messaggi.
Al momento non possiamo che concentrarci e utilizzare tutte le nostre energie e risorse
per lo sviluppo nazionale del Partito, ritenendo che questo attualmente è il contributo
più grande che noi possiamo dare ai partiti che si rifanno alla nostra stessa ideologia e
lottano per il socialismo e contro l'imperialismo.
Attendiamo di conoscere gli atti del seminario internazionale sul socialismo nel XXI
Secolo, al quale sono stati invitati e vi hanno partecipato anche il PRC e il PdCI, per
poterli esaminare e valutare.
I grossi cinque ostacoli che rallentano e rendono difficoltoso lo sviluppo del Partito, in
particolare quello economico che diventa sempre più pesante e che ci impedisce di
affrontare nelle migliori condizioni gli altri ostacoli, permangono tuttora, ma oggi il
Partito è più forte e più attrezzato, ha maggiori possibilità e capacità per
aggredirli e abbatterli uno per uno.
Il radicamento e lo sviluppo nazionale del Partito da una parte, la caduta delle illusioni
sul governo di "centro sinistra", l'autosmascheramento del PRC e del PdCI, le
crescenti miseria, disoccupazione, sfruttamento e oppressione delle masse operaie,
lavoratrici e popolari e la mancanza di prospettive per i giovani, da un'altra parte, ci
aiuteranno a sgomberare la nostra strada verso il socialismo.
Il tempo tende al bello, ma la strada è ancora in salita. La strada della lotta di classe
e della rivoluzione è fatta di salite, discese, pianure e poi ancora salite, discese e
pianure e così fino al comunismo. Non è mai un'autostrada tutta in pianura e senza
alcuna difficoltà. Di difficoltà ce ne saranno sempre persino nel comunismo, anche se di
tipo diverso rispetto al socialismo e, ancor più, al capitalismo.
Tutti i tratti della nostra strada verso il socialismo sono duri e presentano delle
difficoltà, a volte più difficili a volte più facili, ma quelli in salita sono i più
difficili in senso assoluto e richiedono maggiori sforzi e una volontà di acciaio. Solo i
più forti arrivano alla vetta e possono godere il meraviglioso panorama che si presenta
davanti ai loro occhi.
Alla fine dell'attuale salita vorremmo trovarci tutti quanti assieme per festeggiare lo
spettacolo che vedremo: la conclusione vittoriosa del primo Grande balzo sul piano
organizzativo e del proselitismo. Questo Comitato centrale, il 4° della storia del PMLI,
potrebbe essere quello che lo realizzerà purché applichi con maggior determinazione e
preparazione la fulminante linea del Partito, e i fondatori del Partito e le militanti e i
militanti più anziani sappiano trasmettere alle nuove generazioni di dirigenti e di
militanti lo spirito, la semplicità, la modestia, l'amore verso il proletariato, le masse
e la causa dei primi pionieri e l'immenso patrimonio ideologico, politico, programmatico e
organizzativo del PMLI.
Come hanno confermato gli alti e profondi interventi di ieri sul Nuovo Programma d'azione
del PMLI, questo Comitato centrale dimostra di avere le qualità, l'esperienza, la
preparazione e la determinazione necessarie per guidare il Partito negli sforzi che stiamo
compiendo sui fronti sindacali, giovanile e giornalistico, che consideriamo attualmente
prioritari e che vanno rafforzati per far avanzare più speditamente la colossale opera
della costruzione di un grande, forte e radicato Partito.
Questo Comitato centrale costituisce una grande forza, una guida sicura, una fonte di
ispirazione per tutto il Partito per la sua profonda unità ideologica, politica,
organizzativa e pratica. Unità che non è un dono che cade dall'alto e un dato acquisito
pacificamente e una volta per tutte ma che si realizza attraverso un lavoro comune, il
confronto aperto, leale, sincero e dialettico delle varie posizioni e un processo costante
di critiche e autocritiche.
È nell'ordine delle cose ed inevitabile che sorgano delle contraddizioni in seno al
Comitato centrale. Ciò avviene in particolare man mano che si sviluppa il Partito, che si
allarga il gruppo dirigente, che si affrontano problemi nuovi e controversi, che si devono
prendere delle importanti decisioni politiche e programmatiche, che si acuiscono le
contraddizioni di classe e i conflitti di classe nella società.
Non è quindi un caso che due contraddizioni sono esplose nel Comitato centrale durante la
guerra dei Balcani. La prima contraddizione è stata superata di slancio, dato che il
compagno che aveva criticato il documento dell'Ufficio politico del 25 marzo 1999 ha
riconosciuto immediatamente e lealmente l'errore commesso e si è seriamente
autocriticato.
Diversamente le cose sono andate con il piccolo Trotzki, Omar Minniti, il quale,
smascherato dalle argomentazioni dell'Ufficio politico, è passato ad attaccare la linea
complessiva e l'esistenza stessa del Partito. Di conseguenza, questo individuo a doppia
faccia, è stato espulso dal PMLI.
Abbiamo così potuto fare una nuova esperienza per quanto riguarda le critiche fatte in
buona fede e quelle strumentali tese a mettere in difficoltà il Partito e a rovesciarne
la linea e la direzione proletarie rivoluzionarie e marxiste-leniniste.
Attraverso le critiche e le conseguenti lotte di linea che dalla fondazione del Partito ci
sono state, l'Ufficio politico e il Comitato centrale si sono fatte le ossa e sulla base
di queste esperienze sono oggi in grado di affrontare battaglie di linea ancor più
importanti del passato e che inevitabilmente arriveranno. Alziamo quindi la vigilanza
rivoluzionaria e stiamo pronti a tarpare le ali a chiunque tentasse di mettere in
discussione l'immenso patrimonio teorico, politico e programmatico del Partito del
proletariato, della riscossa e della vittoria, il nostro amato Partito.
Care compagne e cari compagni,
siamo ormai in campagna elettorale. In primavera si svolgeranno le elezioni politiche alle
quali probabilmente saranno abbinate le elezioni amministrative di quasi 1.300 comuni, tra
cui le città di Milano, Napoli e Roma, e di alcune province. Dobbiamo cogliere questa
occasione che in qualche modo richiama l'attenzione politica delle masse per assestare
colpi durissimi alla seconda repubblica che ha restaurato il fascismo.
Anche se ciò ci costerà tanti altri sacrifici e l'impiego di preziose risorse umane,
materiali ed economiche, dobbiamo impegnarci al massimo affinché la voce del Partito
giunga in quanti più posti è possibile.
Dobbiamo approfittare del caos e dello sbando in cui si trova la "sinistra"
borghese, inclusa Rifondazione, per far chiarezza tra le masse democratiche, antifasciste
e progressiste, in particolare tra i settori anticapitalisti.
Le parole d'ordine elettorali, che l'Ufficio politico vi propone di ratificare, devono
essere le bandiere di combattimento del Partito per la battaglia elettorale astensionista.
Esse sono: Il socialismo non passa dal parlamento. Battere la seconda repubblica
capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista e tutti i suoi partiti, per
l'Italia unita, rossa e socialista. Astieniti (non votare, vota nullo o bianco).
Ciò richiede che i nostri interventi orali e scritti si incentrino su 4 punti: 1) La
denuncia delle condizioni di vita e di lavoro delle masse; 2) La denuncia dell'opera
nefasta del governo di "centro sinistra"; 3) L'illustrazione della nostra
proposta del socialismo, dell'astensionismo e dei Comitati popolari; 4) L'illustrazione
della piattaforma rivendicativa del Nuovo Programma d'azione del PMLI.
Noi dobbiamo far di tutto per avere più contatti possibili con le masse studiando e
realizzando adeguate iniziative. Una volta assicurata l'affissione dei manifesti
elettorali astensionisti, che è il minimo indispensabile e la cosa fondamentale, in base
alle forze che dispone, alle possibilità concrete che ha e alle circostanze, ogni Cellula
deve programmare altre iniziative che possono essere: comizi, dibattiti, banchini,
giornali parlati, ecc. In ogni caso occorre ovunque formare una o più squadre di
propaganda dell'astensionismo marxista-leninista, in modo da coinvolgere, anche
politicamente e non solo praticamente, i simpatizzanti e gli amici del Partito che
intendono affiancarsi in questa battaglia.
Se le masse non hanno ancora il coraggio di venire da noi, alle nostre iniziative
pubbliche elettorali, dobbiamo andare noi verso di esse. E le masse, quelle potenzialmente
più vicine a noi, in campagna elettorale si trovano e si incontrano nei comizi e nei
dibattiti dei partiti della "sinistra" borghese, specialmente del PRC, del PdCI
ed anche dei DS.
In queste circostanze dobbiamo valutare quale iniziativa è più opportuno prendere:
intervenire nei dibattiti? fare dei volantinaggi nelle vie che conducono ai raduni?
Nelle polemiche e negli scontri che inevitabilmente ci saranno con i partiti della
"sinistra" borghese non dobbiamo assumere un atteggiamento difensivo ma di
attacco, pur evitando di cadere nella provocazione. Abbiamo dalla nostra parte i fatti
concreti: la guerra imperialista alla Serbia, lo smantellamento della prima Repubblica e
l'instaurazione dalla seconda repubblica, la soppressione dello "Stato sociale",
la svendita e la privatizzazione del patrimonio pubblico, il peggioramento delle
condizioni delle masse, il sottosviluppo del Mezzogiorno, la disoccupazione, la
cancellazione dei diritti sindacali, a cominciare dal lavoro stabile, dalla pensione
pubblica e dalla contingenza, e così via.
Per quanto riguarda Rifondazione va accusata di aver tenuto in piedi per due anni il
governo Prodi e di aver consentito all'Italia di entrare nell'Euro, di essere al governo
assieme al "centro sinistra" in migliaia di comuni e in tante province e
regioni, di regalare alle prossime elezioni ben 45 deputati al "centro
sinistra", di calunniare e attaccare l'esperienza storica del socialismo e Stalin, di
tentare di convincere il proletariato che non è necessario prendere il potere politico.
Se i partiti della "sinistra" borghese ci dicono, come ci diranno, che noi
facciamo il gioco della destra e di Berlusconi e che sottraiamo voti al "centro
sinistra" e a Rifondazione, dobbiamo rispondere che sono loro che fanno la stessa
politica di Berlusconi e della destra borghese e che sottraggono voti a noi e al
socialismo.
Non sarà una battaglia facile, ma noi la dobbiamo combattere fino in fondo, sicuri non
solo di essere nel giusto ma di trovare nuovi consensi e appoggi nelle masse più
coscienti e avanzate.
Questa nostra nuova battaglia elettorale astensionista sicuramente aprirà gli occhi a
tanti che come noi aspirano a un mondo nuovo e li incoraggerà a unirsi sotto le rosse
bandiere dei maestri e del Partito.
Il nostro ultimo pensiero, pieno di ammirazione, riconoscenza e gratitudine, va ai nostri
gloriosi e valorosi militanti di base e ai simpatizzanti attivi che porteranno nelle
piazze le nostre chiarificatrici parole d'ordine elettorali astensioniste. Questo nostro
pensiero va in particolare alle compagne alle quali in anticipo facciamo gli auguri per
l'8 Marzo, giornata internazionale delle donne. Grazie, compagne e compagni, che
l'astensionismo trionfi ancora una volta per delegittimare la seconda repubblica di
Berlusconi, Rutelli e Bertinotti per dare più forza e più consensi al PMLI e al
socialismo.
La battaglia è aperta, viva la battaglia!
Coi maestri e il PMLI vinceremo!
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