Dobbiamo porre alle studentesse e agli studenti la questione del governo della scuola e dell'Università Questo governo sta facendo troppo male al Paese, anche alla scuola e alla università che vuole totalmente privatizzare, aziendalizzare e rendere funzionali alle nuove necessità dell'imperialismo italiano. Le studentesse e gli studenti però gli hanno dato una risposta di massa fulminante: l'istruzione pubblica non si tocca! E hanno messo in piedi un grande movimento che gode dell'appoggio e del coinvolgimento dei genitori, dei docenti, dei ricercatori, dei dottorandi e degli altri lavoratori dell'istruzione, nonché di larghissima parte del movimento sindacale. La nuova ondata di lotte studentesche, come quelle del '68, del '77, dell'85, del '90 e del 2001, dimostra che quando i governi fanno un passo pesante per privatizzare l'Istruzione e per colpire il diritto allo studio, esplode immediatamente la rivolta delle masse studentesche. È quanto è accaduto con la legge 133 di Tremonti e la legge Gelmini sull'Università. L'attuale movimento studentesco, per la piattaforma che ha elaborato e per come si muove dimostra di avere una notevole maturità e capacità politiche e organizzative e il fiato lungo. Può farcela, e noi l'appoggiamo con tutte le nostre forze. Gli sfugge però il problema chiave, che è quello del governo della scuola e dell'università. Spetta alle studentesse e agli studenti marxisti-leninisti porre questa questione, approfittando del fatto che negli atenei è in atto una discussione sull'autoriforma universitaria. È la condizione ideale per poter presentare la nostra proposta dell'università governata dalle studentesse e dagli studenti. Lo dobbiamo fare spiegandone dialetticamente la necessità, la funzione e gli scopi, nonché il metodo per realizzarla. Come è noto, la nostra antica proposta, ispirata all'esperienza del movimento studentesco del '68, è quella di sostituire gli attuali "organi collegiali" di governo con nuovi organi di governo in cui le studentesse e gli studenti siano la maggioranza e dispongano di poteri vincolanti. Ne devono far parte i rappresentanti del personale docente e non docente, come minoranza, e tutti i membri devono essere eletti dalle rispettive Assemblee generali, fondate sul principio della democrazia diretta, che potranno revocarli in qualsiasi momento. Dato l'attuale rapporto di forza a noi sfavorevole, non sarà possibile nell'immediato ottenere dei risultati concreti, ma intanto mettiamo una "pulce nell'orecchio", aiutiamo le masse studentesche a elevare la loro coscienza politica e facciamo una buona esperienza politica. Comunque vada, le nostre studentesse e i nostri studenti, che ringraziamo di cuore per quanto stanno facendo, debbono continuare a battersi in prima linea per il successo della piattaforma e degli obiettivi del movimento studentesco. (Dal Rapporto di Giovanni Scuderi a nome dell'Ufficio politico al 5° Congresso nazionale del PMLI, 6-8 dicembre 2008, volume ad hoc, pagg. 26-27) Concentrarsi sul movimento operaio e sindacale e sul movimento studentesco Il 5° Congresso nazionale del PMLI ha aperto una nuova fase della vita del Partito, quella del suo sviluppo nazionale e del radicamento locale e nazionale. Questa nuova fase richiede il massimo impegno individuale e collettivo sui piani ideologico, politico, organizzativo e giornalistico; il massimo rispetto dello Statuto del Partito con particolare riferimento al centralismo democratico, alle procedure e alle regole interne del Partito; il massimo sforzo per applicare correttamente e intelligentemente sul piano tattico il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea proletaria rivoluzionaria del Partito nel proprio ambiente di lavoro, di studio e di vita; il massimo della concentrazione sul movimento operaio e sindacale e sul movimento studentesco. Il fronte operaio e sindacale e il fronte studentesco sono i fronti principali sui quali dobbiamo concentrare attualmente i nostri sforzi per dare al Partito un corpo da Gigante Rosso, per sviluppare la lotta di classe contro la classe dominante borghese, il governo del neoduce Berlusconi, la terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista, i falsi partiti comunisti, per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse, per marciare concretamente e più speditamente verso l'Italia unita, rossa e socialista. Lavorando su questi fondamentali fronti con perseveranza, con le idee tattiche, strategiche e programmatiche chiare e ben definite dal Congresso e applicando i tre elementi chiave e le 4 indicazioni, riusciremo a coinvolgere, e attirare a noi, anche le masse femminili, essenziali per lo sviluppo della lotta di classe e del PMLI. In ciò contiamo soprattutto sui nostri operai, lavoratori e studenti di ambo i sessi che devono divenire dei leader sindacali e studenteschi. Le officine, le fabbriche e ogni altro luogo di lavoro, le scuole e le università devono essere i principali ambienti del nostro lavoro di massa, nel tempo devono diventare delle fortezze del Partito in cui dobbiamo essere presenti con delle Cellule, soprattutto nei luoghi di lavoro. (Dal discorso di chiusura del 5° Congresso nazionale del PMLI pronunciato da Giovanni Scuderi l'8 dicembre 2008, volume ad hoc, pagg. 45-46) |