Lo "scudo" antimissile di Obama ha gli stessi obiettivi di quello di Bush Esso è basato sul dislocamento di navi Usa nel Mediterraneo e nel Mare del Nord e di missili in basi terrestri in diversi paesi, a partire dalla Polonia e dalla Repubblica Ceca "Ho ordinato una revisione complessiva del sistema di difesa in Europa che dovrà rispondere alle minacce missilistiche", affermava il presidente americano Barack Obama lo scorso 16 settembre, annunciando ufficialmente l'abbandono di quel progetto di "scudo" antimissile Usa voluto dal suo predecessore George Bush e che avrebbe avuto le sue basi in Polonia e Repubblica Ceca. "Il nuovo approccio sarà più flessibile, più efficace e più efficiente dal punto di vista dei costi, più forte, più intelligente e più rapido" sfruttando nuove armi messe a punto dall'industria della difesa americana, aggiungeva Obama. E il suo segretario alla Difesa, Robert Gates, lo stesso di Bush, precisava che "abbiamo l'opportunità di utilizzare nuovi sensori e intercettori nel nord e nel sud Europa che in breve tempo possono provvedere a una copertura di difesa missilistica contro le minacce più immediate dall'Iran e da altri Paesi". "Il nuovo sistema di difesa missilistico risponderà meglio alla minaccia posta dall'Iran", ripeteva Obama confermando che il suo "scudo" antimissile ha gli stessi obiettivi di quello di Bush. Con poche varianti: non nascerà sulla base di accordi diretti con alcuni paesi Nato ma sarà integrato nel sistema di "difesa" dell'Alleanza atlantica e potrà contare sulle flotte navali Usa dislocate nel Mediterraneo e nel Mare del Nord. La conferma del progetto è venuta dal viaggio a fine ottobre del vicepresidente americano Joe Biden a Varsavia e Praga per "rassicurare" il primo ministro polacco Tusk e il primo ministro ceco Fischer sul coivolgimento dei loro paesi anche nel nuovo sistema. Lo "scudo" di Obama si basa sui sensori radar e sui missili intercettori a medio raggio SM-3 di cui saranno dotate entro il 2011 alcune navi americane delle flotte del Mediterraneo e del Mare del Nord; prevede che una versione degli stessi missili sarà installata nel 2015 nelle basi terrestri in diversi paesi, compresi Polonia e Repubblica Ceca. Secondo quanto dichiarato da Biden già in questo mese di novembre una squadra di esperti americani arriverà a Praga per discutere sulla realizzazione del nuovo sistema antimissile. Da Mosca finora non sono arrivati commenti. C'è invece la recente conferma che anche l'Italia ne è coinvolta, come lo era con lo scudo di Bush su decisione nel 2007 dell'allora governo Prodi, e viene dal ministro della Difesa Ignazio La Russa: "il nuovo programma di difesa antimissile non è americano ma dell'intera Nato, l'Italia dunque è coinvolta a pieno titolo in tutto ciò che riguarda i missili". 4 novembre 2009 |