Col solo voto contrario di Lega e Rifondazione Il Senato nero approva la Costituzione dell'Unione europea imperialista Un lungo applauso "bipartisan" come era avvenuto lo scorso 25 gennaio alla Camera, salutato con soddisfazione dal presidente Marcello Pera, ha accolto il 6 aprile il risultato al Senato dell'approvazione della Costituzione dell'Unione europea imperialista. Con 217 voti a favore e 16 contrari l'aula ha sancito la definitiva ratifica della costituzione europea da parte dell'Italia. I voti contrari sono venuti dalla Lega e da Rifondazione, Francesco Cossiga e tre senatori della Cdl. L'avvenimento è passato quasi in sordina tra i commenti dei risultati delle elezioni regionali di tre giorni prima che però ne mettono in risalto un aspetto: i due poli impegnati nello scontro elettorale a mettere in evidenza le "differenze" tra i due schieramenti per carpire il voto degli elettori e assicurarsi le poltrone delle regioni si sono subito ritrovati uniti nell'approvazione della Costituzione europea. Nelle questioni di fondo che interessano i capitalisti e l'imperialismo italiani l'accordo "bipartisan" è assicurato. D'altra parte tra i "padri" della Costituzione sono annoverati Giuliano Amato e Gianfranco Fini. Dopo l'approvazione alla Camera il presidente del Consiglio Berlusconi aveva auspicato un rapido passaggio al Senato per far sì che l'Italia fosse "tra i grandi paesi d'Europa, all'avanguardia" e assicurato la definitiva approvazione "con una larghissima maggioranza" affinché l'imperialismo italiano fosse "ancora una volta primo in Europa". Così è stato, il Senato nero ha risposto all'appello anche se la ratifica della Costituzione è già avvenuta in Lituania, Ungheria, Slovenia e Spagna. L'Italia non è stato il primo paese a votare la ratifica, come auspicava Berlusconi il 29 ottobre dello scorso anno al momento della firma a Roma, con il parlamento impegnato con precedenza assoluta nel voto sulla "devolution" come aveva preteso la Lega. Che in aula ha votato contro e ha fatto approvare un ordine del giorno che impegna il governo "al rigoroso rispetto dei principi affermati dall'art. 29 della Costituzione che non riconosce modelli di famiglia diversi da quella monogamica eterosessuale e fondata sul matrimonio". Un altro ordine del giorno approvato dal Senato e presentato dall'Udc sostiene che in eventuali prossime modifiche della Carta sia inserito un riferimento alle cosiddette radici giudaico-cristiane dell'Europa. Non hanno avuto alcun dubbio e hanno approvato con entusiasmo la Costituzione dell'Europa imperialista i partiti dell'Ulivo. Il voto favorevole della federazione è stato espresso da Giuliano Amato, seguito da una raffica di interventi fra i quali ben 11 dei senatori della Quercia. L'applauso "bipartisan" ha chiuso il sipario della ratifica. 11 maggio 2005 |