Contro il taglio delle pensioni e la macelleria sociale Sesto sciopero generale in Grecia L'8 luglio la maggioranza socialista del parlamento greco ha definitivamente approvato la controriforma previdenziale che prevede un aumento dell'età pensionabile per tutti a 65 anni mentre chi ha 40 anni di contributi potrà smettere di lavorare se ha almeno 60 anni ma con un calcolo degli emolumenti che potrà essere ridotto fino al 48% del salario. Il governo del socialista Giorgio Papandreu prometteva che "si tratta dell'ultima misura" presa per rispettare gli accordi con l'Unione europea (Ue) e il Fondo monetario internazionale, uno dei provvedimenti necessari per poter disporre del fondo di salvataggio da 110 miliardi di euro stanziato in aiuto della Grecia arrivata a un passo dalla bancarotta. I lavoratori non hanno creduto alla promessa del governo, respingono la controriforma pensionistica e temono altre stangate nell'autunno prossimo, oltre a quelle già varate, che potrebbero essere richieste dalla Ue per tappare le falle del deficit pubblico e sono tornati di nuovo in piazza per il sesto sciopero generale indetto dalle tre principali organizzazioni sindacali. Mentre i deputati votavano la legge, il corteo dei manifestanti sfilava per il centro di Atene passando sotto il parlamento per ribadire il no alla macelleria sociale del governo Papandreu. Se la partecipazione ai cortei è stata minore rispetto agli scioperi precedenti, molto alte sono rimaste le percentuali di chi ha fatto sciopero sia nel settore pubblico che in quello privato. Il traffico aereo da e per la Grecia è rimasto bloccato per 4 ore mentre per tutta la giornata sono rimasti paralizzati i trasporti marittimi, ferroviari e urbani, chiusi ospedali, banche, tribunali, uffici pubblici, negozi e dogane. 14 luglio 2010 |