Un servizio utile per ridurre la tossicodipendenza e i suoi danni Sė alle "stanze del buco" Il ministro Ferrero (Prc) prima si dice favorevole poi fa marcia indietro. Il ministro Turco (Ds) boccia la sperimentazione e annuncia di voler mantenere in vita i punti salienti della legge fascista Fini-Giovanardi Legalizzare le droghe leggere e depenalizzare il consumo e il piccolo spaccio di droga. Potenziare i Sert "Nessuna contrarietà preconcetta alle stanze del buco, luoghi protetti dove potersi drogare sotto controllo medico, come forme di sperimentazione che vanno valutate", così ai primi di giugno il ministro per la solidarietà sociale Paolo Ferrero (Prc) aveva manifestato dai microfoni di Radio radicale la volontà di sperimentare anche in Italia la somministrazione controllata di sostanze stupefacenti. Ne era seguito un furibondo attacco congiunto degli esponenti della casa del fascio, delle gerarchie ecclesiastiche e dell'Unione, con Rosy Bindi, il ministro della salute Livia Turco (Ds) e lo stesso Romano Prodi che lo costringevano a dichiarare ai mass-media di non essere in linea con la posizione del governo. Venendogli a mancare l'appoggio dei dirigenti del suo stesso partito il ministro aveva infine capitolato: "ho parlato a titolo personale", e la polemica si era chiusa lì. Ma cosa sono le "stanze del buco"? Innanzitutto va detto che la definizione, nella traduzione italiana, genera confusione tra le larghe masse popolari e incontra notevoli resistenze di alcuni addetti ai lavori perché dà l'immagine di un luogo chiuso e angusto in cui ci si buca, punto e basta. Occorrerebbe invece una grande campagna di informazione sui mass-media, nelle scuole e per le strade per spiegare più nel dettaglio qual è lo scopo delle sperimentazioni che si stanno diffondendo in tutta l'Europa. Scopi, modalità e prospettive Un'interpretazione limitata delle "stanze del buco", come quella proposta in Toscana e appoggiata dal ministro Ferrero, fa riferimento a luoghi sanitari protetti (shotting rooms, in inglese) dove i tossicodipendenti possono autoiniettarsi sostanze stupefacenti, acquistate per proprio conto, come avviene ad esempio nei parchi dell'Olanda, in alcune località della Svizzera e della Spagna. Lo scopo prioritario della sperimentazione è la prevenzione delle overdose, come quelle da scarsa conoscenza degli effetti della sostanza in soggetti alle prime armi o disassuefatti forzatamente in carcere o comunità, prevenire le conseguenze da "fuori vena", e tutte le gravi patologie connesse con lo scambio e il riutilizzo di siringhe non sterili, aiutare i tossicodipendenti ad aderire a un programma terapeutico. L'obiettivo è quello di offrire a coloro che assumono sostanze per via endovenosa la possibilità di farlo in un ambiente controllato sul piano sanitario, con strumenti sterili al fine di evitare di contrarre patologie quali l'Aids, l'epatite B e C e con la vicinanza di personale sanitario in grado di intervenire immediatamente di fronte ad un'eventuale overdose. Se l'eroina, come avviene a Zurigo, potesse essere acquistata dai tossicodipendenti anche in farmacia sotto presentazione di ricetta medica, o se fosse prontamente disponibile un laboratorio per analizzare il contenuto delle dosi acquistate dai pazienti al mercato nero, si potrebbero prevenire anche i tanti danni legati al "taglio" assassino delle sostanze. Un altro modo di intendere la "somministrazione controllata" di eroina, morfina e cocaina è connesso strettamente alla legalizzazione delle droghe pesanti, perché in tal caso sarebbero i servizi statali, Sert, unità di strada, o comunità terapeutiche, a proporla a gruppi di pazienti ben selezionati (situazioni di tossicodipendenza legate a povertà e sofferenze di vita estreme, presenza di una irrefrenabile e compulsiva agomania, pazienti giovani in quella fase detta "luna di miele", fallimento di altri trattamenti sostitutivi in tossicodipendenti di lunga data). Nello scrupoloso rispetto del consenso informato e della privacy dei pazienti l'equipe multidisciplinare, con esperienza di Sert (Servizi per le tossicodipendenze) e di Pronto soccorso, adeguatamente e specificatamente formata per questo progetto, avrebbe il compito di proporre caso per caso il tipo di terapia più idoneo: mantenimento, scalaggio controllato, passaggio graduale ad altre terapie. In questo caso la praticabilità del servizio passa per la disponibilità di eroina, morfina e cocaina da parte delle strutture socio-sanitarie preposte e dal personale che vi opera, che dovrebbero somministrarle ovviamente a titolo totalmente gratuito. In tutti i casi va previsto, anche volendo mettere dei criteri molto restrittivi per l'accesso a questo tipo di servizio, che non sarebbero affatto pochi i "candidati" e ciò significa che bisogna immediatamente aprire nuovi Sert, almeno uno-due per quartiere nelle città, potenziare l'organico dei Sert esistenti che attualmente sopravvivono a stento con un rapporto medici/infermieri e utenza a dir poco scandaloso e dei Pronto soccorso con nuove assunzioni, cancellare il blocco del turn over, assumere stabilmente i giovani "volontari" o quelli in eterna "formazione" che attualmente vagano nei Sert, soprattutto aspiranti assistenti sociali e psicologi. In caso contrario, basterebbe un incidente di media o grave entità nelle strutture preposte alla somministrazione di stupefacenti per ritrovarsi addosso tutto il peso della propaganda mediatica dei clerico-fascisti. In ogni caso, in attesa che si proceda senza preconcetti a queste sperimentazioni, una cosa può essere fatta subito, e generalizzata: la distribuzione di siringhe sterili e profilattici da parte dei Sert, in particolar modo a soggetti sieropositivi, affetti da Aids conclamato, da epatite virale B, C o da altre malattie veneree. Attualmente questo importantissimo servizio è delegato solo alle "unità di strada", a Napoli ad esempio ce n'è solo una nei pressi della Stazione centrale, presente per poche ore alla settimana! D'altro canto il potenziamento dei Sert non esclude la somministrazione controllata di eroina, cocaina, ecc., come affermano autorevoli esponenti del Pdci e del Prc che non hanno avuto il coraggio di schierarsi apertamente perché, per quanto i Sert bene attrezzati e con personale adeguato possano far diminuire l'incidenza della tossicodipendenza da droghe pesanti, è impensabile che riescano, stante l'attuale barbaro sistema economico capitalistico, a far sparire il fenomeno, in secondo luogo perché la somministrazione controllata di eroina e cocaina potrebbe avvenire come abbiamo detto nelle stanze dei Sert stessi. Va tenuto conto comunque che con la devoluzione federalista delle competenze in tema di legislazione, organizzazione e gestione sanitaria potrebbe verificarsi che nelle regioni con una rete di servizi non certo adeguati ma almeno degni di tal nome, come ad esempio la Toscana o l'Emilia-Romagna, il progetto possa andare avanti e raggiungere dei risultati positivi, mentre resti totalmente inapplicato nelle regioni dove la sanità pubblica è allo sfascio e versa in condizioni da Terzo mondo. La situazione è così drammatica che molte comunità terapeutiche del Centro-Nord stanno rifiutando i pazienti provenienti dai Sert del Sud, perché le Regioni, come la Campania alle prese con spaventosi deficit finanziari, non possono più pagare per i "viaggi della speranza". Abbandonare le illusioni sul governo Prodi Mentre il carcere e strutture simil-carcere sono diventati dei grandi lager statali per "tossici" e "migranti", c'è poco da illudersi sulla politica che perseguirà il governo Prodi, visto che ha già annunciato altri spaventosi tagli alla spesa sociale, visto che nel programma elettorale aveva promesso di cancellare la legge fascista Fini-Giovanardi sulla droga, e adesso, per bocca della rinnegata Turco, parla entro fine anno di "sterilizzare gli effetti negativi della legge Fini-Giovanardi tramite un paio di modifiche alle tabelle che innalzino la soglia di hashish per la detenzione personale", quando sarebbe invece oltremodo necessario procedere a liberalizzare il consumo di droga leggera e depenalizzare il consumo e il piccolo spaccio di droga pesante, anche per spuntare gli artigli alle holding della mafia, della camorra, della 'ndrangheta e della sacra corona unita. Con il governo Prodi va ingaggiata quindi una battaglia di massa non solo per seppellire la mostruose leggi proibizioniste vigenti ma anche per la difesa e il potenziamento del Servizio sanitario nazionale (Ssn), per abrogare le controriforme Amato-De Lorenzo ('92), Bindi ('99) e Turco (2000) che hanno praticamente affossato lo "Stato sociale", la sanità e l'"assistenza sociale" in Italia. Molti dei servizi sociali sono stati infatti affidati ai privati convenzionati e al Terzo settore, che storna fiumi di risorse pubbliche e fanno largo utilizzo di manodopera volontaria o sottopagata, rigorosamente precaria e priva di diritti sindacali. Tanto che oggi è un miracolo che un paziente iscritto ad un Sert ottenga un sostegno economico o l'inserimento lavorativo, mentre ancora molte "comunità" si rifiutano di accogliere pazienti in cura con farmaci sostitutivi come il metadone e la buprenorfina! 12 luglio 2006 |