Sicilia e Calabria travolte da frane e inondazioni Ancora morti e distruzioni. Deraglia il treno Lamezia-Catanzaro Con Genova, la Liguria e la Toscana ancora distrutte dal fango delle alluvioni di qualche settimana fa è toccato di nuovo alla Sicilia e alla Calabria. Lo scenario ormai è quello di un territorio, quello italiano, da Sud a Nord, reso un colabrodo dalla selvaggia speculazione edilizia che ha come conseguenze gravi lutti, danni economici e disagi per la popolazione. Sono stati tre i morti il 22 novembre nella provincia di Messina a causa della frana che ha investito la frazione Scarcelli nel paese di Saponara: Luigi Valla, 55enne operaio e sindacalista della Fiom delle acciaierie "Dufeyrdofin" di Milazzo e il figlio Beppe Valla di 25 anni. Morto anche il piccolo Luca Vinci di 10 anni. Tutti seppelliti dalla frana che ha investito l'abitato del paese di Saponara. Morto un uomo in Calabria, in provincia di Catanzaro, per il crollo di un muro di contenimento. È stata invece trovata viva a Saponara una ragazza di 24 anni, che inizialmente era stata contata tra le vittime. La giovane e un'altra donna sono state salvate mentre si trovavano dentro un'abitazione sommerse dal fango fino al collo. Grande la rabbia degli abitanti di Saponara che sono stati completamente abbandonati per ore alla propria sorte dalle autorità senza acqua e cibo e hanno dovuto prestare da soli i primi soccorsi e scavare per giorni nel fango. Il ritardo dei soccorsi "di Stato" è uno degli aspetti dei quali si sta occupando l'inchiesta della Procura di Messina. Diverse le segnalazioni di mancati interventi, come quella proveniente da Migliardo, la frazione a monte di Barcellona evacuata giovedì sera, dove una trentina di famiglie a rischio sono rimaste isolate e senza alcuna notizia per due giorni. I reati ipotizzati dalla Procura di Messina sono quelli di disastro colposo e omicidio colposo. Appena due settimane fa i magistrati messinesi avevano notificato 18 avvisi di conclusione indagini ad amministratori, tecnici e dirigenti in merito all'inchiesta sull'alluvione in provincia di Messina del primo ottobre 2009 in cui morirono 37 persone. Al contrario, centinaia i volontari, che, tuttavia, non sono stati dotati di mezzi adeguati per portare aiuto alla popolazione "C'era una pala ogni 10 volontari", hanno denunciato gli abitanti di Saponara. Il sindaco di Saponara, Nicola Venuto, eletto nel 2007 con una lista civica ha incredibilmente affermato: ''Non era una zona ritenuta a rischio quella in cui ieri si è verificata la tragedia'', evidentemente ha una pessima conoscenza delle condizioni del territorio del comune dal lui amministrato. Intanto, dopo e solo dopo la tragedia si è affrettato a firmare l'ordinanza di evacuazione delle case vicine alla frana del 22 novembre. Sono quasi mille le persone sfollate nei comuni della provincia di Messina, colpiti dal maltempo, di cui più di 500 a Saponara. Gravemente colpita anche la cittadina di Barcellona Pozzo di Gotto, dove il torrente intombato Longano è esondato proprio davanti al municipio di Barcellona. Un fiume di fango e detriti si è prima riversato in Via Roma e nelle strade del centro per poi allargarsi a macchia d'olio nel centro cittadino, trascinando con sé tutto quello che incontrava e inondando i piani bassi delle abitazioni, i negozi e i garage. I danni del maltempo hanno colpito anche la Calabria, una delle regioni a maggior rischio idrogeologico. In provincia di Catanzaro, oltre la morte di un uomo, si è sfiorata la strage. Il treno regionale partito da Lamezia Terme e diretto a Catanzaro Lido, appena supera un ponte, di circa 30 metri d'altezza, è deragliato. Subito dopo il ponte è crollato. Secondo alcune ricostruzioni è stato proprio il crollo del ponte a causare lo spostamento dei binari e il deragliamento del treno. Sarebbero bastati pochi metri è il regionale sarebbe finito nel burrone. La condizione della linea ferroviaria nel Mezzogiorno è veramente al collasso. Anche la linea ferroviaria jonica tra Soverato e Crotone è stata interrotta per dei crolli. Non da meno le strade provinciali della Calabria dappertutto allegate e franate. Completamente assenti le istituzioni borghesi regionali e nazionali. Il colmo è stato che il capo della Protezione civile ha annunciato che il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha messo a disposizione 162 milioni di euro per l'emergenza nel messinese. Si tratta forse di quei 162 milioni di euro per le emergenze passate di Giampilieri e San Fratello, bloccati dalla legge Milleproroghe, e che adesso rispuntano all'improvviso? Ma non erano destinati alla ricostruzione dopo l'alluvione che devastò alcuni comuni del messinese nel 2009? E sui 300 comuni a rischio nella sola Sicilia che diventano migliaia in tutto il Mezzogiorno quale intervento è previsto? Il ministro dell'Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare lancia la proposta di sfollare le zone limitrofe ai fiumi intombati, delocalizzando abitazioni e attività produttive in zone più sicure. Una sorta di intervento tanto pomposo quanto campato in aria, per il quale non esiste alcun piano, come nessun finanziamento. Sono necessari invece finanziamenti concreti e straordinari per il risanamento idrogeologico del territorio, per il rimboschimento, per la pulizia dei letti dei fiumi, per la cura degli argini e del sistema fognario, per la manutenzione di strade, autostrade e linee ferroviarie, soprattutto nel Mezzogiorno. Tutte cose immediatamente fattibili che potrebbero evitare per il futuro ingenti danni a persone e cose, come si ripete troppo spesso in Italia. 30 novembre 2011 |