27 Comuni al voto in 8 province In Sicilia l'astensionismo sale al 31,7% (+1,3) Il picco a San Biagio Platani (Agrigento) con il 55,1%. Percentuali molto alte a Vallelunga Pratameno (Caltanissetta) 40,4%; Falcone (Messina) 38,3; Lentini (Siracusa) 35,1%; Vittoria (Ragusa) 34%; Bagheria (Palermo) 31,5%. A Ragusa vince il PDL, ma si astiene il 31,2% degli elettori. Al ballottaggio 11 comuni, tra cui Bagheria, Lentini, Vittoria. Sonora batosta alla "sinistra" borghese che perde consensi ovunque I marxisti-leninisti siciliani devono conoscere bene la linea elettorale del PMLI per qualificare in senso anticapitalista l'enorme astensionismo di protesta nell'isola Dal nostro corrispondente della Sicilia Anche per una regione come la Sicilia, dove la disaffezione verso le istituzioni borghesi è un sentire molto diffuso tra le masse popolari e le cifre dell'astensionismo ormai da anni sono molto alte non è mai scontato un successo come quello raggiunto nella tornata elettorale del 29 e 30 maggio 2011, quando il dato complessivo (diserzione, bianche e nulle) dei 27 comuni al voto, ha raggiunto il 31,7%, con un aumento del 1,7% rispetto alle precedenti elezioni. Ben 125.890 dei 397.224 aventi diritto hanno scelto di disertare le urne, annullare la scheda o lasciarla in bianco. Non è un dato scontato anzitutto perché la pressione delle tante liste e delle centinaia di candidati è stata enorme, basti pensare che erano ben 102 gli aspiranti a sedere su una poltrona di neopodestà, insieme a migliaia di candidati presenti nelle liste. A questo va aggiunto il ricatto della disoccupazione, dell'emigrazione, la presenza della criminalità organizzata ecc. Se si analizza il voto particolare di alcuni comuni che abbiamo scelto in quanto significativi per vari motivi si comprende che l'astensionismo, pur contando ormai su un consistente "zoccolo duro", varia in base alle problematiche specifiche del territorio. In ogni caso, il suo andamento conferma il forte distacco delle masse popolari siciliane dalle istituzioni. Lo dimostra il caso di Capo D'Orlando, popoloso comune della provincia di Messina, dove si è registrato il record dell'incremento percentuale dell'astensionismo che è passato dall'11,2% al 26,1% (vedi tab.). Ben 1.956 elettori in più rispetto al 2006 hanno scelto di astenersi, con una scelta in maggioranza orientata verso la diserzione, dal momento che nel 2006 le schede bianche e nulle furono 187 e nel 2011 sono state solo qualche decina in più (236). L'area PD ha duramente scontato l'appoggio al mostruoso ibrido Salvatore Librizzi, perdendo 204 voti. Anche la base del PRC sembra essersi orientata verso la diserzione, non seguendo l'indicazione della segreteria provinciale e regionale che indicavano Salvatore Librizzi, espressione del PDL, come il candidato sul quale far confluire il voto di sinistra. Non a torto la base del PRC ha risposto picche, dal momento che nella lista Librizzi erano presenti Gaetano Sanfilippo e Dario Lipari, figliocci del deputato nazionale del PDL Nino Germanà. Al ballottaggio andranno lo stesso Salvatore Librizzi e Sindoni Roberto, sindaco uscente anch'esso espressione del "centro-destra", ma appoggiato da cinque liste civiche. Nella provincia astensionismo molto alto anche a Falcone: 38.3%. A Vallelunga Pratameno, in provincia di Caltanissetta l'astensionismo è la scelta del 40,4% degli elettori, con un incremento del 12,6%. E anche qui si dimostra che ci sono questioni specifiche e particolari a determinarne l'andamento. Il Comune del paese del boss Giuseppe "Piddu" Madonia, viene sciolto il 27 luglio 2009, a due anni dall'elezione avvenuta nel 2007, per condizionamento mafioso. A casa il sindaco Giuseppe Montesano. Come candidati sfidanti alla poltrona di neopodestà nel 2011, lo stesso Giuseppe Montesano e il suo ex-vicesindaco Giuseppe Piraino. Elezioni farsa, tanto che nella lista di Piraino, Montesano aveva inserito una sua nipote, alle quali non ha abboccato buona parte delle masse popolari del paese. Il record appartiene al comune di San Biagio Platani, in provincia di Agrigento, dove si sono astenuti il 55,1% degli aventi diritto, con un incremento del 4,8% rispetto alle consultazioni del 2006. Anche qui si tratta di una scelta pressoché orientata sulla diserzione, dal momento che nel 2011 le schede bianche e nulle sono 40, mentre nel 2006 erano 36. Eletto Filippo Bartolomeo, che con appena il 26,5% dei voti (calcolati sul numero degli aventi diritto) gestirà il comune nei prossimi 5 anni. Nella stessa provincia a Favara, si registra il 34% di astensionismo, con un incremento del 3% rispetto al 2007. Il sindaco uscente Domenico Russello (FLI) eletto con un'ampia coalizione di "centro-destra" non ha concluso il mandato, dimettendosi il 29 marzo alla chiusura delle indagini per il crollo di una fatiscente catapecchia nel centro storico della cittadina che provocò la morte delle due sorelline Marianna e Chiara Pia Bellavia, di 14 e 4 anni, il 23 gennaio del 2010: l'ipotesi di reato per l'ex-sindaco è di omicidio colposo. Hanno di certo pesato sull'aumento del già altissimo astensionismo i decennali problemi della popolosa cittadina, dal degrado del centro storico, alle discariche abusive, alla mancanza di lavoro, di acqua, di servizi essenziali. Perdono consensi sia il PDL nell'ordine di quasi 1.700 voti che il PD nell'ordine di alcune centinaia, nonostante nella sua lista dei bersaniani fossero candidati esponenti di PRC e SEL. Vanno al ballottaggio Rosario Manganella ex-PD e attualmente MPA, appoggiato da una coalizione che va da Forza Sud di Micciché, al PDL e Carmelo Vitello del FLI. Al ballottaggio c'è chi ipotizza una migrazione dei voti PD sul candidato finiano. Nella stessa provincia, a Porto Empedocle, prova generale di quella ammucchiata elettorale teorizzata dal PD siciliano. Il sindaco uscente, Calogero Firetto, UDC, è eletto al primo turno, grazie ad una maxicoalizione, che ha visto il PD scendere in campo insieme a UDC, FLI, MPA, Forza del Sud. Evidentemente, intorno ad alcune scelte antipopolari di Firetto, nello specifico quella a favore del rigassificatore che tanto ha fatto discutere negli ultimi mesi, si sono aggrumati una serie di interessi economici molto pesanti appoggiati da tutti i partiti. Nel grosso paese rimane pressoché intaccato lo zoccolo duro dell'astensionismo, che raggiunge il 30,2%, nonostante la martellante campagna pro Firetto gli abbia fatto perdere l'1,3% rispetto alle ultime comunali. L'unico paese della provincia di Catania in cui si è votato è stato Ramacca, dove l'astensionismo ha raggiunto il 28%, con un aumento dello 0,8%. Al ballottaggio il candidato del PD, Zappalà Francesco, e quello del MPA, Giampiero Musumeci. Anche qui, come nella generalità dei paesi in cui si è votato, in calo il PDL. Cresce l'astensionismo anche nell'unico capoluogo di provincia interessato alla consultazione, Ragusa, dove si conferma, il sindaco uscente Nello Dipasquale (PDL), sostenuto da PD e Forza del Sud, FLI e UDC, che ha battuto il suo diretto avversario, Sergio Guastella, sostenuto dal "centro-sinistra". Anche qui si registra un crollo del "centro-sinsitra". Il solo PD perde 3.050 voti rispetto alle comunali del 2006, in parte intercettati da SEL e IDV. La lista Donne per Ragusa a sinistra del PD, nata con lo scopo di intercettare i voti del PRC e del PDCI, nella sostanza si rivela un flop. In totale, mancano all'appello alle liste di "centro-sinistra" oltre 1.200 voti con buona probabilità confluiti in quei 1.488 astensionisti in più che si sono registrati in città. Il PDL è in calo di 3.247 voti, comunque intercettati dalle varie liste in campo tra cui il MPA di Lombardo, che conferma la sua capacità di presa clientelare nella Sicilia orientale e Forza Sud di Micciché. Straordinario il risultato dell'astensionismo a Vittoria, altro popoloso centro del ragusano e il più grande mercato ortofrutticolo del Centro-Sud, adesso in profonda crisi, senza che le amministrazioni siano intervenute per rilanciare l'agricoltura e l'industria agroalimentare del comprensorio. Nonostante gli 8 candidati a sindaco e le 23 liste il tasso di astensione aumenta dello 0,5% arrivando al 34%. Il sindaco uscente di "centro-sinistra", Giuseppe Nicosia, è costretto ad andare al ballottaggio con il pezzo da novanta Carmelo Incardona, deputato regionale del PDL-Sicilia. Il crollo del PD è evidentissimo, con oltre 3.500 voti andati perduti. Un discorso particolare merita la vicenda del candidato a sindaco Francesco Aiello, ritenuto uno storico leader "comunista" revisionista della città, presentatosi con una lista personale che ha raccolto 3.743 voti, in buona parte raccolti grazie al MPA, che lo appoggiava. La lista facente capo al presidente inquisito per mafia infatti decresce rispetto al 2006, caso più unico che raro in Sicilia. I voti che erano nel 2006 dal PRC e del PDCI mancano all'appello. Evidentemrente l'elettorato di sinistra non ha gradito la scelta di Aiello di affiancarsi al presidente inquisito per mafia. E tanto meno gradirà, ne siamo certi, l'apparentamento sotto banco di Aiello con l'ex-AN Carmelo Incardona. Grosso risultato anche a Lentini, in provincia di Siracusa, dove nonostante si siano sfidati ben 8 candidati a sindaco e 16 liste, l'astensionismo ha segnato un passo in avanti dello 0,4%, passando da 34,7% a 35,1%, anche se in questo caso l'aumento percentuale è dovuto alla diminuzione del corpo elettorale. Infatti il dato assoluto degli astenuti diminuisce di qualche decina rispetto al 2006. Il crollo vero in questo caso è quello del PD che perde 1.700 voti. La Federazione della sinistra ne perde, invece, alcune decine. È comunque il candidato di entrambe le liste, Mangiameli Alfio, che andrà a sfidare il candidato Sebastiano Neri, sostenuto da PDL e Forza Sud. Il secondo turno porrà probabilmente alla Federazione il problema degli apparentamenti più o meno espliciti con forze quali FLI ed MPA che si suppone faranno confluire i loro voti sul candidato PD. A Bagheria il maggior centro del Palermitano al voto, le sciagurate alleanze tra neofascisti, filomafiosi e piddini hanno tenuto il banco elettorale, determinando se non un aumento globale dell'astensionismo che in questo caso passa dal 32,8% al 31,5%, l'aumento dell'astensionismo di sinistra. La lista SEL-IDV che appoggiava Castronovo sindaco, certamente non ha intercettato tutti i voti che nel 2006 erano stati di PRC, IDV, Verdi. Ne mancano all'appello infatti oltre 300. Il PD ha dato buona mostra di sé, spaccandosi in due liste che appoggiavano l'una l'uscente Biagio Sciortino area "centro-sinsitra" e l'altra il candidato Vincenzo Lo Meo, ex-PDL, sul quale sono confluiti i voti di UDC e FLI. Sembrerebbe che al ballottaggio con Bartolomeo Di Salvo, candidato del PDL e Forza Sud i voti dei democratici confluiranno tutti su Lo Meo. Nella provincia di Trapani si è votato nel paese d Campobello di Mazara, dove l'astensionismo fa registrare un calo assoluto e percentuale, attestandosi comunque sulla percentuale del 31,9%, mentre nel 2006 era del 33,7%. Ciò è principalmente dovuto alla discesa in campo di ben sette candidati (nel 2006 erano tre). Al ballottaggio l'uscente Ciro Caravà, anche qui appoggiato da MPA, e PD e Daniele Vito Mangiaracina, Alleanza per la Sicilia e Sicilia vera. Anche qui il PD è in calo di oltre 200 voti a causa dell'alleanza con MPA. Ad una conclusione generale il PDL perde voti anche in Sicila, ma il "centro-destra" ancora può contare su una macchina clientelare ben oliata ed efficiente che moltiplica la sua forza per quanti nuovi partiti e liste facenti capo a questo o a quel sottosegretario o deputato nazionale o regionale sono scesi in campo. Si conferma in tutta la Sicilia in generale una certa presa delle liste con programmi falso meridionalisti, che rischiano di divenire un nuovo grave inganno per le masse popolari della regione. E in questo consolidarsi del "centro-destra" non sono passate inosservate agli elettori di sinistra siciliani le responsabilità del PD, che appoggiando il governo dell'inquisito per mafia Lombardo e alleandosi in diverse consultazioni locali col MPA, ha tentato di sdoganare il governatore come antimafioso consentendogli di rafforzarsi anche elettoralmente. Non ha abboccato a questo inganno buona parte della base del PD che ha sonoramente punito le scelte della dirigenza, orientando il voto su altre liste, se non addirittura sull'astensionismo. In parte se n'è beneficiata la SEL, che di fatto costituisce l'ennesimo inganno elettoralista anche per le masse siciliane. Ma la consistenza di questo partito andrà valutata nel tempo e siamo certi che anche le inconsistenti chiacchere dell'imbroglione Vendola saranno presto seppellite dal dilagare dell'astensionismo di protesta in Sicilia, come, di fatto, sta succedendo alla Federazione. L'aumento complessivo dell'astensionismo in Sicilia ha certamente le caratteristiche della forte protesta, come abbiamo potuto vedere andando a considerare le più significative realtà locali, contro il dilagare della disoccupazione, del malaffare, delle infiltrazioni mafiose nelle istituzioni, del degrado dei centri storici. Un aumento che in ogni caso pone fortemente la questione della delegittimazione delle istituzioni rappresentative borghesi anche in Sicilia. Di fatto, dal momento che l'astensionismo non scende mai al di sotto del 21% con picchi del 55%, i nuovi sindaci hanno una delega di una parte limitata della popolazione. Si apre una questione non da poco: neopodestà che rappresentano una minoranza assoluta gestiranno i comuni nei prossimi cinque anni. Il principio stesso della delega borghese ne esce fortemente svuotato. Se a questa considerazione si aggiunge quella che l'astensionismo è una tendenza inarrestabile, che le istituzioni locali sono in mano alla criminalità organizzata e non redimibili la conclusione è che urgono nuove forme rappresentative. Su questa urgenza i marxisti-leninisti siciliani devono inserirsi con la proposta elettorale del PMLI che va studiata e conosciuta alla perfezione, essendo un pilastro della linea politica del Partito. È un compito arduo combattere illusioni elettorali, governative e costituzionali, sempre più raffinate e invasive, con i limitati mezzi che abbiamo a disposizione ma bisogna insistere sulla tattica dell'astensionismo elettorale e sulla strategia delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, qualificando in senso anticapitalista l'astensionismo di protesta in Sicilia. 8 giugno 2011 |