Comunicato della Responsabile regionale del PMLI In Sicilia vince la diserzione dalle urne. Gli astensionisti di sinistra puniscono le alleanze trasversali Si sono conclusi in Sicilia i ballottaggi e l'astensionismo si conferma il primo "partito" con il 37,7% di diserzione dalle urne. Non abbiamo ancora i dati definitivi per sommare le tre forme dell'astensionismo (diserzione, schede annullate e lasciate in bianco) ma già ad una prima analisi parziale è evidente che la tornata elettorale si è contraddistinta per una protesta astensionista di straordinario valore qualitativo e quantitativo. La provincia di Agrigento, una delle più povere dell'isola, si conferma una delle più astensioniste. Nel capoluogo la diserzione dalle urne ha avuto un exploit notevole rispetto al primo turno. Ha disertato le urne il 38,5% dell'elettorato, con un incremento di 14,8 punti percentuali rispetto al primo turno. Il "centro-sinistra" non ha niente da festeggiare ad Agrigento. Il dato politico più importante dell'astensionismo di massa verificatosi in questo grande centro è che, in buona parte, esso riguarda l'elettorato di sinistra più cosciente ed informato, il quale ha protestato contro l'alleanza antipopolare, a favore del pupillo di Cuffaro, Marco Zambuto, tra pezzi del "centro-destra" e "centro-sinistra". I vertici regionali e nazionali del "centro-sinistra" almeno evitino di offendere l'intelligenza dei siciliani. È evidente anche ai sassi che ad Agrigento vince la destra che si insedia sulla poltrona di neopodestà e conquista anche la maggioranza assoluta del consiglio comunale, anche se l'ex-UDC Zambuto è stato sostenuto dalla "sinistra" borghese. Il ruolo politico del "centro-sinistra" si risolve nel mendicare qualche incarico istituzionale nella giunta o in consiglio, ma del resto è questo a cui miravano i prodiani. Ad Aragona ha disertato le urne il 55,4% dell'elettorato, certamente per protesta contro l'assenza delle istituzioni borghesi sui pressanti problemi delle masse popolari. Il dato di Aragona di per sé annulla il valore dell'elezione del candidato di "centro-sinistra" Alfonso Tedesco. In provincia di Caltanissetta ha disertato le urne il 38,2% degli aventi diritto. A San Cataldo ha disertato le urne il 43,7% degli elettori. Eletto il candidato della destra Giuseppe Forti, non convince l'elettorato di sinistra il candidato Giampiero Modaffari. A Niscemi ha disertato le urne il 33,8% degli aventi diritto, nonostante la candidata del "centro-destra" fosse l'assessore regionale all'Ambiente e al Territorio, Rossana Interlandi, candidata dell'MPA. Appare evidente qui la bocciatura delle politiche del governo Cuffaro. In provincia di Catania diserta le urne il 35,4% degli aventi diritto. A Paternò crolla l'affluenza alle urne, dall'82,4% del primo turno al 66,3%. Una sfida tutta interna al "centro-destra" vede la riconferma dell'uscente Giuseppe Failla di AN contro Luigi Condorelli, ex-AN, appoggiato anche dall'UDEUR. Nessuno dei candidati espressione del "centro-sinistra" è arrivato al ballottaggio. In un comune che ha visto recentemente una forte opposizione popolare contro l'ipotesi di impiantare un inceneritore nel suo territorio, quasi certamente il "centro-sinistra" ha scontato nelle urne le scelte antipopolari dei suoi vertici regionali e nazionali a favore del piano sui rifiuti imposto da Cuffaro. In provincia di Enna diserta le urne il 40% dell'elettorato. A Nicosia non si recano ai seggi 31,3% degli elettori con un incremento del 6,7% rispetto al primo turno. È eletto neopodestà il candidato del "centro-sinistra" con l'appoggio della destrosa "Italia di Mezzo". A Barrafranca diserta il 47,4% dell'elettorato con un incremento del 7,4% rispetto al primo turno. Eletto neopodestà il candidato dell'MPA Angelo Ferrigno appoggiato anche dall'UDEUR. In provincia di Messina si è votato a Lipari, dove ha disertato le urne il 38,2% degli elettori con un incremento del 7% rispetto al primo turno. Fallisce clamorosamente il patto tra "centro-destra" e "centro-sinistra" a favore del candidato dell'UDC Marco Giorgianni che non viene eletto sindaco. Su questo candidato erano confluiti i voti di Margherita e DS. In provincia di Palermo diserta le urne il 35,6% degli elettori, con un incremento dell'11,5% rispetto al primo turno. A Corleone diserta il 36,6% dell'elettorato, con un incremento del 6,6%. Anche qui il ballottaggio si è svolto tra esponenti di destra Nicolò Nicolosi, neopodestà uscente dell'UDC, e Antonio Iannazzo di AN. La scelta di Rifondazione di appoggiare l'uscente Nicolosi deve aver avuto un bel peso nella sconfitta di quest'ultimo, dal momento che l'ex-neopodestà ha perso per soli tre voti e la base di Rifondazione, che non aveva gradito l'apparentamento, si era espressa per l'astensione. In provincia di Ragusa si votava a Pozzallo, dove ha disertato le urne il 37,1% degli elettori con un incremento dell'11,5% rispetto al primo turno. Lo scontro, tutto interno al "centro-destra", ha visto prevalere il candidato dell'MPA Giuseppe Sulsenti contro Luigi Ammatuna candidato della Casa del fascio. Non vi sono stati apparentamenti ufficiali, ma circolano voci secondo cui il "centro-sinistra" avrebbe dato indicazione di voto a favore del candidato dell'MPA. In provincia di Siracusa si votava ad Avola, dove ha disertato le urne il 39,7% degli elettori, con un incremento del 19,1% rispetto al primo turno. Ennesimo scontro interno al "centro-destra" tra Antonio Barbagallo, candidato di Forza Italia, appoggiato anche da pezzi di UDC, DS e Margherita, e il candidato Albino di Giovanni, appoggiato da un altro pezzo dell'UDC e da AN ed MPA. Eletto neopodestà Barbagallo, ma di certo l'elettorato di sinistra non ha gradito l'apparentamento, facendo decollare la diserzione dalle urne. In provincia di Trapani ha disertato le urne il 35,1% dell'elettorato con un incremento del 12,8% rispetto al primo turno. A Marsala non si è presentato ai seggi il 39% degli aventi diritto, con un incremento del 15,8% rispetto al primo turno. L'elettorato di sinistra punisce il candidato del "centro-sinistra" Leo Giacalone che non è eletto sindaco, nonostante al ballottaggio avesse l'appoggio del movimento reazionario dell'MPA. Dai dati che abbiamo raccolto appare evidente che la diserzione dalle urne aumenta in tutta l'isola, ma cresce maggiormente in quei comuni come Avola, Barrafranca, Corleone, Lipari, Marsala, Nicosia dove si verificano le alleanze antipopolari tra destra e "sinistra" borghese. Il dilagare di queste alleanze non ha trovato argine in nessun partito del "centro-sinistra". Tutti vi hanno partecipato in varia misura. Persino uno dei miti sopravvalutati della "sinistra" borghese siciliana, Rita Borsellino, giustifica le alleanze trasversali agli schieramenti che hanno caratterizzato queste elezioni: "Sono scelte che i partiti possono fare solo nelle realtà territoriali. Non mi sento né di sostenerle né di contrappormi". La Borsellino sa bene che dire che i partiti possono fare quelle alleanze "solo" nelle realtà locali equivale a dire che è giusto farle. Del resto ormai non si può più nascondere che il "Patto per la Sicilia" prevede alleanze trasversali. I prodiani siciliani possono usare tutti i giri di parole che vogliono per tentare di coprire la sostanza di quanto è avvenuto. Le masse popolari hanno compreso lo stesso che stringere patti elettorali vuol dire sottoscrivere alleanze di progetto politico. E' questo il motivo per cui è decollata la diserzione dalle urne in Sicilia. La Responsabile del PMLI per la Sicilia Giovanna Vitrano Palermo, 29 maggio 2007 |