Lo vuole La Russa che ha chiesto il sostegno agli USA A Sigonella i sistemi Nato di sorveglianza e comunicazioni Ags e Muos Per obiettivo: il controllo del Medioriente Senza dare nessuna comunicazione al parlamento e in perfetta continuità con gli accordi presi dal precedente governo Prodi, il nuovo ministro della guerra Ignazio La Russa ha chiesto ufficialmente al segretario alla difesa Robert Gates il sostegno statunitense alla candidatura di Sigonella come base per l'installazione dei nuovi sistemi Nato di sorveglianza Ags (Alliance Ground Surveillance) e una delle stazioni terrestri del Muos (Mobile User Objective System) il nuovo sistema di comunicazioni della marina statunitense che dovrebbero divenire operative nel giro di pochi anni e che hanno come obiettivo il monitoraggio in tempo reale e il controllo aereo, navale e terrestre di tutta l'area strategica mediorientale. L'accordo iniziale per la creazione di questo sistema integrato di sorveglianza e comunicazioni fu sottoscritto dal secondo governo Berlusconi nel novembre 2002 e successivamente condiviso e portato avanti anche dal governo di "centro-sinistra". Italia, Usa, Francia, Germania, Olanda e Spagna hanno già costituito un "consorzio transatlantico" di industrie militari per quello che la Nato stessa definisce "uno dei più costosi programmi di acquisizione intrapresi dall'Alleanza" e che comporta una spesa di almeno 4 miliardi di euro. Del consorzio fa parte anche la Galileo Avionica che nel 2005 ha ricevuto un primo contratto per l'ammontare di 23 milioni di euro. Ulteriori impegni sono stati assunti per conto dell'Italia dal governo Prodi, durante la riunione dei direttori degli armamenti dei paesi Nato nell'ottobre 2006. L'Ags, secondo quel poco che è dato sapere è "un sistema integrato per la sorveglianza del terreno" in grado di fornire ai "pianificatori militari" importanti informazioni "prima e durante le operazioni Nato" in altri paesi. Si tratta dunque di un sistema finalizzato non alla difesa del territorio dell'Alleanza, ma al potenziamento della sua capacità offensiva "fuori area". Esso sarà "uno strumento chiave per rendere più incisiva la Forza di risposta della Nato (Nrf)" costituita nell'ottobre 2003 (durante il governo Berlusconi) e divenuta operativa nel giugno 2006 (durante il governo Prodi). Il sistema Ags permetterà alla Forza di risposta della Nato di avere un quadro dettagliato della dislocazione delle truppe nemiche, così da poterle colpire, e anche di "individuare e prendere di mira veicoli in movimento". Ciò sarà reso possibile da vari tipi di piattaforme aeree e stazioni di controllo terrestri. Le prime consisteranno in aerei-radar (Airbus A 321 modificati) e aerei senza pilota Block 40 Global Hawk della statunitense Northrop Grumman: questi, guidati a distanza, sono in grado di volare per 35 ore a oltre 18mila metri di quota, trasmettendo al comando i dati rilevati dai sensori. Le stazioni terrestri saranno sia fisse che mobili, ossia in grado di essere trasferite in lontani teatri bellici. Nel chiedere a Gates che il sistema Ags sia installato a Sigonella, il ministro La Russa ha detto che tale base è la più idonea sia "come efficienza, sia da ogni altro punto di vista". Non c'è dubbio: lo conferma il fatto che il Pentagono, finita la guerra fredda, l'ha ulteriormente potenziata. Come sottolinea il comando, l'importanza di tale base, "strategicamente collocata nel mezzo del Mediterraneo", è aumentata di pari passo con "i cambiamenti politici nelle regioni mediterranea e mediorientale". In tale quadro, nel 2005 è stato stabilito a Sigonella il Fleet and Industrial Supply Center (Fisc), il centro logistico delle forze navali del Comando europeo degli Stati uniti, la cui missione è "promuovere gli interessi statunitensi in Europa, Africa e Medio Oriente". Nel 2007 l'aeronautica Usa ha annunciato che intende dislocare a Sigonella almeno 5 Global Hawks. A questi si affiancheranno i "falchi globali" del sistema Ags, che permetteranno alla Nato di proiettare le proprie forze "per qualsiasi missione in qualsiasi parte del mondo". Sempre qui è stato installato il sistema di trasmissione Gbs, uno dei più importanti delle forze armate statunitensi, cui si aggiungerà appunto il Muos (Mobile User Objective System). Esso è formato da una costellazione di quattro satelliti geosincroni più uno di riserva che permetterà di collegare, con comunicazioni radio, video e trasmissione dati ad altissima frequenza, le portaerei e altre unità di superficie, i sottomarini, i cacciabombardieri, i missili balistici e da crociera, gli aerei senza pilota, i centri di intelligence, in qualsiasi parte del mondo si trovino, e di collegare le forze navali a quelle aeree e terrestri. Le stazioni terrestri del Muos saranno in tutto quattro: due in territorio statunitense, a Norfolk (Virginia) e nelle Hawaii, una in Australia e una nella base aeronavale Usa di Sigonella in Sicilia. A che punto sia il progetto lo apprendiamo non dal governo italiano, ma da quello australiano. Il ministro della Difesa Joel Fitzgibbon ha infatti annunciato in questi giorni che i lavori per la stazione australiana del Muos, situata a Geraldton nella parte occidentale del paese, inizieranno il prossimo luglio o al massimo ad agosto. La stazione sarà costituita da tre edifici con sofisticate attrezzature elettroniche, tre grandi parabole satellitari (18 metri di diametro) e altre due antenne. Ciò significa che contemporaneamente inizieranno anche i lavori per la costruzione della stazione Muos di Sigonella, finanziata dal Pentagono nel 2007 con 13 milioni di dollari. Quando tra il 2009 e il 2011 saranno lanciati i satelliti Muos, le quattro stazioni terrestri dovranno già essere operative. Tutto ciò sarà fatto tenendo all'oscuro l'opinione pubblica che ne dovrà subire le devastanti conseguenze in quanto il progetto viene sottratto a qualsiasi controllo sull'impatto ambientale che esiste ed è pericolosissimo. Primo fra tutti la possibilità che le fortissime emissioni elettromagnetiche inneschino la detonazione degli ordigni presenti nella base militare. Senza trascurare le conseguenze del fortissimo inquinamento elettromagnetico sulla popolazione dell'area circostante, dove già si verifica una incidenza di tumori, in particolare di leucemie infantili, più alta che in altre zone. Altro che "impegno a preservare la nostra pace e a difendere la nostra nazione e i suoi alleati" come sostengo gli alti comandi Nato. 9 luglio 2008 |