I sindacati crumiri confabulano con i padroni Fim, Uilm e Federmeccanica tentano l'accordo prima dello sciopero del 9 ottobre Rinaldini: "Siamo di fronte a un attacco alla Costituzione materiale del nostro paese" Con l'approssimarsi dello sciopero nazionale di otto ore indetto dalla Fiom per il 9 ottobre, con cinque manifestazioni interregionali, i sindacati crumiri e complici di governo e padronato, stanno affrettando i tempi per siglare con Federmeccanica un accordo separato per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici nell'incontro fissato per il 5 ottobre, ovvero appena qualche giorno prima la suddetta iniziativa di lotta con chiaro intento di sabotarla. Questa vigliaccata la si apprende direttamente dalle parole dei due segretari generali di Uil e Cisl. Secondo Luigi Angeletti, per le imprese non è un problema chiedere accordi sindacali senza la Cgil. E aggiunge: "Non credo che nessuno abbia mai pensato che fosse possibile un accordo con la Fiom". "Penso che ci siano le condizioni per fare un buon accordo... sarebbe la prima volta che un contratto si chiuda prima della scadenza, che è fissata al 31 dicembre". Chissà come mai. Non sarà perché le basi sulle quali si chiuderebbe l'accordo sono più favorevoli ai padroni? Dello stesso tenore la dichiarazione di Raffaele Bonanni. "Si può chiudere presto - dice - il contratto dei metalmeccanici, anche prima di fine anno". "Si può anche prima (lo sciopero del 9?, ndr) anzi prima si fa e meglio è. Quando sarà chiuso - aggiunge - sarà un segno di ulteriore importanza come già quello degli alimentaristi perché si afferma la cultura della partecipazione anziché quella dell'antagonismo". La risposta del segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, è contenuta in un'intervista radiofonica rilasciata il 30 settembre. "Quello che sta accadendo - ha detto - è che prosegue la trattativa sulla piattaforma presentata solo da due organizzazioni sindacali, peraltro minoritarie, per fare un accordo e quindi un contratto nazionale che verrebbe applicato a tutti i lavoratori". Un accordo "che addirittura prefigurerebbe l'impianto dei futuri contratti nazionali senza che i lavoratori e le lavoratrici metalmeccaniche abbiano mai votato e abbiano mai dato mandato a nessuno per firmare un nuovo contratto nazionale. Siamo di fronte - ha aggiunto - ad una situazione paradossale che dal punto di vista democratico è un attacco alla Costituzione materiale del nostro paese". Nella stessa intervista Rinaldini ricorda il motivo del dissenso tra Fiom da una parte e Fim e Uilm dall'altra. Queste ultime "hanno disdettato il contratto nazionale vigente che invece scade alla fine del 2011". Per quest'anno era previsto solo il rinnovo della parte economica. "Fim e Uil hanno fatto un'altra scelta applicando le regole concordate separatamente da Cisl e Uil e Confindustria, regole che di fatto programmano la riduzione del potere d'acquisto dei lavoratori nel contratto nazionale e riducono ruolo e funzione della contrattazione nazionale". Per superare questo dissenso la Fiom ha proposto di "sospendere per due anni l'applicazione delle regole concordate separatamente con Cisl e Uil, mettere al centro la situazione del settore industriale. Quindi il blocco dei licenziamenti, con l'estensione degli ammortizzatori sociali, come condizione per discutere anche processi di ristrutturazione e riconversione delle imprese, infine un accordo transitorio sulla parte economica che tenga conto delle richieste formulate dalla Fiom e dalle altre organizzazioni sindacali". 7 ottobre 2009 |