In provincia di Brescia. Perché i genitori non riescono a pagare la retta Il sindaco leghista toglie la mensa scolastica a 42 bambini Chi si illudeva che la vasta riprovazione suscitata dal caso accaduto recentemente a Montecchio Maggiore (Vicenza), 9 bambini messi a pane acqua perché i genitori non avevano pagato la mensa, inducesse gli altri neopodestà leghisti quantomeno a lasciare fuori almeno i bambini dalle loro campagne razziste e xenofobe deve ricredersi. Non sono passate che poche settimane dal caso del vicentino e un altro sindaco fascioleghista e razzista, Oscar Lancini, neopodestà di Adro, in provincia di Brescia, ha fatto addirittura di peggio. Senza alcun preavviso alle famiglie l'amministrazione comunale di Adro ha deciso che i figli delle famiglie in ritardo o in arretrato coi pagamenti della mensa scolastica dal giorno successivo non avrebbero più potuto usufrire del servizio. In questa condizione si sono trovati, dall'oggi al domani, 40 bambini delle elementari e delle medie di via del Lazzaretto, nella stragrande figli di migranti (ma non sono stati risparmiati bambini italiani). Bambini che secondo il diktat del sindaco, andavano "sbattuti" fuori dalla scuola durante l'orario della mensa ed essere riaccompagnati alle 14,10 per le lezioni del pomeriggio. Neppure pane e acqua come a Montecchio. Se i genitori fossero impossibilitati ad andarli a prendere e riportare perché al lavoro o se la mensa per legge è orario scolastico (art. 1 della legge 176/2007) a Lancini non importa un fico secco, non è un suo problema. Così come non ha alcuna intenzione di farsi carico o quantomeno andare incontro alle famiglie in difficoltà finanziarie già penalizzate dalla crisi economica e dalla perdita del lavoro, in principal modo quelle dei migranti, ma anche quelle degli italiani se non residenti nel suo "feudo". Ma che la guerra scatenata da Lancini contro i "morosi" della mensa principalmente sia stata solo il pretesto per l'ennesima campagna antimmigrati lo conferma il fatto che costui si era già distinto nel 2006 per aver messo una taglia di 500 euro su ogni "clandestino" arrestato dai vigili urbani, e perché ad Adro fa escludere sistematicamente i migranti extracomunitari dai bonus per le famiglie bisognose. Per di più il neopodestà leghista, appena ha appreso che la Caritas e lo Spi Cgil avrebbero portato cibo, frutta e acqua ai bambini esclusi, ha fatto sapere che avrebbe negato l'ingresso nella scuola alle due associazioni. Ed è di queste ore la notizia che la sua pagina sia stata rimossa dal social-network Facebook per "razzismo" visto che nel suo profilo Lancini indicava come "interessi personali: caccia all'extracomunitario". Un forte moto di ribellione contro quest'infame e ignobile atto e il clima di persecuzione razzista che permea e intossica la cittadina bresciana è arrivato da un imprenditore di Adro che ha deciso di versare in forma anomima 10 mila euro per coprire i costi della mensa dei 40 bambini esclusi per il rimanente anno scolastico. L'imprenditore ha però accompagnato il gesto con una forte e lunga lettera aperta che è una dura requisitoria contro, i governanti borghesi, la chiesa e i suoi stessi concittadini. "Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi, ma un infinito patrimonio di dignità", esordisce. Per evitare speculazioni ha pure dichiarato le sue preferenze politiche, dicendosi "non comunista" e di aver votato Formigoni. "Mi vergogno - dice rivolgendosi ai suoi compaeasani - che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l'asticella dell'intolleranza di un passo all'anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi". E rivolto alla chiesa si chiede: "Ma dove sono i miei sacerdoti? Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo?". Quindi passa al partito che ha votato: "Ma dov'è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare Partito dell'amore? Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l'Italia? Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro?". "Voglio urlare che io non ci sto. - si legge ancora nella lettera - Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani". "Ci sono cose che non si possono comprare. - conclude - La famosa carta di credito c'è, ma solo per tutto il resto". 14 aprile 2010 |