Creando la Sinistra arcobaleno riformista, ambientalista, pacifista e femminista I partiti falsi comunisti gettano la maschera La corrente trotzkista di Cannavò continua l'inganno con "l'Assemblea costituente anticapitalista" cui parteciperanno Cremaschi, Bernocchi e Casarini. Ingrao, Cossutta e Occhetto vogliono subito il partito unitario dei riformisti. Vendola: "Usciamo da noi stessi" Il PMLI rimane saldo sulla via dell'Ottobre L'8 e 9 dicembre si è tenuta a Roma la prima Assemblea generale della Sinistra arcobaleno promossa da PRC, PdCI, Verdi e Sinistra democratica (SD) che costituisce il primo atto per la nascita di un "nuovo soggetto della sinistra e degli ecologisti: unitario, plurale, federativo". Non più alcun riferimento al comunismo nel nome; non più falce e martello nel simbolo. Il nuovo "segno grafico" battezzato dai quattro partiti riporta solo due parole "la Sinistra" (in rosso) e "l'Arcobaleno" (in verde) in campo bianco, la scala cromatica del tricolore italiano, e sotto i sette colori arcobaleno, quelli pacifisti. Non c'è da stupirsi se il dittatore democristiano Prodi abbia salutato "con gioia" la nascita di questa nuova formazione e rivolgendo un messaggio ai quattro segretari, Giordano, Diliberto, Pecoraro Scanio e Mussi, abbia augurato "agli autori di questa importante decisione di costruire un percorso forte e solidale, capace di generare nuovi stimoli alla democrazia del Paese e all'azione di governo, governo che avete sempre sostenuto con coerenza in questo primo anno e mezzo di legislatura". Anche a Prodi è chiaro che con questa operazione la vocazione governativa della cosiddetta "sinistra radicale" risulta rafforzata e non certo indebolita. La "carta d'intenti" La "carta d'intenti", che attualmente è l'unico documento ufficiale partorito dall'Assemblea, è un vero e proprio manifesto riformista, ambientalista, pacifista e femminista. Salta agli occhi l'assenza dei valori classici di un partito comunista come l'anticapitalismo e l'antimperialismo. Di socialismo nemmeno a parlarne. Persino l'antifascismo risulta assai sbiadito. Completamente assente la denuncia della terza repubblica basata su un nuovo sistema elettorale bipolare e sulla controriforma neofascista, presidenzialista e federalista della Costituzione volute dai leader della destra e della "sinistra" borghese, Berlusconi e Veltroni. Del resto l'assise si è conclusa con il canto di "Bella ciao" snobbato da buona parte dei dirigenti Verdi presenti sul palco e in platea, compreso Pecoraro Scanio. Mentre ci si limita a stigmatizzare semplicemente un generico e astratto "spirito della guerra" che "minaccia l'umanità", convinto è l'appoggio alla superpotenza imperialista europea sintetizzata dalla parola d'ordine per un'"Europa più forte ed autonoma". Significativa, a questo proposito, la protesta della massiccia rappresentanza del Presidio permanente contro la base Usa Dal Molin, peraltro accolta con freddezza e disappunto, giunta all'Assemblea per diffondere volantini e che a un certo punto ha persino occupato il palco per leggere un proprio documento in cui fra l'altro denunciano l'incoerenza e lo scarso interesse e sostegno dei partiti presenti verso la loro battaglia. I possibili futuri leder Anche i futuri papabili leader della Sinistra arcobaleno la dicono lunga sulla sua reale natura. Che sia Mussi, un riformista di destra già alleato di Occhetto col quale ha condiviso la liquidazione del PCI nel '91; sia che il nuovo leader sia il superpompato governatore della Puglia, Nichi Vendola. Quest'ultimo, peraltro, nel suo intervento ha insistito sulla necessità di rompere col passato. "Usciamo da noi stessi - ha ammonito la platea -. So che può essere doloroso, ma oggi serve il coraggio di un nuovo incominciamento, di una nuova nascita". Costruire, ha aggiunto, "una sinistra che non sia un riassunto bignano di ciò che fummo". Ancor più chiaro in un'intervista al Corriere della Sera all'indomani dell'Assemblea dove a proposito dell'assenza della falce e martello ha ribadito che "il tempo della nostalgia è esaurito. In una fase completamente nuova niente è più scontato, i modelli sono tutti franati, c'è bisogno di simboli che evocano speranza". In più, Vendola si è dichiarato completamente disponibile al dialogo sulle "grandi riforme" persino con Berlusconi: "Sulle grandi riforme si deve trattare con tutti. Penso che Berlusconi sia un politico vero, rappresenta gli animal spirits del nostro tempo. Invece è stato considerato il demonio, abbiamo rischiato di finire dall'esorcista". Così facendo la Sinistra arcobaleno non solo rischia di fare la solita stampella al PD ma persino la copertura al neoduce Berlusconi. Al momento non è possibile prevedere se il progetto della Sinistra arcobaleno arriverà definitivamente in porto e soprattutto con chi e in quale forma. Ingrao, Cossutta, Occhetto e Rinaldini vorrebbero che fin da subito si giungesse al partito unitario dei riformisti. E sulla stessa linea si trovano Mussi, Bertinotti e Gianni. Occhetto ha peraltro così motivato la sua partecipazione: "Si realizza quello che ho proposto con la Svolta: togliere la falce e martello e fare una sinistra unita". Più titubanti e per motivi diversi, Pecoraro Scanio e Diliberto. I falsi partiti comunisti autosmascherati Comunque sia, i partiti falsi comunisti hanno ormai gettato la maschera portando ad esaurimento un inganno iniziato all'indomani della liquidazione del PCI, con la nascita del PRC e, successivamente, del PdCI. Se ieri si contendevano l'"eredità comunista", in realtà revisionista, del PCI, oggi come Veltroni, D'Alema e Fassino i dirigenti del PRC e del PdCI quasi si vergognano di esser stati comunisti. Anche Diliberto, che pure continua a pretendere che la falce e martello venga mantenuta nel simbolo della nuova formazione politica, lo fa perché "non è il simbolo di vecchie ideologie ma del lavoro", ossia non perché rappresenta il comunismo, piuttosto perché teme di perdere i consensi politici ed elettorali che tale simbolo gli garantisce. Quando nel 1991 nacque Rifondazione la bollammo come un'operazione controrivoluzionaria e antimarxista-leninista perché non stava nascendo un "partito autenticamente comunista, ma un nuovo partito revisionista, anzi neorevisionista, creato per ostruire al proletariato la strada per il socialismo". Aggiungemmo anche che "la storia ci ha insegnato che una volta che questi partiti finiscono la loro funzione si disgregano o finiscono con l'autoliquidarsi per ricongiungersi più o meno direttamente alla socialdemocrazia della quale sono figli. Anche il Partito della Rifondazione comunista presumibilmente è un partito temporaneo che finirà presto o tardi con l'autoliquidarsi". Stesso discorso, nella sostanza, facemmo quando Rifondazione si scisse e Diliberto e Cossutta dettero vita a un nuovo partito revisionista e trotzkista. Previsione azzeccata. Eppure non avevamo alcuna sfera di cristallo. Avevamo piuttosto le armi del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e l'esperienza del movimento comunista internazionale e italiano a guidarci. Analizzando dal punto di vista di classe la natura ideologica, il programma politico, la pratica sociale e la composizione del gruppo dirigente del PRC e del PdCI, era per noi chiaro che non si trattava di autentici partiti comunisti, ma di partiti nati per ingannare nuovamente gli autentici comunisti e i fautori del socialismo, così come aveva fatto il PCI revisionista per ben settant'anni. Ora, con la nascita del PD e incalzati dal futuro nuovo sistema elettorale che attraverso lo sbarramento rischia di lasciarli a casa, questi falsi partiti comunisti hanno concluso la loro funzione e possono mostrarsi apertamente per quello che sono. Gli inganni non sono finiti Ma gli inganni non sono finiti. La storia è sempre quella fin dal '21. La borghesia ha sempre bisogno di coprire a sinistra il partito che si presentava come il partito del proletariato via via che questo si spostava sempre più a destra sul terreno del capitalismo, della socialdemocrazia e del riformismo. Oggi è la volta di coprire lo spostamento a destra della "sinistra radicale" e riuscire a ingabbiare di nuovo e a mantenere le forze rivoluzionarie nel pantano del revisionismo, del riformismo, del parlamentarismo, dell'operaismo e del trotzkismo. A questo scopo la corrente trotzkista di Salvatore Cannavò, "Sinistra critica", che con sfacciato opportunismo ha fin qui coperto a sinistra il PRC dall'interno, ora intende continuare a farlo dall'esterno annunciando l'uscita dal partito e la nascita dell'"Assemblea costituente anticapitalista". Un'operazione a cui hanno già dato la propria disponibilità il segretario Fiom Giorgio Cremaschi, leader di Rete 28 aprile, Piero Bernocchi, leader dei Cobas, e Luca Casarini che, fra l'altro, si è detto completamente contrario a "la forma partito novecentesca", ossia a un partito di tipo bolscevico. Per ora si tiene fuori dai giochi il falso comunista, ex dirigente di "Lotta continua" e ex esponente di "Senza tregua", Marco Rizzo, che è rimasto a casa e ha "sospeso il giudizio". Egli comunque pone sostanzialmente solo la pregiudiziale del simbolo della falce e martello, riducendola così, di fatto, a una semplice e vuota icona senza più alcun significato ideologico, politico e storico. Così come non è ancora chiaro cosa farà la corrente del PRC che fa capo a "l'Ernesto". Fosco Giovannini e Pierluigi Pegalo reggeranno il sacco alla Sinistra arcobaleno, come sembra disposta a fare la corrente di Claudio Grassi "Essere comunisti"? Oppure si scioglierà e verrà con noi? Un'altra alternativa non hanno se sono dei veri comunisti come dicono di essere. Certo è che l'unico modo per non cadere più preda degli imbroglioni politici e dei falsi comunisti è quello di tornare a studiare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, a cominciare dal "Manifesto del Partito comunista" di Marx ed Engels. Studiare e applicare questa teoria rivoluzionaria è l'unico modo per disintossicarsi dal revisionismo di destra e di "sinistra", per distinguere il vero dal falso comunismo, il vero dal falso partito del proletariato rivoluzionario. Risulterà così chiaro che il PMLI è l'unico partito italiano rimasto saldo sulla via dell'Ottobre, l'unico che oltre a volere veramente il socialismo è in grado di risvegliare il proletariato alla lotta rivoluzionaria per la conquista del potere politico e di fargli acquisire la sua coscienza di classe. I rivoluzionari e i fautori del socialismo non possono più perdere energie preziose militando in partiti che di comunista non hanno più nulla o correre dietro ai trotzkisti dichiarati. Essi hanno il dovere di prendere rapidamente posto di combattimento nel PMLI. Ogni ritardo indebolisce il PMLI e la lotta di classe e rafforza la classe dominante borghese e i partiti ad essa asserviti. 12 dicembre 2007 |