Social Forum europeo del 2002 Dieci anni fa c'era anche il PMLI ma in piazza Il Partito fu oggetto di un attacco provocatorio e diffamatorio ispirato dal governo Berlusconi per mettergli contro il movimento noglobal. Nel silenzio dei media della "sinistra" borghese Il 9 novembre di dieci anni fa un milione di manifestanti, convenuti da tutto il mondo su invito del Social forum europeo, diedero vita a una grandiosa e storica manifestazione antimperialista a Firenze, città Medaglia d'Oro della Resistenza. Fu un evento di risonanza mondiale che superò ogni previsione, assestando un duro colpo agli imperialisti, con alla testa i nuovi Hitler e Mussolini, alias Bush e Berlusconi, che proprio in quei giorni avevano avuto il via libera alle loro fregole guerrafondaie con la risoluzione dell'Onu che apriva la strada all'invasione dell'Iraq. Il numero pur non disprezzabile di 200 mila partecipanti previsto dagli stessi organizzatori fu polverizzato già all'inizio del concentramento, provocando la partenza molto anticipata di un gigantesco corteo che si snodò per mezza città e che al suo culmine raggiunse e forse anche superò il milione di manifestanti. Un risultato assolutamente eccezionale e al di là di ogni aspettativa, considerando la vera e propria campagna terroristica preventiva orchestrata per mesi dal governo, dai mass-media di regime e dalla élite reazionaria fiorentina, per criminalizzare il movimento noglobal e la manifestazione del 9, evocando anche per Firenze lo spettro del G8 di Genova e foschi scenari di devastazioni e saccheggi. Al punto che la popolazione era stata invitata a restare tappata in casa e i commercianti a chiudere i negozi, con l'intento di scoraggiare la maggior parte dei pacifisti e degli antimperialisti dal venire a Firenze, e far trovare ai pochi intervenuti una città cupa, ostile, deserta e sotto coprifuoco poliziesco, sì da far fallire politicamente e mediaticamente l'importante evento. Disegno fallito miseramente, perché invece non solo i pacifisti e gli antimperialisti non si fecero intimidire e accorsero in massa a Firenze da tutta Europa e dal resto del mondo, ma la stessa città di Firenze si aprì festosamente al loro arrivo, e la sua popolazione li accolse con un caloroso abbraccio, facendo ala al loro passaggio, esponendo striscioni e bandiere, salutando, applaudendo e rilanciando i loro slogan e le loro canzoni, offrendo bevande, cibo e altri generi di conforto, scendendo in strada e unendosi all'immenso corteo. La partecipazione del PMLI Il PMLI partecipò in prima fila a quella storica manifestazione, con una nutrita e rossa delegazione nazionale guidata dal Segretario generale Giovanni Scuderi. Il nostro Partito, con i suoi ranghi compatti, il grande striscione contro l'aggressione imperialista all'Iraq, le bandiere rosse, i super fotografati cartelli raffiguranti i nuovi Hitler e Mussolini, il grande ritratto di Stalin ben levato in alto, le parole d'ordine e i canti rivoluzionari e partigiani echeggianti ininterrottamente, diventò subito l'anima antimperialista della manifestazione, il suo cuore rosso, il polo di attrazione e di guida per tutti i sinceri antimperialisti e anticapitalisti presenti. Nei momenti più favorevoli l'infaticabile compagno Scuderi impugnava il megafono e improvvisava dei seguitissimi comizi volanti per salutare i manifestanti e spiegare la linea e le parole d'ordine antimperialiste del Partito. Dalle due ali di folla spesso partivano applausi, incitamenti e perfino saluti a pugno chiuso allo sfilare della nostra rossa delegazione. La calorosa e ammirata accoglienza riservata al nostro Partito, così come la vasta e affettuosa solidarietà ricevuta nei giorni successivi da parte di tante persone, fu anche la dimostrazione sul campo del fallimento politico (solo molto in seguito arriverà anche quello giudiziario, ma arriverà) dell'attacco provocatorio e diffamatorio orchestrato dal governo del neoduce Berlusconi e dai suoi servizi segreti, con la collaborazione dei quotidiani neofascisti "Libero", "La padania" e "L'opinione", e nel silenzio complice dei media della "sinistra" borghese, che mirava a dipingerlo, tramite una sporca montatura giornalistica, come un partito terroristico in combutta con terroristi di matrice islamica e neonazista. Ciò al chiaro scopo di screditarci agli occhi dei noglobal ed esporci alla loro ostilità e aggressioni, fino a farci espellere dalla manifestazione. Il PMLI sporse querela contro i tre quotidiani che l'avevano gravemente diffamato e, negli anni, ha ottenuto la vittoria giudiziaria sancita dalle ripetute e poi definitive condanne al risarcimento da parte di "Libero", "La padania" e "L'opinione". Un confronto tra due linee Non fu certo un caso che il PMLI avesse destato tanta "attenzione" da parte dei servizi segreti del neoduce e dei loro prezzolati pennivendoli Dimitri Buffa, Vittorio Feltri, Alessandro Sallusti, Renato Farina, Luigi Moncalvo e Arturo Diaconale. Nel movimento noglobal, pacifista e antimperialista, a cui si richiamava il Social forum europeo tenutosi dal 6 al 10 novembre 2002 a Firenze, si confrontavano oggettivamente due linee: in estrema sintesi quella liberale, riformista e trotzkista, che si contentava di rappresentare la "sinistra" dell'imperialismo europeo e mondiale, per "un altro mondo possibile" e "un'altra Europa possibile", ma sempre all'interno del sistema capitalista e imperialista; e quella rivoluzionaria, rappresentata nella sua forma più cosciente e organizzata dal PMLI, per la quale la società e il mondo si possono cambiare solo abbattendo il capitalismo e l'imperialismo e sostituendoli con il socialismo. Il PMLI, alla vigilia del Social forum, aveva rivolto un messaggio di benvenuto contenente anche un chiaro e sincero appello in quel senso alle delegate e ai delegati convenuti a Firenze, affinché si aprisse una franca e leale discussione con noi sui suddetti temi. In particolare li invitava a riflettere sull'irriformabilità dell'Unione europea imperialista e sull'impossibilità di liberarsi dal neoliberismo, dal razzismo, dalla globalizzazione e dalle guerre di aggressione imperialiste senza combatterne le cause, che risiedono nell'esistenza stessa del sistema economico capitalista e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Niente di strano, perciò, che i servizi segreti e i giornali al servizio del nuovo Mussolini avessero individuato nel PMLI l'interlocutore del movimento noglobal più temibile, quello più organizzato e con la linea e le parole d'ordine più rivoluzionarie, potenzialmente capaci di penetrare e mettere radici nella testa e nel cuore dei sinceri anticapitalisti e antimperialisti e farli spostare su posizioni più avanzate. E quindi anche quello da colpire con più perfidia e violenza. Purtroppo il nostro appello non fu preso in considerazione dalle delegate e dai delegati, nel chiuso dei loro convegni accademici e astratti del Social forum, egemonizzato e pilotato dalla "sinistra" borghese (in particolare dai "padroni di casa" del PD, l'ex governatore regionale Claudio Martini e l'ex neopodestà di Firenze Leonardo Domenici), e dove la linea liberale, riformista e trotzkista era dominante. Invece, e non a caso, il nostro appello fu molto ben capito e apprezzato in piazza, dai manifestanti: segno che rispondeva esattamente ai loro sentimenti più profondi. La lezione di questo decennio Quanto sta avvenendo dopo dieci anni dimostra in maniera lampante la giustezza di quell'appello, oggi che lo smascheramento dell'Unione europea come unione di banchieri e di monopoli e non di popoli, come fautrice di feroci politiche neoliberiste e affamatrici e non popolari e sociali, come superpotenza imperialista e interventista e non operatore di pace, è sotto gli occhi di tutti. Allora tutto questo non era così evidente come oggi. Allora nei Social forum e nei movimenti noglobal prevaleva l'illusione che l'Europa rappresentasse, almeno potenzialmente, un'oasi di tutele sociali, di democrazia e di pace in un occidente sempre più neoliberista, autoritario e interventista. Era appena nato l'euro e la Ue veniva vista come un contrappeso economico e politico dell'imperialismo Usa liberista e guerrafondaio. Contraddirlo equivaleva a essere isolati e additati come "estremisti". La storia di questo decennio ha dimostrato ampiamente quanto fossero false, illusorie e fuorvianti quelle posizioni e coraggiose e lungimiranti le nostre. Anche senza ripercorrerlo e restando solo all'oggi, basta guardare lo spietato e inumano trattamento riservato dalle autorità finanziarie della Ue al popolo greco, ma anche il massacro sociale sul nostro stesso popolo operato dal governo Monti in nome del patto di stabilità europeo. E basta guardare l'interventismo militarista e guerrafondaio rivendicato e praticato ormai apertamente dalla Ue imperialista nel Mediterraneo e nel Medio Oriente in concorrenza con gli Usa, di cui l'intervento militare in Libia rappresenta l'esempio più eloquente. Sarebbe perciò un vero delitto, un inganno premeditato contro i sinceri anticapitalisti e antimperialisti, se ancora oggi da parte dei Social forum si continuasse a ignorare questa lezione, e anziché unire le forze con chi lotta contro la Ue imperialista per spazzarla via la si coprisse e sostenesse continuando a seminare illusioni sulla possibilità di "riformarla" trasformandola in "un'altra Europa" democratica. 28 novembre 2012 |