A Madrid la polizia spara pallottole di gomma: 64 i feriti, 35 arrestati Migliaia di dimostranti assediano il parlamento Contro la politica dei tagli del governo Rajoy e al grido "dimissioni" "Rodea el congreso", circonda il congresso, era la parola d'ordine della manifestazione indetta il 25 settembre contro la politica di tagli del governo Rajoy, che si apprestava a varare una nuova pesante stangata su ordine della Ue, e per chiedere le dimissioni di governo e parlamento. Un assedio durato diverse ore e segnato dagli scontri dei manifestanti con il massiccio schieramento poliziesco che proteggeva la sede parlamentare. Le cariche della polizia che ha usato anche pallottole di gomma e causato 64 feriti, 35 arrestati, fra i quali alcuni con la pesante accusa di "crimine contro lo Stato", non hanno intimorito i manifestanti che sono tornati a protestare attorno al parlamento il 28 settembre e che hanno riempito plaza de Neptuno di nuovo il 30 settembre. La manifestazione era stata convocata da due organizzazioni, Coordinadora 25S e Plataforma en Pie, con l'obiettivo indicato nella parola d'ordine che inizialmente era "ocupa el congreso", occupa il congresso, a sostegno della richiesta tra l'altro di dimissioni del governo, dello scioglimento delle camere e l'immediata convocazione di nuove elezioni. Diverse migliaia di manifestanti madrileni e provenienti da quasi tutte le principali città della Spagna si radunavano in vari punti della città; oltre un migliaio davano vita a un'assemblea che occupava il Paseo del Prado, altri si ritrovavano in Plaza de España al grido di "non ci rappresentano", uno degli slogan lanciato dal movimento degli indignati lo scorso anno. In migliaia premevano alle transenne disposte attorno alle Cortes, il parlamento spagnolo, dalla polizia che presidiava in forze la sede sfidando il minaccioso avvertimento del governo che ricordava come "l'interruzione o l'alterazione dell'attività del parlamento è sanzionata col carcere fino a un anno". Non appena i manifestanti accennavano un tentativo di forzare le transenne partivano le cariche della polizia con sei feriti e quindici manifestanti arrestati. Il bilancio sarà più alto dopo la serie di scontri proseguiti attorno al parlamento e in altre parti della capitale. Gli organizzatori denunciavano la repressione della polizia e lanciavano una nuova manifestazione per il giorno successivo ribadendo che "il nostro obiettivo resta la destituzione di questo governo illegittimo che ha tradito gli impegni presi con i cittadini ed ha impoverito il paese". E un nuovo presidio a Madrid per il 30 settembre quando una folla di manifestanti riempiva Plaza de Neptuno. Una forte protesta che si aggiunge alle manifestazioni sindacali e al preannunciato sciopero generale, necessario ma che tarda a venire, contro la politica di lacrime e sangue del governo Rajoy. Che ha annunciato nuovi pesanti interventi nella finanziaria per il 2013 che ha l'obiettivo di recuperare quasi 40 miliardi di euro. Perno del documento finanziario, il taglio del 20% delle spese di tutti i ministeri e l'annuncio di una "riforma delle pensioni" che partirà nel 2013 "per agganciare l'età pensionabile all'aspettativa di vita". Un capitolo del programma liberista imposto dalla Ue in tutti i paesi e già messo in atto in Grecia e in Italia. 3 ottobre 2012 |