Statuto del PMLI
Premessa
I
Il Partito marxista-leninista italiano è
costituito sulla base dell'Organizzazione Comunista Bolscevica Italiana
Marxista-Leninista, che fu fondata il 14 dicembre 1969 ad opera di una piccola pattuglia
di autentici marxisti- leninisti, nel fuoco della lotta contro la cricca revisionista
togliattiana e i falsi marxisti-leninisti, sulla base del marxismo-leninismo-pensiero di
Mao, dell'esperienza storica del movimento operaio italiano e internazionale, sotto
la potente spinta della Grande rivoluzione culturale proletaria, con il preciso scopo di
lottare per la costituzione del Partito rivoluzionario del proletariato italiano; un
Partito che, per fondamento teorico, composizione di classe, struttura organizzativa e
linea politica, non aveva precedenti nella storia del movimento operaio italiano.
L'OCBI m-l nei suoi oltre sette anni di intensa e
dinamica vita ha condotto un'ardua e instancabile lotta per l'unità di tutti gli
autentici marxisti-leninisti italiani. La pratica ha dimostrato che le organizzazioni che
si richiamavano al marxismo-leninismo non esistevano nella lotta di classe o erano
appendici e copertura del revisionismo togliattiano e che non era possibile fare
affidamento su di esse per costruire con loro il Partito del proletariato.
La fondazione del Partito ha potuto realizzarsi
solo grazie al rafforzamento organico e su tutti i piani dell'OCBI m-l, agli sforzi
congiunti e infaticabili dei suoi militanti e dirigenti e contando sull'appoggio e il
sostegno del proletariato italiano e internazionale.
II
Il Partito per guidare la rivoluzione socialista
alla vittoria deve basarsi sulla giustezza della sua linea politica e la solidità della
sua organizzazione, che va salvaguardata dagli attacchi del nemico di classe con tutte le
necessarie misure.(...)
CAPITOLO
I
IL PARTITO
ARTICOLO 1 - Il Partito
marxista-leninista italiano è l'avanguardia cosciente e organizzata del proletariato
italiano, il Partito politico della classe operaia, che dirige le lotte immediate e
parziali e quelle generali e a lungo termine dell'intera classe e delle larghe masse
popolari italiane e guida la rivoluzione socialista alla completa vittoria.
ARTICOLO 2 - Il Partito ha quale
base teorica il marxismo-leninismo-pensiero di Mao che presiede al suo orientamento
ideologico, politico, organizzativo e pratico.
ARTICOLO 3 - Il Partito
possiede, sviluppa ed applica una linea strategica e tattica autenticamente proletaria e
rivoluzionaria.
La linea politica del Partito è organicamente esposta nel suo Programma, che stabilisce
quali sono il carattere, le forze motrici e gli scopi della rivoluzione socialista
italiana, i principali compiti della classe operaia nella prospettiva della conquista del
potere politico e gli obiettivi e gli scopi del Partito.
Il programma fondamentale del Partito è di guidare il proletariato alla conquista del
potere politico, abbattere la dittatura borghese, instaurare la dittatura del proletariato
ed assicurare il completo trionfo del socialismo sul capitalismo. Lo scopo finale del
Partito è la realizzazione del comunismo.
Poiché durante il periodo storico del socialismo esistono ancora le classi, le
contraddizioni di classe e la lotta di classe, la lotta tra la via socialista e la via
capitalista, i tentativi di restaurazione capitalistica, la minaccia di sovversione e di
aggressione dell'imperialismo, il Partito guida il proletariato e le larghe masse
popolari nell'edificazione del socialismo seguendo la teoria della continuazione della
rivoluzione sotto la dittatura del proletariato.
ARTICOLO 4 - Il Partito cura la
sua composizione di classe, nelle sue file possono militare solo gli elementi più
avanzati, coscienti e coraggiosi della classe operaia e coloro che con decisione e
generosità combattono in prima fila sulle posizioni del proletariato, sono capaci di
educare, organizzare e mobilitare il proletariato e le grandi masse popolari italiane
contro la borghesia e i revisionisti.
Il Partito mira ad un'alta qualità dei suoi membri, attribuisce la massima importanza
alle loro doti politiche, sociali e morali, dedica ogni sforzo alla loro formazione
ideologica, allo sviluppo della loro tempra rivoluzionaria e al rafforzamento della loro
capacità di difendere e attuare risolutamente la linea del Partito.
I membri del Partito devono praticare il marxismo e non il revisionismo, sostenere
l'unità e non la scissione, essere sinceri e onesti e non ricorrere agli intrighi e ai
complotti, debbono osare andare contro corrente, praticare la critica e l'autocritica,
essere modesti e avveduti, condurre una vita semplice e rivoluzionaria, formare una cosa
sola col Partito, essere in ogni momento col Partito e del Partito.
ARTICOLO 5 - La struttura
organizzativa del Partito è saldamente basata sul principio del centralismo democratico.
Il Partito è compatto e monolitico, non sopporta il frazionismo e lo scissionismo, è
attrezzato in tutto e per tutto alla lotta di classe e alla rivoluzione socialista.
Il Partito, come spiega scientificamente il marxismo- leninismo-pensiero di Mao e
come dimostra l'esperienza del movimento operaio internazionale, si costruisce nella
lotta, in ogni fase della sua crescita e del suo sviluppo esiste la lotta tra le due
linee, la linea del proletariato e quella della borghesia. Anche se il Partito possiede
una linea giusta e una direzione marxista- leninista corre sempre il pericolo che la
borghesia attraverso l'infiltrazione riesca a capovolgere questa linea e a rovesciare
questa direzione. I militanti del Partito debbono esercitare una costante vigilanza,
sventare e respingere con fermezza ogni tentativo borghese e revisionista di impadronirsi
del Partito e di fargli cambiare colore.
ARTICOLO 6 - Il Partito, in
quanto forma suprema di organizzazione della classe operaia, esercita la sua direzione in
tutti i campi (...)
ARTICOLO 7 - Il Partito si
attiene fermamente ai principi dell'internazionalismo proletario e considera il
rovesciamento del capitalismo italiano il contributo maggiore che esso possa dare
all'avanzata e alla vittoria della rivoluzione mondiale.
Il Partito si colloca a fianco di tutti i Partiti e le Organizzazioni autenticamente
marxisti-leninisti, del proletariato, dei popoli e delle nazioni oppresse del mondo intero
e si unisce strettamente a loro nella risoluta lotta contro l'imperialismo, il
revisionismo moderno e tutta la reazione, mira alla loro completa sconfitta,
all'eliminazione integrale dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e all'emancipazione di
tutta l'umanità.
Il Partito è animato dal più profondo spirito internazionalista che lega il proletariato
e tutti gli autentici marxisti-leninisti del mondo, lotta in maniera conseguente e
permanente per la loro unità che può realizzarsi solo sulla base del
marxismo-leninismo-pensiero di Mao, dell'internazionalismo proletario e della lotta
coerente contro l'imperialismo.
CAPITOLO
II
I QUADRI
ARTICOLO 8 - I quadri del
Partito, poiché una volta definita la linea politica costituiscono un fattore decisivo
debbono essere degli autentici marxisti-leninisti.
La qualità dei dirigenti ai vari livelli del Partito garantisce che il Partito sia forte,
saldamente attestato sulle posizioni del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, in
grado di assolvere tutti i suoi compiti rivoluzionari, fedele alla causa del proletariato
e della rivoluzione socialista e che non degeneri mai.
I dirigenti del Partito debbono particolarmente vigilare affinché i revisionisti, gli
arrivisti, i cospiratori e i cattivi elementi di qualsiasi genere non usurpino la
direzione del Partito.
I Segretari dei Comitati regionali, dei Comitati provinciali, dei Comitati comunali e delle Cellule devono essere membri effettivi del Partito.
Tali incarichi possono essere dati a membri candidati qualora la stessa istanza fosse priva di membri effettivi.
Uguale misura vale per i Responsabili locali del Partito.
ARTICOLO 9 - I quadri devono
avere i seguenti requisiti:
a) conoscere profondamente e saper mettere in
pratica il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea politica del Partito,
essere gli alfieri della lotta contro il revisionismo moderno;
b) sapere educare, organizzare e dirigere i
militanti e le masse, unirsi e lavorare insieme a loro, ascoltarne le opinioni, proposte e
critiche e meritarne e conquistarne la piena fiducia;
c) avere dato ripetute e concrete prove di essere
disinteressati e inflessibili servitori del proletariato e delle larghe masse popolari
italiane e internazionali;
d) essere capaci di orientarsi ed affrontare da
soli i problemi, mantenendosi incrollabili di fronte a tutte le difficoltà;
e) volere costantemente sviluppare la propria
coscienza politica e trasformare la propria concezione del mondo in senso proletario;
f) praticare uno stile di lavoro
marxista-leninista, essere modesti e avveduti, guardarsi dall'individualismo,
dall'arroganza e dalla precipitazione, rifuggire ogni indolenza e passività;
g) essere di esempio nella lotta di classe e
nell'applicazione del centralismo democratico, usare rispetto e spirito di collaborazione
verso gli altri quadri del Partito, vecchi e nuovi, mettere in pratica lo stile di lavoro
di imparare gli uni dagli altri;
h) essere sempre pronti, non vantando meriti o
privilegi, a cambiare ruolo e posto di combattimento se il Partito lo richiede.
ARTICOLO 10 - I rivoluzionari di
professione sono dei dirigenti o dei militanti che lavorano permanentemente per il
Partito.
Secondo un piano predisposto dall'Ufficio politico, i rivoluzionari di professione devono
effettuare annualmente un periodo di lavoro a livello di base, cioè come semplici
militanti di cellula, al fine di prevenire il revisionismo, il dogmatismo e il
burocratismo, e perché abbiano sempre quella concezione del mondo che è propria del
proletariato.
ARTICOLO 11 - I quadri e i
rivoluzionari di professione del Partito devono essere i suoi migliori militanti in tutto
e per tutto, gli esempi concreti di veri marxisti-leninisti, compagni che senza chiedere
nulla per sé dedicano se stessi al Partito e alla causa della rivoluzione proletaria.
CAPITOLO
III
I MEMBRI DEL PARTITO
ARTICOLO 12 - Può essere membro
del Partito qualunque elemento avanzato del proletariato industriale e agricolo, qualunque
elemento avanzato dei contadini poveri e qualunque sincero rivoluzionario sulle posizioni
della classe operaia, compreso i migranti, che accetti il Programma e lo Statuto del Partito, che militi e
lavori attivamente in una delle sue istanze, applichi le direttive del Partito e versi
regolarmente le quote.
Non può essere membro del Partito chi sfrutta lavoro altrui, chi ha e professa una
religione o una filosofia non marxista.
E' il Partito che forma i marxisti-leninisti, marxisti-leninisti non si nasce ma si
diventa militando nel Partito.
ARTICOLO 13 - Ogni membro del
Partito deve:
a) studiare e praticare il
marxismo-leninismo-pensiero di Mao, diffonderlo tra il proletariato e le larghe
masse popolari;
b) essere intransigente sui principi e lottare
con fermezza contro l'ideologia borghese, il revisionismo moderno, il dogmatismo e tutte
le idee errate;
c) difendere la linea politica e la struttura
organizzativa del Partito, impugnare e applicare il Programma e rispettare lo Statuto del
Partito;
d) attenersi al centralismo democratico e
osservare una ferma disciplina proletaria, realizzare con entusiasmo, impegno e diligenza
qualsiasi compito affidatogli dal Partito e tenere a mente che per un militante ciò che
conta è fare la rivoluzione indipendentemente dal posto di combattimento assegnatogli dal
Partito;
e) lavorare nelle organizzazioni di massa,
soprattutto nei sindacati, difendere risolutamente gli interessi delle masse, dividerne
gioie e dolori, legarsi strettamente ad esse sapendone essere allievo e maestro,
conquistarle alla causa della rivoluzione socialista e del comunismo;
f) applicare lo stile di lavoro consistente
nell'integrare la teoria con la pratica, usare un'attenta vigilanza rivoluzionaria,
lottare contro il liberalismo e impugnare saldamente l'arma della critica e
dell'autocritica;
g) pensare, agire e vivere da rivoluzionario,
trasformare la propria concezione del mondo, elevare la propria coscienza politica, essere
risoluto e coraggioso nella lotta di classe, non temere alcun sacrificio, anteporre gli
interessi della rivoluzione a quelli personali, non esitare a dare anche la vita per la
causa del proletariato;
h) dare generosamente e senza riserve il proprio
aiuto economico al Partito, mettergli a disposizione se occorre ogni proprio mezzo
materiale per far fronte alle necessità della rivoluzione.
ARTICOLO 14 - Ogni membro del
Partito ha diritto a:
a) prendere parte alle riunioni, discussioni,
decisioni e attività della propria istanza;
b) dare il proprio contributo alla elaborazione e
sviluppo della linea politica del Partito, anche collaborando attivamente alla sua stampa;
c) essere ascoltato dalle istanze superiori e dai
dirigenti del Partito ai diversi livelli, ed avanzare loro proposte e suggerimenti;
d) rivolgersi segretamente, per motivi di
vigilanza rivoluzionaria, alle istanze superiori del Partito e se è il caso allo stesso
Segretario generale;
e) essere chiamato ad assumere incarichi
dirigenti ad ogni livello;
f) criticare qualsiasi militante, dirigente o
istanza del Partito nelle opportune forme e nel rispetto del centralismo democratico;
g) essere assistito dal Partito, con ogni mezzo
possibile, in caso di repressione.
CAPITOLO
IV
AMMISSIONE AL PARTITO
ARTICOLO 15- L'ammissione al
Partito si realizza su base individuale.
La domanda di ammissione deve essere
controfirmata da due membri effettivi del Partito che, in qualità di presentatori,
rispondono della serietà, affidabilità e tempra rivoluzionaria del candidato.
L'accettazione della domanda è subordinata all'esame ed approvazione della cellula cui è
diretta e alla ratifica delle istanze superiori.
L'approvazione della domanda comporta l'ammissione del candidato alla cellula, la sua
attiva partecipazione alla vita dell'istanza, l'assolvimento dei doveri e l'acquisizione
dei diritti di membro del Partito; durante il periodo di candidatura tuttavia il suo voto
è consultivo e non può ricoprire incarichi dirigenti.
ARTICOLO 16 - Il periodo di
candidatura è fissato in un anno per gli operai e i contadini poveri e in due anni per
tutti gli altri elementi la cui collocazione di classe non è proletaria.
Alla sua scadenza la cellula, prima di accettare il candidato come membro effettivo del
Partito, ne esamina la vita politica e valuta le qualità dimostrate e l'impegno espresso
nella lotta di classe a livello ideologico e teorico, politico e pratico. Il periodo di
candidatura può essere rinnovato qualora il candidato non sia ritenuto in possesso di
tutti i requisiti richiesti, ma alla sua scadenza deve essere presa un decisione
definitiva.
La nomina a membro effettivo e le decisioni riguardanti la candidatura devono essere
ratificate dalle istanze superiori.
ARTICOLO 17 - Per l'ammissione
al Partito di coloro che hanno ricoperto incarichi dirigenti in altri partiti e
organizzazioni deve essere espresso parere favorevole da parte del Comitato regionale, del Comitato provinciale, del Comitato comunale, se si tratta rispettivamente di dirigenti regionali, provinciali, comunali; del Comitato centrale se si tratta di dirigenti
nazionali.
Vanno considerati incarichi dirigenti anche quelli di parlamentare, di consigliere regionale, provinciale, comunale, circoscrizionale.
La durata del periodo di candidatura per questi casi è fissata in tre anni.
CAPITOLO
V
MISURE DISCIPLINARI
ARTICOLO 18 - Il Partito esige
che tutti i suoi militanti osservino la più salda e cosciente disciplina proletaria
basata sulla obbedienza consapevole e responsabile e la scelta volontaria di aderire alla
sua linea politica e organizzativa.
La denuncia degli errori e la critica dei difetti devono avere lo scopo di ``imparare
dagli errori passati per evitare quelli futuri e curare la malattia per salvare il
paziente'', occorre saper distinguere fra i due differenti tipi di contraddizione, quelle
in seno al popolo e quelle tra il nemico e noi. Non bisogna colpire con violenza e
sconsideratamente i compagni che non nascondono la malattia, desiderano curarsi e
correggersi e non persistono negli errori. La critica deve essere aperta e leale ed avere
lo scopo di unire e non di dividere, tutte le misure disciplinari vanno adottate solo dopo
approfondito esame e con una precisa motivazione.
Quanto agli arrivisti e agli imbroglioni, agli elementi a doppia faccia, ai frazionisti,
agli elementi incorreggibili, ai rinnegati, ai traditori e agli agenti della borghesia e
del revisionismo, occorre espellerli decisamente e senza alcuna esitazione dal Partito.
ARTICOLO 19 - Quando un membro
viola la disciplina del Partito, l'istanza cui appartiene prende nei suoi confronti, in
base al caso concreto, le seguenti misure disciplinari:
- avvertimento;
- avvertimento severo;
- sospensione dall'istanza per un periodo non
superiore a sei mesi, rimanendo a disposizione del Partito;
- destituzione dagli incarichi direttivi;
- sospensione dei diritti di membro effettivo per
un periodo non superiore ad un anno;
- radiazione;
- espulsione.
Le misure disciplinari sono immediatamente
operative, ma debbono essere sottoposte alla ratifica delle istanze superiori per divenire
definitive.
ARTICOLO 20 - Le misure
disciplinari che comportano destituzione dagli incarichi direttivi, sospensione dei
diritti di membro effettivo, radiazione ed espulsione dal Partito devono essere adottate
con la maggioranza dei due terzi.
ARTICOLO 21 -
Il Comitato centrale può destituire in qualsiasi momento i Segretari dei Comitati regionali, provinciali, comunali e delle Cellule che sono venuti meno ai loro doveri.
I Comitati regionali possono destituire per lo stesso motivo i Segretari provinciali, comunali e di Cellula della propria regione.
Lo stesso provvedimento può essere preso dai Comitati provinciali nei confronti dei Segretari comunali e di Cellula nella propria provincia.
Anche i Comitati comunali hanno la facoltà di destituire i Segretari di Cellula del proprio comune.
Tali decisioni dei Comitati regionali, provinciali e comunali devono essere ratificate dal Comitato centrale.
ARTICOLO 22 - Ogni membro del
Partito oggetto di misure disciplinari può ricorrere alle istanze superiori fino al
Comitato centrale.
CAPITOLO
VI
IL PRINCIPIO ORGANIZZATIVO DEL PARTITO
ARTICOLO 23 - Il principio
organizzativo del Partito è il centralismo democratico.
Tutte le direttive del Comitato centrale sono impegnative e vincolanti per tutti i membri
e tutte le istanze del Partito, che devono osservare le seguenti regole di disciplina:
1) l'individuo è subordinato all'istanza;
2) la minoranza è subordinata alla maggioranza;
3) l'istanza inferiore è subordinata all'istanza
superiore;
4) tutto il Partito è subordinato al Comitato
centrale.
ARTICOLO 24 - Le istanze
dirigenti del Partito ai vari livelli devono avere contatti diretti e periodici con le
istanze inferiori, informarle sulle attività di interesse generale, prestare attenzione
al loro lavoro politico, ascoltarne le opinioni, le proposte e le critiche.
ARTICOLO 25 - Il centralismo
democratico è un'unità dialettica di centralismo e democrazia, di disciplina e di
libertà, che si deve perseguire combinando correttamente la direzione collettiva con la
responsabilità individuale e rendendo coscienti tutti i militanti del Partito della
grandiosità dei loro compiti.
CAPITOLO
VII
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL PARTITO
ORGANI DIRIGENTI CENTRALI
ARTICOLO 26 - Il supremo organo
dirigente del Partito è il Congresso nazionale e, fra un Congresso e l'altro, il Comitato
centrale.
Il Congresso nazionale del Partito è convocato in via ordinaria ogni tre anni da parte
del Comitato centrale che ne fissa le norme di svolgimento e l'ordine del giorno. La
convocazione può essere anticipata o rinviata per motivi particolari.
Al Congresso nazionale partecipano i membri del Comitato centrale uscente, i delegati eletti dai Congressi regionali, provinciali, comunali e i Responsabili locali dove mancano i corrispettivi Comitati. Se nella propria regione non ci sono i Comitati comunali, provinciali e regionali, le Cellule eleggono i delegati al Congresso nazionale. Le elezioni dei delegati ai vari livelli avviene secondo le modalità stabilite dal Comitato centrale tramite il regolamento congressuale.
Il Congresso nazionale del Partito fissa la linea politica del Partito; apporta eventuali
modifiche al Programma e allo Statuto; discute il rapporto sull'attività del Comitato
centrale e tutti gli argomenti posti all'ordine del giorno; elegge il Comitato centrale e
il Segretario generale del Partito.
ARTICOLO 27 - Il Comitato
centrale del Partito è convocato dall'Ufficio politico.
Il Comitato centrale è collegialmente responsabile dell'applicazione della linea
politica stabilita dal Congresso nazionale; elegge l'Ufficio politico e il
Direttore politico dell'organo centrale di stampa; costituisce in base alle sue
necessità Commissioni di lavoro permanenti o temporanee, che sono organi
esecutivi delle sue decisioni e di quelle dell'Ufficio politico,
e della Segreteria generale, e ne nomina i Responsabili.
In base a necessità politiche, organizzative, di formazione di nuovi quadri nazionali del Partito, il Segretario generale può essere coadiuvato da due vice Segretari generali e da altri dirigenti con i quali costituire la Segreteria generale del PMLI.
I membri della Segreteria generale del PMLI, eccettuato il Segretario generale, sono eletti dal Comitato centrale scegliendoli fra i membri dell'Ufficio politico.
Il Comitato centrale può delegare la Commissione per il lavoro di organizzazione del Comitato centrale a ratificare le nomine e le misure disciplinari, e a fare le nomine degli Organi dirigenti locali e di base.
L'Ufficio politico fra una sessione e l'altra del Comitato centrale ne esercita le
funzioni e i poteri.
La Segreteria generale fra una riunione e l'altra dell'Ufficio politico ne esercita le funzioni e i poteri.
Il Comitato centrale, l'Ufficio politico,
la Segreteria generale e i Comitati regionali,
provinciali e comunali sono composti da membri
che possono essere effettivi o candidati, il voto dei membri candidati è solo consultivo.
Il Segretario generale del Partito prepara, presiede e coordina le sessioni e i lavori del
Comitato centrale, dell'Ufficio politico,
della Segreteria generale (...); è il rappresentante ufficiale del Partito all'interno del Paese, all'estero e
nei rapporti con i Partiti fratelli.
ORGANI DIRIGENTI LOCALI
ARTICOLO 28 - Gli organi dirigenti locali
del Partito sono
i Comitati regionali, i Comitati provinciali, i Comitati comunali. Essi, nell'ambito del territorio di propria competenza, hanno il compito di dirigere il Partito, di applicare la linea del Partito e di farla applicare alle organizzazioni inferiori, di combattere le giunte e le amministrazioni locali, di difendere gli interessi e i bisogni delle masse, di prendere le iniziative che ritengono necessarie alla costruzione, allo sviluppo e al radicamento del Partito.
I Comitati regionali sono nominati per la prima volta dal Comitato centrale tenendo conto dei pareri espressi dai Comitati provinciali, dai Comitati comunali e dalle Cellule della regione interessata. Successivamente sono eletti dai rispettivi Congressi regionali.
I Comitati provinciali sono nominati per la prima volta dal Comitato centrale tenendo conto dei pareri espressi dal Comitato regionale, dai Comitati comunali e dalle Cellule della regione interessata. Successivamente sono eletti dai rispettivi Congressi provinciali.
I Comitati comunali sono nominati per la prima volta dal Comitato centrale tenendo conto dei pareri espressi dal Comitato regionale, dal Comitato provinciale e dalle Cellule del comune interessato. Successivamente sono eletti dai rispettivi Congressi comunali.
I Comitati regionali, provinciali, comunali sono composti da tre a nove membri tra effettivi o candidati, il voto di questi ultimi è solo consultivo. In via provvisoria possono essere composti da due membri.
Ai Congressi regionali, provinciali, comunali partecipano i membri dei relativi Comitati uscenti e i delegati eletti dai Congressi immediatamente inferiori. I Congressi di Cellula eleggono i delegati del rispettivo Congresso comunale.
I suddetti Congressi si svolgono in connessione e in precedenza del Congresso nazionale secondo le modalità stabilite dal Comitato centrale.
I Segretari dei Comitati regionali, provinciali, comunali sono nominati dal Comitato centrale dopo aver sentito il parere dei Comitati interessati, dei Comitati superiori e inferiori e delle Cellule del territorio interessato.
In mancanza di Comitati regionali, provinciali, comunali il Comitato centrale può nominare un Responsabile regionale, provinciale, comunale dopo aver sentito il parere degli Organi dirigenti e delle Cellule locali esistenti e interessati.
ORGANIZZAZIONI DI BASE
ARTICOLO 29 - Le organizzazioni
di base del Partito sono le cellule.
La cellula è costituita nelle fabbriche, nelle officine, nelle aziende agricole
e in ogni altro luogo di lavoro.
Può essere costituita anche nelle scuole, nelle università e nel territorio.
Quando nello stesso luogo di lavoro, di studio, di vita ci sono più Cellule, il Comitato comunale, o quello provinciale se esso manca, può istituire un Comitato di
coordinamento composto dai segretari delle cellule interessate.
In casi particolari, e in via provvisoria, la
Cellula può essere costituita dai membri del Partito della stessa provincia.
La cellula è formata da non meno di tre e da non più di sette membri.
In via eccezionale può essere formata da due membri, e, in via provvisoria e in caso di "Cellula madre" necessaria per formare nuovi militanti, da più di sette membri. In attesa di costituire una Cellula ci può essere un'Organizzazione che ha gli stessi compiti e funzioni delle Cellule.
La cellula è guidata da un segretario nominato dal Comitato comunale, se questo manca dal Comitato provinciale, se manca anche questo dal Comitato regionale, in assenza di esso dal Comitato centrale, tenuto conto del
parere dei membri della cellula. La nomina del segretario di cellula deve essere
ratificata dal Comitato centrale.
Quando i membri della cellula sono almeno sei essi eleggono un Comitato di cellula
composto da tre membri, che assicura il buon funzionamento, la migliore attività e il
più tempestivo intervento politico della cellula.
Ogni membro della cellula deve assolvere ad un preciso incarico nel quadro dell'attività
generale dell'istanza.
ARTICOLO 30 - La cellula ha il
compito di:
a) studiare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, tenendone alta la rossa bandiera tra il proletariato e le masse, combattere il
revisionismo moderno;
b) propagandare, difendere e tradurre in pratica
la linea politica generale del Partito, applicando le sue direttive e il suo Programma,
diffondere in maniera militante la stampa del Partito;
c) rispettare lo Statuto, il centralismo
democratico e la vigilanza rivoluzionaria, fornire regolari informazioni, sulla propria
attività e sulle questioni che interessano il Partito, all'istanza superiore;
d) prendere parte attiva alla lotta di classe,
legarsi strettamente alle masse, conoscerne i problemi, opinioni e aspirazioni,
organizzarle, mobilitarle ed esercitare nei loro confronti una giusta, sicura e
riconosciuta direzione politica;
e) applicare lo stile di lavoro
marxista-leninista, integrare la teoria con la pratica, condurre inchieste e ricerche,
praticare coraggiosamente la critica e l'autocritica;
f) avere una vita intensa e dinamica, sviluppare
la lotta ideologica attiva, centralizzando le idee giuste e rigettando le idee errate;
g) ammettere nuovi membri nel Partito, impedire
l'infiltrazione dei nemici di classe e garantire la purezza delle sue file, espellendo
ciò che è alterato e assorbendo ciò che è nuovo;
h) educare e formare con particolare cura i
membri candidati, guidare tutti i suoi militanti alla lotta contro la borghesia e i suoi
agenti revisionisti.
(...)
ISTANZE ESTERE DEL PARTITO
ARTICOLO 32
Le italiane e gli italiani all'estero che hanno i requisiti previsti dall'art. 12 dello Statuto del PMLI, possono essere membri del PMLI.
Essi possono costituire nelle città e nei Paesi di residenza Cellule e Organi dirigenti centrali e locali del PMLI secondo la struttura organizzativa del Partito.
Tutte le istanze estere del PMLI, compresi il Comitato centrale e il Congresso, costituiti in ogni nazione, sono subordinate al Congresso nazionale e al Comitato centrale residenti in Italia.
CAPITOLO
VIII
STAMPA, BANDIERA E INNI DEL PARTITO
ARTICOLO 33 - L'organo centrale
di stampa del Partito è Il Bolscevico.
ARTICOLO 34 - La bandiera del
Partito è rossa, con falce e martello neri al centro e l'effige di Mao in nero
posta in alto dalla parte dell'asta.
ARTICOLO 35 - Gli inni del
Partito sono ``L'Internazionale'', ``Bandiera rossa'' e l'inno del Partito "Il Sole
Rosso".
|