Breve storia della famigerata BP, responsabile del disastro ecologico nel Golfo del Messico La BP plc, originariamente British Petroleum, è una multinazionale, con sede a Londra, operante nel settore energetico e soprattutto del petrolio e del gas naturale, settori in cui è uno dei quattro maggiori trust a livello mondiale (assieme a Royal Dutch Shell, ExxonMobil e Total). Nella classifica 2005 di Fortune relativa alla lista delle 500 maggiori compagnie globali, BP era seconda al mondo per fatturato con vendite per 285 miliardi di dollari, meno di 200 milioni di dollari dalla prima in classifica, Wal Mart. Nel dicembre del 1998 la BP si è fusa con la Amoco (precedentemente Standard Oil of Indiana) diventando BPAmoco fino al 2002, quando fu rinominata BP e adottò il sottotitolo "Beyond Petroleum". Nel 2000 ha acquisito anche la ARCO e la Castrol plc. L'azionista di controllo è il magnate Nathan Philip Rothschild, fratello di Jacob, capostipite della nota famiglia di banchieri. Saccheggi, disastri e crimini politici La storia dei disastri, dei crimini politici, dei colpi di stato e delle guerre causate da questo gigante del petrolio è lunga. In medio Oriente ne ha combinate di tutti i colori. Nel 1951 una legge rendeva statale l'industria petrolifera iraniana, la AIOC Anglo-Iranian Oil Company (Compagnia del petrolio Anglo-Persiana), e lo Shah furono costretti a lasciare il paese. Il 19 agosto, 1953 un colpo di stato (Operazione Ajax) organizzato dalla CIA e dal SIS britannico, permise alla compagnia petrolifera di tornare in Iran, con la copertura del governo fantoccio guidato dal Generale Fazlollah Zahedi. Il Primo Ministro in carica, Mohammad Mossadeq, fu rimosso dall'incarico e lo Shah fu richiamato in patria. La AIOC divenne la British Petroleum Company nel 1954, e in breve tempo riprese le operazioni in Iran con una compartecipazione al 40% di un consorzio internazionale. Continuò ad operare in Iran, depredandone le risorse, fino alla Rivoluzione islamica. Non meno danni ha fatto nel continente americano. Nel 1969 la BP acquisì i terreni dell'attuale Valdez oil terminal, in Alaska, dai nativi Chugach per 1 dollaro americano. Si trattò di una transazione illegale, sostanzialmente di un furto. Il 23 marzo 2005, ci fu un'esplosione in una raffineria petrolifera di proprietà BP a Texas City, Texas. Si tratta della terza maggior raffineria negli Stati Uniti ed una delle più grandi al mondo, producendo 433.000 barili di petrolio al giorno e gestendo il 3% dei rifornimenti nazionali di carburante. Vi furono 170 feriti e 15 morti, compresi alcuni lavoratori della Fluor Corporation. BP scaricò la colpa sui propri dipendenti che avrebbero causato l'incidente non controllando l'ottano necessario alla lavorazione del petrolio. Gli investigatori del caso hanno concluso invece che la compagnia ha ignorato i protocolli di sicurezza della torre, che era piena di benzina, e hanno appurato che il sistema d'allarme non era in funzione. L'azienda è stata ritenuta colpevole e costretta ad una ridicola multa di 50milioni di dollari dalla US Environmental Protection Agency. Meno di un anno dopo, alcuni tecnici scoprirono che 4800 barili di petrolio si stavano diffondendo nelle nevi dell'Alaska a causa di un foro nell'oleodotto di Prudhoe Bay. Secondo il rapporto Fortune, la BP era stata avvisata di controllare l'oleodotto già nel 2002 ma non lo aveva fatto. Quando quattro anni dopo il sito è stato ispezionato, è stato scoperto che sei miglia di oleodotto erano corrosi. La compagnia dovette sospendere temporaneamente le proprie operazioni e pagare la solita multa irrisoria di 12 milioni di dollari per "infrazioni". Una commissione determinò inoltre che la BP ignorò la possibilità di prevenire il disastro: draconiani risparmi portarono ad un malunzionamento dell'impianto. Ci sono stati altri versamenti pericolosi in Alaska e la BP è stata accusata di manipolare il prezzo del propano. In questo caso ha dovuto pagare una multa di più di 300 milioni di dollari. Il supercorrotto Congresso americano e la Minerals and Management Service, l'agenzia federale che regola le perforazioni sul Golfo, stanno ancora investigando separatamente sulle accuse secondo le quali la Bp non sarebbe riuscita a eseguire un arresto di emergenza della Atlantis, un'altra enorme piattaforma sul Golfo. BP ha violato sistematicamente i diritti umani con la costruzione del megaoleodotto colombiano, cacciando dalle proprie case migliaia di contadini e coloni e ordinando il massacro di civili ai mercenari nazi-fascisti dei gruppi paramilitari. Passando all'Asia, attualmente la principale infrastruttura di proprietà della Bp (che ne detiene oltre il 30% del pacchetto azionario) è l'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan . Si tratta di un oleodotto costruito nel 2006 e adibito al trasporto del petrolio estratto dal giacimento petrolifero del Mar Caspio fino alle coste del Mar Mediterraneo. Ha una lunghezza complessiva di 1.776 km (il secondo più lungo del mondo, dopo l'Oleodotto dell'Amicizia che si snoda tra la Russia e l'Europa per circa 4.000 km), si estende in Azerbaigian per 440 km, poi nella Georgia per 260 km e infine in Turchia per 1.076 km, è in grado di trasportare un milione di barili al giorno e può contenerne complessivamente più di 10 milioni, la velocità di movimento del petrolio all'interno dell'oleodotto si aggira circa sui 2 metri al secondo. Il costo totale è stato di 3.600 milioni di dollari americani. La competizione interimperialista Le politiche degli oleodotti - decisivi per esportare il petrolio - sono le cause della competizione imperialista tra Usa-Gran Bretagna e Russia per la supremazia nel Caucaso e in tutta l'Asia Centrale, nonché delle pesanti ingerenze imperialiste di queste superpotenze, e dei loro trust di riferimento, negli affari interni degli Stati dell'Asia centrale e dei Balcani per soffocare le lotte per l'indipendenza nazionale. In particolare il conflitto tra Washington e Mosca si concentra su un tesoro da 30 miliardi di barili delle riserve del Caspio, tra i più grandi giacimenti al mondo dopo Arabia Saudita e Alaska. Gli Stati Uniti cercano di ottenere influenza nella regione, e Mosca di recuperarla. Il grosso boccone che si contendono i pescecani del petrolio è il giacimento di Kashagan, in Kazakistan, la principale scoperta in campo petrolifero degli ultimi trent'anni (avvenuta nel 2000). È il secondo giacimento al mondo per riserve accertate. Attualmente il suo sfruttamento, in mano a un consorzio internazionale guidato da Eni (e tra gli altri Exxon Mobil, Royal Dutch Shell, Total), è stato posticipato al 2011. Il 30 novembre scorso, con il plauso del neoduce Berlusconi, Eni, attraverso la joint venture VICO CBM Limited, si è aggiudicata oggi una quota del 37,8% nella licenza Sanga Sanga, in Indonesia, per la produzione di gas da giacimenti di carbone (Coal-Bed Methane - CBM), il partner è proprio la britannica BP anch'essa con il 37,8%, Opicoil, e la sussidiaria americana della Taiwan's CPC con il 20%. Per completezza di informazione sui rapporti tra petrolieri e criminalità organizzata dobbiamo ricordare un documento del Foreign Office scritto pochi mesi prima dell'incidente aereo in cui Enrico Mattei venne assassinato, dove si legge che in quanto fautore dell' indipendenza energetica e di una politica estera sganciata dagli interessi delle "7 sorelle anglo-americane" l'allora presidente dell'Eni "rappresentò una crescente minaccia per gli interessi britannici e le sue compagnie petrolifere". BP oggi monopolizza anche la produzione di pannelli solari a seguito dell'acquisizione della Lucas Energy Systems nel 1980 e della Solarex (come parte dell'acquisizione di Amoco) nel 2000. BP Solar possedeva il 20% del mercato mondiale dei pannelli fotovoltaici. Mentre si consumava l'ennesima catastrofe nel Golfo del Messico in Italia, al Solarexpo di Verona, la fiera internazionale dedicata alla sostenibilità energetica, si plaudeva all'alleanza tra la Bp Solar e l'Allianz Group che hanno stretto un accordo per l'acquisizione di sei parchi fotovoltaici già costruiti in Puglia: una collaborazione sancita nella prospettiva di un maggiore investimento sul mercato fotovoltaico italiano, considerato strategico per tutte le grandi compagnie petrolifere, compreso le holding mafiose, non tanto per l'abbondanza di sole quanto per la generosa tariffa di incentivazione in "Conto Energia". Dieci giorni prima dell'accordo, del resto, la Bp Solar aveva stipulato un altro accordo con la Fotowatio Renewable Ventures (Frv), multinazionale spagnola specializzata in energie alternative, per la realizzazione in Italia meridionale di impianti fotovoltaici per una potenza di 37,1 Mw, pari ad un investimento di 125 milioni di euro. Nessuna obiezione da parte del governatore Nichi Vendola. La BPAmoco è stata tra i principali fomentatori dell'aggressione ed occupazione dell'Irak e il pozzo saltato in aria nel Golfo del Messico lo ha costruito la Halliburton, di proprietà per anni di Dick Cheney, prima di diventare vice presidente degli Stati Uniti d'America. Anch'essa è tra i principali responsabili del genocidio in corso in Iraq per "esportare la democrazia", o meglio per fare assegnare alla Halliburton e Bp contratti di ogni tipo per miliardi e miliardi di dollari. Dai dati del 2008 si evince che è stato soprattutto l'alto prezzo del petrolio, superiore ai 120 dollari per barile, a trainare i profitti recenti della compagnia inglese. Il colosso britannico ha dichiarato che la produzione è rimasta invece invariata rispetto al livello di 3,83 milioni di barili al giorno registrato l'anno precedente. I profitti della divisione raffinazione, concentrate sul mercato Usa, sarebbero invece diminuiti di 539 milioni di dollari, dagli oltre 2,7 miliardi di dollari riportati nel 2007. La Compagnia ha di recente tagliato 5 mila posti di lavoro e con ciò risparmiati 4 miliardi di dollari, nonostante sia da anni l'holding quotata in borsa con il miglior rendimento nell'indice S&P 500. 26 maggio 2010 |