La strage di bambini Usa è frutto della mentalità borghese del superuomo e del militarismo Lo scorso 14 dicembre un ventenne entrava nella scuola elementare di Sandy Hook di Newtown, una cittadina del Connecticut a un centinaio di chilometri a nord di New York, armato di due pistole e un fucile da guerra e prima di suicidarsi uccideva venti bambini tra i cinque e i dieci anni e sette adulti che avevano cercato di fermarlo. Prima di uscire da casa aveva ucciso anche la madre. Una strage di bambini che si aggiunge a quelle di un lungo elenco che potrebbe essere aperto dal massacro del 1999 nella Columbine High School di Littleton, in Colorado, costato la vita a dodici studenti e a un insegnante, che scuote per le giovani vittime e le modalità, perché messa in atto da un giovane per motivi non ancora conosciuti. Una lista aperta tanto che contemporaneamente alla strage nella scuola elementare di Newtown, la polizia arrestava a Bartlesville, in Oklahoma, un diciottenne che progettava di compiere una strage nel proprio liceo. Il 29 dicembre un medico legale del tribunale del Connecticut ha ordinato l'analisi del DNA del giovane assassino. Ha contattato i genetisti dell'Università del Connecticut per chiedere loro di cercare all'interno del genoma del giovane qualsiasi mutazione genetica che potrebbe spiegare il comportamento del giovane. Una indecente caccia a un fantomatico "gene del male". Poco prima un senatore democratico aveva formalmente rivolto all'Accademia nazionale delle scienze la richiesta di verificare l'opportunità di effettuare uno studio che indaghi gli effetti dei giochi violenti sui comportamenti dei bambini. Nel discorso pronunciato in diretta televisiva a poche ore dalla strage il presidente Obama affermava che "come Paese ci siamo passati troppe volte, abbiamo vissuto troppe tragedie come questa, è ora di prendere provvedimenti". E affermando che "non si può sostenere che la violenza esercitata anno dopo anno sui nostri figli sia, in qualche modo, il prezzo della nostra libertà", indicava come bersaglio della sua iniziativa la messa in vigore del bando contro la vendita delle armi d'assalto. Quella legge emessa dall'amministrazione Clinton nel 1994, dopo una sparatoria su un treno di Long Island dell'anno precedente, che vietava la vendita delle armi d'assalto, inclusi fucili e pistole semiautomatiche che permettevano l'uso di megacaricatori come quelle usate dall'assassino di Newtown; la legge era scaduta nel 2004 e lo stesso Obama finora l'aveva lasciata nel cassetto. Per ritirarla fuori in questa occasione seppur non direttamente ma appoggiando una proposta di legge simile presentata da una senatrice democratica. In ogni caso la vendita di armi non da guerra resterebbe libera come ora, e non convince affatto la soluzione pensata da Obama; come le altre avanzate da parlamentari e giudici, fino alla nazista ipotesi genetica. La strage di bambini a Newtown è piuttosto frutto della mentalità borghese del superuomo e del militarismo, che fa parte della cultura capitalista americana e che è esportata nel mondo spesso come modello positivo, persino nella paccottiglia cinematografica che imperversa nelle sale cinematografiche e nelle TV, dai vari Rambo ai singoli uomini che si fanno giustizia da soli. 9 gennaio 2013 |