In risposta alle provocatorie dichiarazioni del neoduce e per abrogare le controriforme Gelmini Centinaia di manifestazioni in tutta Italia Assediato il Senato il 23 e 28 ottobre. Si estendono le occupazioni. A Roma fallisce il tentativo dei neofascisti di Blocco studentesco di prendere la testa del corteo. Imponente manifestazione a Palermo il 27 ottobre Il PMLI presente come partito a Napoli, Benevento, Forlì e nel Mugello. In prima fila gli studenti-marxisti leninisti a Roma, Palermo e Benevento Ci ha provato il neoduce Berlusconi a stroncare la mobilitazione di massa che da settimane infiamma l'università e la scuola italiane, ma non c'è riuscito. Anzi, come risposta alla sua arroganza fascista, la protesta, assumendo toni sempre più decisi, è dilagata come un'onda in piena. Anche il Viminale, da parte sua, ha tentato di mettere un argine alla contestazione, distorcendone le cifre: "Il dissenso - fa sapere Maroni - ha avuto finora modo di svilupparsi in circa 300 manifestazioni tenute nell'intera penisola dal primo al 23 ottobre, con 150 scuole e 20 facoltà universitarie occupate". Dati che non corrispondono alle centinaia di migliaia di manifestanti anti-Gelmini che abbiamo potuto vedere in tutte le piazze italiane. Ad oggi le manifestazioni di studenti, docenti e personale tecnico, amministrativo e ausiliario non si contano più. Anche dai "primi dati parziali", pubblicati qualche giorno fa sul sito dell'Unione degli Studenti, emergono cifre che danno la dimensione di una mobilitazione di massa. Gli istituti in assemblea permanente, autogestione o occupazione erano circa 200 da Nord a Sud, alla fine della settimana scorsa. In alcune città, come a Salerno e Avellino, tutte le scuole superiori sono occupate. E per di più va considerato che, negli ultimi giorni, le occupazioni si sono moltiplicate. Dunque, ben lontane dalla minimizzazione di stampo fascista voluta dal ministero dell'interno, le cifre del dissenso alle controriforme scolastiche e universitarie sono cresciute proprio dopo le minacce di Berlusconi e promettono di crescere ancora, in vista della discussione in Senato del 28 ottobre, della votazione, prevista per il 29, e dello sciopero confederale del 30 ottobre. Il movimento cresce e si allarga dal centro a coinvolgere la periferia delle città, e persino ai piccoli paesi. In queste zone, infatti, le masse studentesche, il personale docente e non, saranno più duramente colpiti dai tagli. Un'altra nota estremamente positiva è che sta crescendo anche il livello organizzativo del movimento, che assedia il Senato per giornate intere, blocca le città, occupa le stazioni, fa irruzione nelle manifestazioni culturali, come è successo a Firenze e Roma. Questo movimento, se proseguirà nella lotta con la determinazione mostrata finora, riuscirà nel suo intento di costringere il neoduce a ritirare le controriforme. Ciò grazie anche al fatto che i provvedimenti del governo, colpendo tutto l'arco dell'istruzione pubblica, hanno compattato studenti, dalle elementari alle università, personale docente e non, ricercatori, dottorandi, famiglie. Tutti sono uniti e solidali nella lotta. Si tratta, inoltre, di un movimento le cui rivendicazioni godono dell'indiscutibile appoggio dell'opinione pubblica, come attestano le dimostrazioni di solidarietà delle masse popolari verso i cortei che ormai quotidianamente paralizzano intere città, da Nord a Sud. Il movimento è forte, lo dimostra lo schiaffo politico ed organizzativo dato a Berlusconi quando ha dichiarato di voler militarizzare scuole e università. Gli studenti hanno dato una grande prova di maturità politica, organizzativa e democratica, e non si sono lasciati intimidire dalla gravissima provocazione. Il 23 ottobre, la capitale è stata bloccata da manifestazioni e mobilitazioni. Al grido di "Tutta Roma deve essere occupata", un imponente corteo di quarantamila studenti medi e universitari, docenti, maestri, personale tecnico amministrativo, famiglie con i bambini hanno assediato il Senato. Contestati e fischiati i senatori del Pdl, del Pd e il segretario del Prc, Paolo Ferrero. La folla urlava: "Non ci rappresenta nessuno. Ci state strumentalizzando"; "Siete tutti pregiudicati". La protesta è talmente forte che da dentro Palazzo Madama sono state oscurate le finestre che guardano sulla piazza gremita di migliaia di manifestanti. Si è trattato della più grossa risposta organizzata al neoduce e alla gerarca Gelmini. Già nella giornata, migliaia di studenti dei licei Pasteur, anima della protesta nella zona Nord di Roma, del Fermi, Cartesio, Gassman, Tacito, Einstein, Seneca, Russell, De Chirico, Margherita di Savoia, Kant, avevano bloccato le periferie nord e sud della città ed erano anche partite le occupazioni di vari istituti, tra cui il Tasso e il Malpighi. Altri partecipati cortei erano stati organizzati a Macerata, Matera, Firenze, Torino, Napoli, Palermo, Potenza. Anche il 24 ottobre è stata una giornata di lotta in tutta Italia. A Palermo una fiaccolata funebre per la morte della scuola e dell'università pubbliche, con migliaia di partecipanti, è partita dai licei e si è estesa anche agli studenti universitari. Anche a Cosenza, Trieste, Milano, Napoli, Rovigo, Cagliari, Catanzaro e Bergamo cortei con migliaia di manifestanti. La manifestazione più grande si è tenuta a Roma, dove un corteo di 10.000 studenti medi è confluito a Piazza Navona, a poche decine di metri dal senato. Nella serata gli studenti hanno occupato l'Auditorium di Roma, dove si festeggiava il Festival del Cinema, ottenendo una grossa visibilità alla loro protesta. Certamente l'iniziativa deve aver fatto infuriare le istituzioni borghesi, perché da loro deve essere partito l'ordine che ha dato il via al proditorio assalto e al pestaggio perpetrato dalle "forze dell'ordine" contro il pacifico sit-in. Sabato 25 ottobre decine di cortei e iniziative di protesta si sono svolte in tutte le città italiane. Nel Sud, particolarmente colpito dalle controriforme la protesta si è estesa. In Sicilia si sono svolti cortei a Palermo e Catania e ad Enna è stato occupato il liceo Colajanni. A Nicosia (Enna) sono entrati in autogestione tutti gli istituti superiori, a Troina (Enna) gli studenti sono mobilitati. Anche in Calabria gli studenti hanno organizzato cortei e assemblee. Nel cosentino, ad Amantea, l'autogestione è in atto al liceo scientifico, all'istituto professionale, al commerciale e all'industriale. In provincia di Catanzaro assemblee si svolgono al liceo Campanella di Lamezia Terme. A Potenza è nato il Coordinamento dei docenti della scuola e dell'Università della Basilicata. In Sardegna le scuole e le università sono in mobilitazione. In Molise e in Puglia moltissime sono le assemblee permanenti interne agli istituti. Secondo alcune stime a Napoli sarebbero 60 gli istituti superiori occupati, autogestiti o con assemblee permanenti e in Campania sarebbero 120. La mobilitazione a livello nazionale si è intensificata nella settimana a partire dal 27. Nella giornata di lunedì un imponente corteo si è svolto a Roma con la partecipazione di migliaia di studenti medi e universitati. La manifestazione è riuscita in pieno, nonostante la provocazione dei neofascisti di Blocco studentesco di occupare con la forza la testa del corteo. I neofascisti si sono piazzati in cima impedendo con un cordone di teste rasate ai manifestanti di oltrepassare il loro striscione. Già prima della partenza gli esponenti di estrema destra hanno inneggiato al duce. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: le scuole più vicine, tra cui i licei Aristofane, Tasso, Virgilio hanno tentato di cambiare percorso per isolare i neofascisti, ma la polizia lo ha impedito. Gli studenti allora hanno rallentato il passo per isolare la testa, azione riuscita in pieno, visto che i neofascisti sono stati messi fuori dal corteo. Alcuni studenti del Tasso hanno dichiarato: "Onde evitare fraintendimenti da parte dell'informazione pubblica, vogliamo sottolineare il fatto che la manifestazione di ieri non è stata promossa e guidata da Blocco studentesco". Ancora una volta gli studenti hanno dato dimostrazione di maturità politica. Che il comportamento del movimento romano serva da esempio e che i fascisti e i provocatori d'ogni sorta siano messi fuori dalle manifestazioni e dalle assemblee, senza indugio. Nella stessa giornata, la manifestazione più imponente e combattiva è stata quella di Palermo, dove in corteo hanno sfilato unitariamente oltre quarantamila studenti medi e universitari. Nella giornata del 28, mentre scriviamo, a Roma migliaia di studenti e lavoratori assediano il Senato, in vista della discussione del decreto legge, partita alle 17. Tanti gli striscioni esposti, tra cui: "Noi non siamo minoranza. Siamo un popolo che avanza!". Le "forze dell'ordine" hanno militarizzato la zona che va da Piazza Navona a Largo Madama e hanno isolato la zona di Corso Rinascimento. La più bersagliata dalle parole d'ordine è la gerarca Gelmini: "tagliati, tagliati lo stipendio o Gelmini tagliati lo stipendio", canta la piazza. Tra loro anche gli studenti marxisti-leninisti romani in prima fila. A Napoli il PMLI continua ad appoggiare in maniera militante il movimento, con volantinaggi di Partito e partecipando alla mobilitazione con i propri studenti. A Benevento gli studenti marxisti-leninisti sono in prima linea e vengono diffuse instancabilmente le posizioni del PMLI. Nel Mugello sono state effettuate delle diffusioni di volantini, come anche a Forlì, dove sono andati letteralmente a ruba. A Roma e a Palermo i marxisti-leninisti erano presenti nelle assemblee e nelle manifestazioni come studenti. 29 ottobre 2008 |