Studenti in piazza contro la repressione e per i finanziamenti all'istruzione pubblica No alla repressione! Tagliare le spese militari e finanziare l'istruzione pubblica! È con queste parole d'ordine che le studentesse e gli studenti della Rete per la Conoscenza (Unione degli Studenti e coordinamento universitario "Link") hanno promosso manifestazioni e sit-in in oltre 30 città d'Italia in occasione del 4 novembre, giornata delle Forze armate, scagliandosi contro la repressione fascista imperante (appena il giorno prima era avvenuto il criminale sequestro degli studenti alla stazione Tiburtina di Roma), per il taglio delle spese militari, il ritiro dalle missioni di guerra all'estero e il rifinanziamento della scuola e dell'università pubbliche. Ma anche contro il G20 in corso a Cannes, perché "Non possono essere né 8, né 20 potenti della Terra a decidere della vita di miliardi di persone". "Il governo italiano", scrive la Rete, "investe 28 miliardi di euro all'anno in spese militari, quando basterebbero 350 milioni per poter garantire a tutti gli studenti idonei la borsa di studio. Ha speso 13 miliardi per l'acquisto di caccia F-35 mentre tagliava 1,5 miliardi ai finanziamenti all'università mettendo gli atenei in ginocchio. Ha finanziato nel 2011 con 700 milioni la missione militare in Afghanistan mentre riduceva del 95% il fondo per il diritto allo studio portandolo dai 246 milioni del 2009 ai 13 milioni del 2012". Uno dei centri più significativi della protesta è stato senz'altro Milano, dove gli studenti si sono uniti alla FIOM e ai metalmeccanici in sciopero, dando vita ad un bell'episodio di unità fra operai e studenti nella lotta, unità che auspichiamo sarà sviluppata ed estesa. A Torino, superblindata dalle "forze dell'ordine", un migliaio di studenti scesi nelle strade dietro ad una bandiera No TAV ed allo striscione: "Salvate le scuole e non le banche, ora inizia il nostro tempo", hanno prima protestato sotto l'assessorato al diritto allo studio dove si stava tenendo una conferenza, quindi hanno "assaltato" la sede della BNL (Banca Nazionale del Lavoro) scrivendo sul portone d'ingresso: "Contro la crisi rifiuta il debito". A Trieste gli studenti, accampati da una settimana nel centro della città, hanno organizzato azioni di disturbo della celebrazione militarista. A Napoli in 7mila hanno raggiunto la sede del Consiglio regionale per protestare contro i tagli al diritto allo studio. A Salerno oltre un migliaio di studenti hanno protestato sotto la sede della provincia. A Bari è stato allestito un presidio permanente davanti alla sede della Banca d'Italia, nel quale si è sviluppato un dibattito su come uscire dalla crisi e non pagare il debito. A Palermo gli studenti hanno protestato sotto la sede di Serit-Equitalia, costringendola a chiudere gli uffici e suscitando l'appoggio delle masse popolari, quindi hanno bruciato delle cartelle esattoriali, rivendicando il diritto all'insolvenza. In più realtà gli studenti hanno inscenato dei "flash mob" travestendosi da militari impegnati a distruggere l'istruzione pubblica, evidenziando come le spese militari strangolino quelle per la scuola e l'università. Il prossimo appuntamento è per il 17 novembre, la giornata internazionale del diritto allo studio, che quest'anno avrà una valenza ancora più significativa perché si tratta di un diritto sotto pesante attacco da parte del governo e della Gelmini, che, dopo aver inflitto pesanti tagli al fondo per il diritto allo studio, hanno in cantiere una controriforma che prevede l'aumento dei crediti formativi necessari per ottenere la borsa di studio, nonché la sua graduale sostituzione con prestiti bancari da restituire al termine dopo la laurea. Una controriforma tutta da affossare perché nega il diritto allo studio, vuole sfollare gli studenti più poveri e disagiati dalle università ed è pure incostituzionale, e rientra nel piano governativo di demolizione dell'istruzione pubblica. Lavoriamo affinché il 17 novembre sia una grande giornata di lotta contro il governo antistudentesco del neoduce Berlusconi, per la scuola e l'università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti! 9 novembre 2011 |