Gli studenti napoletani assaggiano a più riprese i manganelli di Letta e Alfano Aggrediti dalla polizia che proteggeva il ministro dell'istruzione Carrozza (PD). La capeggiava il famigerato (G8 di Genova) vicequestore Fiorillo Il 7 maggio in occasione della visita del ministro dell'istruzione del governo Letta-Berlusconi, Maria Chiara Carrozza (PD), a Napoli per incontrare i rettori delle università campane, nella sede della prefettura in piazza Plebiscito, le reti studentesche napoletane hanno manifestato per protestare contro le violente cariche del giorno precedente alla Statale di Milano e per ribadire al nuovo ministro l'opposizione alle politiche di tagli che hanno ridotto al lumicino il diritto allo studio in Italia. Come tutta risposta sono stati proditoriamente caricati dalla polizia ben tre volte in un giorno. La prima volta durante il sit-in della mattina. Gli studenti avevano reagito con slogan antifascisti alla presenza in piazza Plebiscito di alcuni squadristi di Forza Nuova che tra saluti romani e parole d'ordine neonaziste hanno lanciato un casco contro il sit-in studentesco. A quel punto la polizia ha caricato non i neonazisti ma gli studenti con una tale violenza che un giovane è stato ferito. Alla prima, è seguita una seconda carica, il cui bilancio è di alcuni studenti fermati, portati nei locali della prefettura e qui minacciati con intimidazioni fisiche e verbali, prima di essere rilasciati. Dopo quanto successo, gli studenti e le studentesse hanno deciso di occupare il rettorato dell'università Federico II, di indire una conferenza stampa e di tornare a manifestare nel pomeriggio. La terza carica è avvenuta in via San Sebastiano, a poca distanza dal conservatorio di San Pietro a Majella, dove si trovava in quel momento il ministro dell'Istruzione. La carica per impedire agli studenti di arrivare fin sotto le finestre del Conservatorio a contestare la ministra è stata talmente violenta che anche alcuni passanti sono stati aggrediti e scaraventati per terra, mentre ad un videogiornalista è stata sequestrata la videocamera con cui riprendeva le cariche. Sarebbe il vicequestore Fiorillo che dirigeva le cariche ad aver aggredito personalmente il videogiornalista. Il famigerato vicequestore Fiorillo era a Genova nel 2001. Fiorillo, immediatamente dopo l'assassinio di Giuliani fu chiamato con il reparto che dirigeva ad occupare piazza Alimonda. Fiorillo non disse nulla nel processo per la morte di Giuliani circa il sasso che sfigurò il giovane in fin di vita e non si accorse del linciaggio del fotoreporter Eligio Paoni a cui in quella piazza fu spaccata la testa, fratturata una mano e distrutta la macchina fotografica. Vergognosamente falsa la ricostruzione della giornata fatta da alcuni quotidiani borghesi, tra cui la Repubblica, secondo cui le "forze dell'ordine" sarebbero intervenute con le due cariche della mattina per sedare una presunta rissa tra i lavoratori dei Consorzi di bacino presenti in piazza nell'ennesima manifestazione per richiedere certezze sul loro futuro lavorativo, e i collettivi studenteschi. I lavoratori hanno infatti, in seguito alla duplice aggressione di fascisti e polizia, dimostrato apertamente la loro solidarietà agli studenti dichiarando la loro estraneità ai neonazisti in piazza. Gli studenti e i lavoratori non sono caduti in una micidiale trappola politica che tentava di metterli gli uni contro gli altri. Anche la ministra Carrozza ha sostenuto la tesi di un presunto scontro tra lavoratori e studenti che ha reso necessario l'intervento della polizia: "Voglio dialogo anche aspro tra avversari, discussioni accese, ma mai la violenza. Questo no". La ministra mostra immediatamente di che pasta è fatta, giustificando, coprendo e difendendo il comportamento delle "forze dell'ordine". Con l'aggressione agli studenti di Milano e poi a quelli di Napoli Letta e il ministro dell'interno Alfano hanno mostrato immediatamente il vero volto del governo, in perfetta continuità con i precedenti governi Monti e Berlusconi, e da poco insediatosi per sancire ufficialmente anche a suon di manganellate il regime neofascista e presidenzialista. Gli studenti napoletani hanno dichiarato che continueranno la loro lotta senza farsi fermare dal governo, dai fascisti e dalla polizia. Il PMLI auspica che cresca contro il governo Letta-Berlusconi un'opposizione di classe, nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università e nelle piazze con l'obbiettivo di farlo cadere e riaprire la strada al vero cambiamento che vuol dire abbattere il capitalismo, rovesciare dal potere la classe dominante borghese e conquistare una nuova società governata finalmente dal proletariato, il socialismo. 22 maggio 2013 |