"Contro le politiche economiche e sociali del governo Monti" Pieno successo dello sciopero generale dei "sindacati di base" A Roma e Milano entusiasmo fra i manifestanti verso il PMLI, intervistato da varie televisioni tra cui l'iraniana Irib Quasi nel silenzio totale della stampa e dei media borghesi asserviti al governo del tecnocrate borghese liberista Monti e ai partiti borghesi che lo sostengono, centinaia di migliaia di lavoratori hanno aderito allo sciopero generale di 24 ore del 22 giugno del "sindacalismo di base" (Usb, Cub, Cib-Unicobas, Snater, Usi, Si-Cobas e Orsa) dei trasporti, al quale si sono uniti precari, lavoratrici e lavoratori dei settori pubblici, privati, grande distribuzione, alcune fabbriche in lotta e studenti universitari, anche consistenti pezzi di Cgil, di intere RSU, giuristi, costituzionalisti, nonché movimenti sociali. Hanno manifestato principalmente per le strade del centro di Roma e Milano mentre in altre città vi sono state varie iniziative di mobilitazione. Una "cappa mediatica", così come l'ha definita l'USB, che non è riuscita a nascondere il forte dissenso espresso nelle manifestazioni e mobilitazioni e che è presente fra gli operai, i lavoratori e fra le masse popolari verso la controriforma del "mercato del lavoro" del governo Monti e della "Marchionne" Fornero ma anche contro la complicità dei sindacati e in particolare della Cgil, che ha cancellato lo sciopero generale che aveva annunciato, e contro quell'appoggio incondizionato di quasi tutti i partiti borghesi all'esecutivo e alla sua politica di lacrime e sangue e di massacro sociale. Le motivazioni dello sciopero: contro le politiche economiche e sociali del governo Monti e il ricatto del debito, contro le privatizzazioni nel settore trasporti; contro l'attacco alle condizioni e al diritto del lavoro, contro l'aumento della precarietà e contro la manomissione dell'articolo 18; contro l'aumento delle tasse e contro l'IMU; contro l'attacco alla pensione, al diritto alla salute e alla sicurezza sui posti di lavoro, scritte sui molti cartelli e striscioni. Più che giusto e condivisibile l'appello dell'USB che invitava alla mobilitazione: "tutti i movimenti, alle forze sociali, a quelle sindacali conflittuali e alle formazioni politiche che in questi mesi nel paese hanno costruito opposizione nei confronti delle misure antipopolari messe in atto dal governo Monti". Vi ha partecipato anche il PMLI, che in piazza c'è sempre stato e che ha riscosso entusiastici consensi e attenzioni dai lavoratori e dai mass-media, fra queste le televisioni iraniana IRIB, tedesca RDF e l'italiana SKY (vedere i servizi locali di Roma e Milano). Iniziative di mobilitazione si sono svolte in Sardegna. Alta la partecipazione allo sciopero dei lavoratori autoferrotranvieri della regione Sicilia, fermo il trasporto pubblico a Napoli e provincia, grandi disagi nella città di Salerno. Oltre il 70% di adesione nel settore a Venezia, oltre il 50% nella navigazione. A Gorizia fermi il 70% dei bus urbani, il 53% a Trieste, adesione del 47% nel servizio urbano della città di Udine, il 19% a Pordenone. Esclusa la Regione Emilia-Romagna dalla mobilitazione di sciopero, a causa del sisma che l'ha colpita, anche se una delegazione ha aperto il corteo di Milano. Arriva al 90%, secondo i sindacati, l'adesione allo sciopero dei trasporti a Torino. A Firenze si è svolto un corteo nella zona della piana fiorentina, di fronte alle fabbriche in lotta, Richard Ginori e GKN, con la partecipazione dei lavoratori del settore pubblico e con l'adesione di alcune Rsu della Cgil. Giorgio Cremaschi, Rete 28 Aprile Cgil, sostenendo la mobilitazione, ha affermato: "Bisogna rispondere con tutte le forze a disposizione". 27 giugno 2012 |