Contro la raffica di tagli e l'ondata di licenziamenti. "E' a rischio la sanità pubblica" Bel successo dello sciopero della sanità Combattivo presidio in piazza Montecitorio Lunedì 19 luglio ben il 75% dei lavoratori dipendenti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) hanno scioperato per 24 ore contro la manovra economica di lacrime e sangue del governo e gli spaventosi tagli alla sanità pubblica, in attuazione del federalismo fiscale, che mettono in ginocchio il sistema sanitario nazionale e radono al suolo quel che resta della sanità pubblica nel Mezzogiorno. Saltati interventi chirurgici, visite specialistiche ed esami non differibili, altissima è stata l'adesione in tutte le regioni. Alcune centinaia di medici si sono recati a Roma per protestare in Piazza Montecitorio armati di bandiere, fischietti e vuvuzuelas ed hanno srotolato un enorme striscione "No ai tagli alla Sanità". Tutte le organizzazioni sindacali del comparto in rappresentanza del personale della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria professionale, tecnico-amministrativa (Anaao Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi-Emac, FP Cgil Medici, Fvm, Fassid, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Sds Snabi, Aupi, Sinafo, Fedir sanità, Sidirss) denunciano che "il decreto legge n. 78 del 31/5/2010 recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica toglie risorse al finanziamento del sistema sanitario ed al mantenimento dei livelli essenziali di assistenza" e "non contiene alcuna modifica rispetto al testo iniziale in merito al blocco del turn over che comporterà 30.000 camici in meno, al licenziamento dei precari anche in settori fondamentali come il pronto soccorso e i trapianti, alla precarizzazione di tutti gli incarichi professionali, al congelamento della progressione economica previste dal CCNL, alla mancata retribuzione dei turni notturni e festivi, alle penalizzazioni dei giovani nel trattamento economico". Nello specifico sono confermati: 1) il blocco dei rinnovi contrattuali per il personale dipendente dalle pubbliche amministrazioni per il triennio 2011-2013; 2) il taglio dal 2011 per tutta la pubblica amministrazione dei contratti a tempo determinato o di collaborazione coordinata e continuativa, al limite del 50% della spesa sostenuta per la stessa finalità nell'anno 2009 (12 mila i licenziamenti nella sanità pubblica); 3) la riduzione del finanziamento al SSN, 418 milioni di euro per il 2011 e 1.132 milioni per il 2012; 4) il taglio di 10 miliardi di euro nelle risorse alle Regioni con inesorabili ricadute sul settore socio sanitario che costituisce il 70% del loro bilancio; 5) il blocco del turn over per il personale del pubblico impiego (per carenze d'organico stimate in almeno 20 mila unità); 6) l'innalzamento dell'età pensionabile a 65 anni per tutte le lavoratrici del Pubblico impiego. Il segretario nazionale FP Cgil medici Massimo Cozza ha affermato: "Chiediamo scusa ai cittadini per i disagi ma è in gioco il bene prezioso della sanità pubblica". E da buon gerarca del nuovo Mussolini il Ministro della demolizione della Sanità Ferruccio Fazio gli ha "risposto" con l'ennesimo me ne frego della piazza ed una raffica di bugie: "La manovra non ha toccato la Sanità. Non sono previsti né ticket né tagli". "Non si prevede il blocco del turn over nelle Regioni con i conti a posto, pensiamo ai contratti a tempo per valorizzare il merito" confermando tra l'altro che il provvedimento del governo, compreso l'aumento delle addizionali Irpef ed Irap per le regioni "non virtuose", resterà blindato e solo dopo ci sarà l'atteso incontro con le Regioni, richiesto ricordiamo con timidezza ed inconcludenza (alla minaccia di riconsegna delle deleghe è seguita una repentina marcia indietro) dal rinnegato Vasco Errani (PD). Il PMLI invita i lavoratori della sanità a non mollare la piazza e ribadisce invece che contro il federalismo fiscale e la superstangata di Tremonti, tenaglia che frantuma l'unità d'Italia e quel che resta del cosiddetto "Welfare State" e del Sistema sanitario nazionale, occorre proclamare subito lo sciopero generale con manifestazione sotto Palazzo Chigi e che per abbattere il governo della macelleria sociale, del bavaglio ai media e della restaurazione del fascismo, occorre un nuovo 25 Aprile! 21 luglio 2010 |