Operai vittime del capitalismo e del governo Monti Due coniugi di Civitanova Marche suicidi per povertà Per il dolore si getta in mare il fratello di lei Contestati ai funerali il sindaco e la presidente della camera Boldrini Un'intera famiglia operaia stritolata dal capitalismo. Romeo Dionisi, muratore licenziato a 62 anni, costretto ad aprire una partita Iva per pagarsi i contributi INPS e aspirare ad una pensione di 600-700 euro e Anna Maria Sopranzi, 68 anni, sua moglie, pensionata, con 400-500 euro al mese si sono impiccati nel garage della loro abitazione. Il fratello della donna, Giuseppe Sopranzi, 72 anni, operaio calzaturiero con una pensione misera, appresa la notizia del suicidio dei due stretti parenti si è annegato gettandosi in mare. La famiglia di pensionati non riusciva più ad andare avanti, sommersa dalle spese giornaliere. L'affitto non pagato da 4 mesi, i versamenti all'INPS per cui Dionisi era stato costretto ad indebitarsi con banche e finanziarie per alcune migliaia di euro in attesa che l'impresa edile per la quale aveva lavorato in nero gli risarcisse i salari non retribuiti. Alla fine l'incubo del pignoramento perché l'operaio non aveva più incassato i soldi che la sua ex-ditta gli doveva. È successo a Civitanova Marche, un paese di 41mila abitanti sulle coste dell'Adriatico, in provincia di Macerata, stritolato dalla crisi dell'economia marchigiana, la quale in un solo anno ha perso 1.200 imprese. Il dato della disoccupazione marchigiana nel 2012 si attesta all'11,3%, con un valore mai raggiunto finora nei 20 anni di rilevazioni ISTAT. Nel 2012 coloro che cercavano lavoro sono cresciuti di 24 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2011, raggiungendo la cifra di 81.000 disoccupati. Un esercito al quale apparteneva anche Romeo Dionisi quello di coloro che nel 2012 cercavano il lavoro dopo aver perso quello che avevano: un esercito di 38.000 disoccupati. E poi accanto al dramma della disoccupazione operaia, quello della povertà in continua crescita che colpisce in modo estremamente duro le famiglie di pensionati a basso reddito. Problemi di sopravvivenza giornaliera ai quali le istituzioni locali e nazionali non hanno voluto dare alcuna risposta. La Marchionne in gonnella del governo Monti, Elsa Fornero, liquida sbrigativamente la faccenda dichiarando: "Evidentemente hanno sentito troppo forte il peso della crisi che stiamo vivendo". E no! Non è mica responsabilità dei pensionati suicidi aver "sentito troppo forte il peso della crisi". Sono stati i provvedimenti del governo del tecnocrate borghese Monti a tutela dell'alta borghesia e della finanza a generato uno tsunami di disoccupati, licenziati, cassintegrati, "esodati", nuovi poveri, senza più diritti. Una macelleria sociale che non ha precedenti dal dopoguerra. "Omicidio di Stato" lo ha definito con esattezza la folla inferocita che ai funerali dei tre pensionati ha contestato le istituzioni borghesi presenti, rispedendo al mittente le lacrime di coccodrillo di Napolitano che dapprima ha aperto le porte alla macelleria sociale del neoduce e di Monti e adesso si dichiara "molto provato" dalla tragedia di Civitanova. "Omicidio di Stato". Chiediamoci, infatti, qual è stata l'azione della giunta regionale guidata dal PD Gian Mario Spacca, governatore delle Marche per due mandati di seguito dal 2005 ad oggi, per fronteggiare il problema della crisi dei comparti produttivi della regione, la disoccupazione, la povertà. Nulla di efficace, considerata la situazione, senza dimenticare che il suo partito il PD, è stato un pilastro del governo Monti. Chiediamoci che cosa ha fatto l'amministrazione comunale presieduta dal neopodestà Tommaso Claudio Corvatta che dal maggio 2012 guida un'amministrazione di "centro-sinistra". Nulla di concreto, dato il crescere della povertà a Civitanova. Non si può nascondere l'enormità del disagio che le istituzioni borghesi hanno riversato sui tre pensionati suicidi, come fa il neopodestà, tentando di far passare la tesi che le vittime hanno sbagliato perché non si sarebbero rivolte al comune chiudendosi "nel dolore senza chiedere aiuto". Ciò è falso, come dicono i parenti più vicini: "Non è vero che non hanno chiesto aiuto. Non glielo hanno dato". Bisogna dire piuttosto che l'assistenza alle famiglie in difficoltà in Italia oggi è un vero e proprio disastro, basti considerare i tempi lunghissimi delle pratiche e i miseri contributi erogati dallo Stato borghese. E ai funerali scoppia durissima la contestazione. Quando il neopodestà esce dalla chiesa per andarsene è costretto a superare un muro di oltre mille persone scortato da polizia e carabinieri. "Ladri!", "Assassini!", "neanche gli animali sono trattati così!" E al suo arrivo nella cittadina marchigiana anche la presidente della Camera, Laura Boldrini (SEL), è stata contestata. "Faceva meglio a non venire", le dice la sorella di una delle vittime. "Non ce la facciamo più. Non c'è futuro per i giovani", "Buffoni", "Vergognatevi", "Per voi siamo numeri", urla la folla. Denunce durissime nelle parole delle masse popolari che denudano l'umanitarismo, il pacifismo, il riformismo della presidente di Montecitorio, inchiodandola alle sue responsabilità di puntello delle istituzioni borghesi e di un sistema economico barbaro che produce solo rovina, disperazione, morte. La Boldrini tenta di ribaltare la questione dichiarando che si è trattato di "strumentalizzazioni politiche, imbastite da qualche frangia estremista". Concludiamo citando per tutti coloro che giustamente contestano il sistema attuale e le sue istituzioni, un passaggio dell'editoriale di Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI in occasione del 36° Anniversario della fondazione del Partito: "Per cambiare davvero l'Italia non c'è altra strada che quella di combattere contro il capitalismo, ma non basta. Occorre anche lottare per conquistare la società dei lavoratori, ossia il socialismo. Il che vuol dire accumulare le forze necessarie per la rivoluzione proletaria in modo da fare tabula rasa del capitalismo e delle sue istituzioni, cacciare la borghesia dal potere, istituire il sistema economico socialista senza più proprietà privata e sfruttamento dell'uomo sull'uomo, creare un nuovo ordinamento statale al servizio del popolo e instaurare il potere degli operai, che si chiama dittatura del proletariato". Solo così potremo rendere giustizia ai tre pensionati suicidi di Civitanova a tutte le vittime del capitalismo. 10 aprile 2013 |