A Treia, Cattolica e Misano di Gera d'Adda Sventati i tentativi di impedire al PMLI di affiggere sui tabelloni elettorali Sembra impossibile, eppure a ogni tornata elettorale c'è sempre qualche sindaco e relativa giunta comunale, indifferentemente di "centro-destra" o di "centro-sinistra", che tentano di impedire al PMLI di affiggere i propri manifesti sui tabelloni elettorali. In genere si tratta di città in cui il PMLI si presenta per la prima volta alle elettrici e agli elettori, come è accaduto per queste elezioni regionali a Cattolica in provincia di Rimini, ma ci sono anche casi di "inspiegabile" amnesia, per cui spazi fino a ieri assegnati, vale a dire in occasione di precedenti campagne elettorali, vengono poi negati come è accaduto in questo caso sia a Treia in provincia di Macerata, che a Misano di Gera d'Adda in provincia di Bergamo. Anche se poi abbiamo costretto tutti a "più miti consigli", ottenendo gli spazi sui tabelloni che ci spettano per legge. Ma qual è il pretesto con cui si tende a negare al PMLI il diritto all'affissione elettorale? A parte una indubbia prevenzione e ostilità di tipo politico nei confronti dei marxisti-leninisti da parte delle istituzioni rappresentative borghesi locali, che altrimenti sarebbero più caute e meno strafottenti, la risposta infatti alle nostre rimostranze in genere è "se non vi va bene fate ricorso al Tar", ben sapendo che i tempi burocratici sono tali che anche nel caso di accoglimento del nostro ricorso la campagna elettorale a quel punto sarebbe già terminata. Il motivo ufficiale per il diniego dell'assegnazione degli spazi è in genere quello che il PMLI, il quale svolge propaganda elettorale cosiddetta indiretta, mentre quella diretta la svolgono solo i partiti che presentano candidati da eleggere, non sostiene alcun partito o coalizione di partiti che concorre alle elezioni, ovvero non è il "fiancheggiatore" di nessuno. Questa tesi però è priva di ogni fondamento e nella nota scritta con la quale il nostro Partito diffida il sindaco interessato dal persistere nel negargli gli spazi di affissione elettorale, la questione viene ampiamente argomentata. In primo luogo viene ricordato, a chi avesse qualche difficoltà di lettura e di memoria, che la legge 4.4.1956 n. 212, che disciplina la propaganda elettorale, all'art. 1 stabilisce che "L'affissione di stampati, giornali murali od altri e manifesti, inerenti direttamente o indirettamente alla campagna elettorale, o comunque diretti a determinare la scelta elettorale, da parte di chiunque non partecipi alla competizione elettorale..., è consentita soltanto in appositi spazi" e che il successivo art. 4 precisa che "La giunta municipale... provvede altresì a ripartire gli spazi... fra tutti coloro che, pur non partecipando alla competizione elettorale... abbiano fatto pervenire apposita domanda al sindaco". Basterebbe già prendere atto di questo dettato legislativo da parte di sindaco, giunta comunale e funzionari preposti, per cessare ogni ulteriore tentativo di negare al PMLI l'assegnazione degli spazi. Troppo semplice e scontato per qualcuno, la manovra dilatoria si arricchisce in genere di un altro tassello. Si chiama in causa e ci si copre dietro la prefettura di riferimento che, alla vigilia di ogni campagna elettorale, di norma emana una propria circolare fatta pervenire ai vari comuni di competenza dove la questione dei "fiancheggiatori" viene riproposta pari pari. Purtroppo l'ignoranza giuridica sembra essere abbastanza diffusa presso certi burocrati comunali, cosicché siamo costretti nella nostra diffida a ricordare loro che per quanto proveniente da fonte "autorevole" nessuna circolare, interpretazione o istruzione, può contraddire quanto sancito da una legge, in questo caso quella della propaganda elettorale, la quale ovviamente prevale giuridicamente su tale tipo di atti. Il che, sia detto per inciso, vale anche per il decreto legge "interpretativo" e salva-liste del neoduce Berlusconi, un atto golpista con cui, grazie all'avallo di Napolitano nuovo Vittorio Emanuele III, si è compiuta una prevaricazione rispetto alla legge in vigore, chiarissima nei suoi termini, per far riammettere alla competizione le liste elettorali del Pdl nel Lazio e in Lombardia, in spregio dello stesso principio di giustizia borghese che a parole afferma "la legge è uguale per tutti". Dubitando comunque che quanto da noi sostenuto, anche se perfettamente veritiero e aderente alle norme in vigore, risulti sufficientemente convincente per i nostri interlocutori che da certe orecchie ci sentono molto poco, alla nostra diffida alleghiamo anche copia di una sentenza favorevole e di una delibera di risarcimento danni da parte di una giunta comunale, che abbiamo ottenuto in passato e che, almeno finora, hanno contribuito fortemente a far rinsavire sindaci e giunte comunali i quali, vedi anche per queste elezioni Treia (giunta lista civica di "centro-destra"), Cattolica (giunta di "centro-sinistra) e Misano di Gera d'Adda (giunta della Lega Nord), hanno finito per riconoscere che al PMLI spettano senza alcun dubbio gli spazi per l'affissione elettorale. La sentenza in questione è quella del Tar (Tribunale amministrativo regionale) della Toscana che nel 1995, su ricorso del PMLI e del Bolscevico, condannando il Comune di Prato (giunta guidata dal PDS-PD) evidenziò come con la non assegnazione degli spazi di affissione risultava "gravemente compromessa la libertà di manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantita (art. 21 della Costituzione)". In precedenza, nel 1994, il Comune di Monsummano Terme (giunta guidata dal PDS-PD), a seguito di una citazione in giudizio presso il tribunale civile di Pistoia, era stato costretto ad ammettere il proprio torto e a deliberare di corrispondere congiuntamente al PMLI e al Bolscevico una congrua somma a "titolo di transazione per risarcimento danni e rimborso spese legali". Probabilmente, visto quanto accaduto fino ad oggi e nonostante le nostre buone ragioni, i tentativi di mettere a tacere il PMLI e il suo organo di stampa sui tabelloni di affissione elettorale si ripresenteranno puntualmente anche in futuro, ma da parte nostra continueremo a respingerli con decisione come abbiamo sempre fatto. 10 marzo 2010 |