La Ue sblocca gli aiuti ma commissaria la Grecia Lavoratori e pensionati ancora in piazza davanti al parlamento La riunione fiume dei ministri delle Finanze dell'Eurogruppo del 20 febbraio sugli aiuti alla Grecia si è chiusa a notte fonda con il via libera al pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro, concessi in base a un piano di spesa dettagliato e che sarà verificato sul campo a Atene da inviati della cosiddetta troika, i delegati dell'Unione europea (Ue), della Banca centrale europea (Bce) e del Fondo monetario (Fmi). I soldi arriveranno a soccorrere il governo di Lucas Papademos ma non sarà l'esecutivo a deciderne l'impiego, il paese sarà commissariato di fatto dall'Europa. Come richiesto in particolare da Germania, Olanda e Finlandia, i paesi "virtuosi", quelli con i conti in ordine, secondo i parametri della Ue, e che migliorano i propri conti economici sfruttando anche difficoltà e debolezze dei partner europei. Gli aiuti intanto non arriveranno tutti assieme, i 130 miliardi di euro saranno concessi dal fondo salva Stati europeo e dal Fmi a rate entro il 2014. Rate condizionate dall'applicazione del piano di lacrime e sangue varato del governo Papademos per il ripianamento del debito e per evitare il fallimento del paese; la verifica del piano è affidata agli emissari della troika che si insedieranno in un ufficio a Atene e che vigileranno anche sul rispetto del punto che prevede l'obbligo per la Grecia di versare su un conto bloccato gli interessi delle sue future emissioni di titoli di Stato. Gli Stati dell'Eurozona hanno inoltre acconsentito a abbassare gli interessi sui prestiti concessi ad Atene nel 2010, nell'ambito del primo programma di aiuti, e "regalare" al paese la cifra di 1,4 miliardi di euro. La cura da cavallo dovrebbe permettere al governo di Atene di diminuire, entro il 2020, il disavanzo tra debito pubblico e prodotto interno lordo (pil) dall'attuale 160% al 120%, un livello che secondo i parametri decisi a tavolino da "tecnici" e politici dell'eurozona sarebbe "sostenibile". Un obiettivo che potrebbe essere di difficile realizzazione data anche la fase di recessione economica che fa calare il pil e rialzare il rapporto col debito pubblico. Già i 110 miliardi di euro stanziati da Ue e Fmi nel 2010 non sono serviti a invertire la rotta. L'accordo è stato commentato con grande soddisfazione dal primo ministro greco Papademos, dal capo dell'eurogruppo, il lussemburghese Jean Claude Junker, dal primo ministro italiano Mario Monti, secondo il quale il soccorso alla Grecia dimostrerebbe come "l'Europa sia ancora in grado di funzionare", e dalla francese Christine Lagarde, responsabile del Fmi secondo la quale la Grecia potrà tornare a essere competitiva. Intanto l'Europa imperialista si è dimostrata efficiente nello sfruttare la crisi economica solo per distruggere diritti e livelli di vita dei lavoratori e delle masse popolari oltre che nel salvataggio delle banche e delle finanziarie che l'hanno innescata.. Lo denunciavano le decine di migliaia di manifestanti che ancora una volta presidiavano piazza Syntagma a Atene il 18 e 19 febbraio. Studenti, lavoratori e pensionati sono tornati davanti la sede del parlamento, dopo le manifestazioni per lo sciopero generale di 48 ore del 10 e 11 febbraio e l'assedio esemplare del 12 febbraio, quando in 100 mila hanno assediato il parlamento contro le misure affamatrici in via di approvazione. Il 19 febbraio per le strade di Atene si è svolta anche una manifestazione in motocicletta che denunciava il continuo impoverimento del paese. Decine di sit in di solidarietà con la lotta del popolo greco si sono svolte nel fine settimana in varie città fra le quali Milano e Roma, Parigi, Berlino e New York. 22 febbraio 2012 |