Le tappe principali del processo di Palermo Nel 1967 Dell'Utri, 26 anni, è direttore sportivo del Bacigalupo. Qui conosce il "picciotto" Vittorio Mangano (futuro "eroe" e "stalliere" alla corte del neoduce Berlusconi ad Arcore) e Gaetano Cinà, parente dei boss Stefano Bontate e Mimmo Teresi. Nel 1973 il "pentito" Francesco Di Carlo racconta che Dell'Utri organizza a Milano un incontro tra Berlusconi e i boss Bontate e Teresi. È il primo di una serie di incontri con i capi vincenti di Cosa Nostra. Nel luglio 1974 su richiesta "dell'amico Gaetano Cinà" introduce ad Arcore lo stalliere Mangano, "picciotto" della famiglia di Porta Nuova con alle spalle tre arresti e denunce. Il pentito Giuffrè racconta che ci furono promesse di "reciproca disponibilità" per dare il via ai grandi affari edilizi del Nord come Milano 2. Nel 1984 La Fininvest ricomincia a pagare una quota annua di circa 200 milioni di lire come "contributo amichevole" a Cosa Nostra per far cessare gli attentati ai ripetitori e ai supermercati Standa. Marzo 1994 per la prima volta il nome di Marcello Dell'Utri, all'epoca amministratore delegato di Publitalia, viene accostato agli ambienti mafiosi. A svelare il criminale sodalizio fra mafia-politica-imprenditori ai magistrati di Caltanissetta sono i "collaboratori" Salvatore Cancemi e Tullio Cannella. Il 2 gennaio 1996 la procura di Palermo apre un'inchiesta per verificare le dichiarazioni di Cancemi e Cannella secondo cui i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, capimafia di Brancaccio, hanno stretti rapporti con il manager Fininvest. Il 21 aprile 1996 Marcello Dell'Utri viene eletto per la prima volta alla Camera, come deputato di Forza Italia. Il 26 giugno 1996 uffcialmente indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, Dell'Utri viene interrogato per oltre 11 ore. I Pm gli contestano una dichiarazione del pentito Antonino Calderone, secondo cui nel 1976 avrebbe messo a disposizione una casa a Milano per un incontro coi mafiosi. Il 19 maggio 1997 Dell'Utri viene rinviato a giudizio con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. La stessa sorte tocca al boss mafioso Gaetano Cinà, "l'uomo d'onore" che ai tempi della Bacigalupo lo aveva messo in contatto con "l'eroe" Vittorio Mangano poi "stalliere" alla corte del neoduce Berlusconi nella villa di Arcore. Il 5 novembre 1997 inizia il processo di primo grado che si conclude dopo sette anni di dibattimento, 256 udienze e l'esame di 270 tra pentiti, testimoni e consulenti. Tra i testi da sentire c'era anche Berlusconi: ma una volta (11 luglio 2002) il neoduce ha fatto sapere di avere impegni di governo e successivamente (26 novembre 2002) si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'8 giugno 2004 i Pubblici ministeri (Pm) Antonio Ingroia e Domenico Gozzo chiedono la condanna di Dell'Utri a 11 anni e di Cinà a sette. Il 20 giugno 2004 dopo 12 giorni di camera di consiglio, il tribunale (presidente Leonardo Guarnotta) infligge nove anni al senatore PDL e sette al boss Cinà. Per entrambi anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e due anni di libertà vigilata. Il 30 giugno 2006 inizia il processo d'appello davanti alla corte presieduta da Claudio Dall'Acqua (a latere Sergio La Commare e Salvatore Barresi). Il 28 febbraio 2006 all'età di 72 anni Cinà muore e Dell'Utri rimane l'unico imputato del processo. Il 17 settembre 2009 il Procuratore generale (Pg) Antonio Gatto chiede la citazione di Massimo Ciancimino che sulle tracce del padre Vito aveva cominciato a svelare i criminali rapporti tra mafia e politica e il "patto" fra Stato e Mafia. La richiesta dell'accusa viene respinta perché secondo i giudici Ciancimino oltre a essere un teste "contraddittorio" non è "di utile rilievo e apprezzamento processuale". Il 4 dicembre 2009 il dibattimento viene invece riaperto per ascoltare il nuovo collaborante Gaspare Spatuzza che nel carcere di Torino parla sia di Dell'Utri che di Berlusconi e riferisce delle confidenze fattegli dei boss di Brancaccio, Giuseppe e Filippo Graviano secondo cui i contatti avuti con Berlusconi e Dell'Utri sono riconducibili ai primi anni '90 e furono finalizzati a dettare le più importanti linee guida del progetto politico di Forza Italia messo in campo proprio in quegli anni. Il 16 aprile 2010 il Pg conclude la sua requisitoria con la richiesta di condanna per Dell'Utri a 11 anni di reclusione. 7 luglio 2010 |