Moltissimi atenei impongono illegittimamente tasse ben oltre il 20% ammesso dalla legge Tartassata l'iscrizione all'università Si accentua la selezione classista nell'istruzione pubblica In Italia, terzo Paese europeo per tassazione universitaria, per i figli del popolo accedere all'università è sempre più proibitivo e lo dimostra l'indagine, condotta dall'Unione degli Universitari (UdU), sulla contribuzione studentesca del 2011. Secondo il DPR 306/97, la contribuzione studentesca non deve superare il 20% dell'importo del finanziamento statale ordinario (Ffo); invece, come dimostra l'indagine, nel 2011, 36 atenei pubblici su 61 (il 59%) hanno superato questo tetto, di contro ai 31 del 2010. In certi casi questo superamento è stato a dir poco abbondante: 10 atenei impongono più di 400 euro illegittimi in media per studente, 5 atenei addirittura più di 500, con la Cà Foscari di Venezia che arriva a ben 602,20. L'Università di Bergamo per il 2011 chiede agli studenti 14,5 milioni di contribuzione, il 41% dei fondi Ffo ricevuti. Costi che gravano su quelli già insopportabili per trasporti, alloggio, materiale didattico. Complessivamente, gli studenti universitari sono calati di quasi 20mila unità, ma la tassazione continua ad aumentare. I rettori (che, è bene ricordarlo, in sede di Conferenza dei Rettori del 23 febbraio scorso hanno proposto "la pura e semplice abrogazione dell'art. 5 del DPR 306/97", quello appunto che regola la contribuzione studentesca) giustificano questo tartassamento affermando che, in caso contrario, non riuscirebbero a pagare gli stipendi, certificando così lo sfascio più totale dell'università pubblica italiana. Come se non bastasse, se ne infischiano totalmente del ricorso al TAR della Lombardia, vinto dall'UdU, che ha imposto all'Università di Pavia di restituire agli studenti circa 2 milioni di euro. Tutto questo però non sorprende e si inserisce nel progressivo smantellamento dell'istruzione pubblica, la cui selezione classista è sempre più accentuata e più dura man mano che si salgono i gradi scolastici. Si vuole tenere i figli del popolo a imparare mansioni tecniche e manuali, riservando le università ai figli della borghesia che dovranno ereditare il posto di quadri e di tecnici del sistema capitalistico. Il governo di Monti e Profumo è attivamente responsabile di questo processo, come dimostrano l'aumento delle tasse regionali per il diritto allo studio, le manovre per abolire il valore legale della laurea, nonché il progetto di legge sul "merito scolastico" tutto a vantaggio della borghesia, della competitività delle imprese e della competizione fra studenti. L'UdU chiede "rispetto per gli studenti e per le proprie famiglie, altrimenti andremo avanti con i ricorsi al TAR, ateneo dopo ateneo, e chiameremo alla mobilitazione tutti gli studenti italiani". La strada più efficace e vincente è comunque quella di mobilitare le masse studentesche. Ci vuole al più presto una grande mobilitazione per l'università pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti, che si leghi alla lotta per cacciare il governo antipopolare, antioperaio e antistudentesco Monti. 11 luglio 2012 |