La Toscana di Martini e Rossi, privatizzazione e infrastrutture Per la Toscana governata dal popolo e al servizio del popolo, per l'Italia unita, rossa e socialista, alle regionali occorre votare per il PMLI astenendosi Dal nostro corrispondente della Toscana In Toscana si sta per concludere la legislatura guidata dal "centro-sinistra" e nello specifico, per la seconda volta, dal governatore Claudio Martini (PD). All'indomani della vittoria del "centro-sinistra" alle regionali 2005, si potevano leggere nell'intervento di presentazione a firma di Martini dal titolo "I nostri prossimi cinque anni", slogan che sintetizzavano il futuro impegno della giunta quali: "difendere le produzioni toscane, investire nella ricerca, favorire la crescita, qualità del lavoro attraverso la lotta alla precarietà, diritto di non essere lasciati soli nel momento del bisogno con un sistema solidale di servizi sociali ed assistenziali, innovazione, ricerca e qualità, sostenibilità ambientale e territoriale dello sviluppo" e molto altro. Le promesse e i fatti Niente di tutto ciò, nella sostanza, è stato realizzato dall'amministrazione di "centro-sinistra" uscente che ha invece puntato la sua politica sulle infrastrutture e la privatizzazione. Nella pratica la giunta Martini ha potuto farci toccare con mano l'effetto della privatizzazione nei servizi sociali e assistenziali, la cementificazione, vedi i disastri ambientali dell'Alta velocità ferroviaria soprattutto nel Mugello e quelli futuri che si prospettano per il sottoattraversamento a Firenze, la mancata messa in sicurezza dei fiumi, vedi i recenti disastrosi straripamenti nella nostra regione, per non parlare dei futuri progetti già decisi come l'inceneritore dannoso per la salute, il pericoloso rigassificatore, la Due mari e il Corridoio tirrenico che deturperanno ancora di più l'ambiente. Dopo 44 anni la messa in sicurezza dell'Arno è di là da venire. Niente o quasi è stato fatto in merito alla reale lotta alla precarizzazione sul lavoro, alle "morti bianche", soldi talvolta stanziati e tante parole che nella pratica si sono rivelati "fumo negli occhi". Per non parlare del "fiore all'occhiello", la sanità, che senz'altro è migliore, se paragonata a regioni povere soprattutto del Sud del nostro Paese, ma da qui a farsene un vanto c'è una bella differenza. Basta parlare con chi purtroppo ha costantemente a che fare con esami, visite, ricoveri, medicine e ospedali per avere un quadro della sanità toscana fatta di liste di attesa spesso e volentieri lunghissime, di servizio pubblico inefficiente che costringe molte volte il malato a rivolgersi al privato per tagliare i tempi. Una sanità privatizzata attraverso la sperimentazione della Società della salute, basata sul ruolo centrale della famiglia che deve accudire il malato, solo in subordine c'è l'eventuale assistenza, e sulle associazioni di volontariato che indipendentemente dal grande spirito altruistico e di sacrificio di chi ne fa parte, nella pratica sopperiscono sotto il controllo del capitalismo alle inefficienze del servizio pubblico sotto lo slogan dello stesso assessore alla sanità Enrico Rossi: "solidarietà, promozione e coesione sociale". L'assistenza agli anziani è del tutto inadeguata alle reali necessità che non riguardano solo la salute, ma anche l'aspetto della socializzazione. Per i giovani, tutto in mano al privato, sport, musica, svago. Martini non è riuscito neanche a combattere l'inquinamento atmosferico, nonostante i tanti convegni sul tema da lui stesso organizzati nell'amena tenuta di San Rossore. Anzi lo stesso Martini insieme all'ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici (PD) sono sotto processo per non aver limitato l'eccessiva emissione delle polveri sottili. Ciò la dice lunga sull'importanza concretamente dedicata a salute e ambiente. E ancora, la nuova legge elettorale di tipo maggioritario, varata recentemente. Una legge fortemente voluta da PD e Pdl in accordo bipartisan, con la prima motivazione di risparmiare soldi pubblici attraverso il taglio dei consiglieri da 65 a 55, quando in realtà il vero obiettivo caro alla "sinistra" e alla destra del regime neofascista è la soglia di sbarramento del 4% per l'ingresso delle liste in consiglio. Una legge elettorale a favore dei grandi schieramenti, del federalismo e del presidenzialismo. Noi del PMLI per quanto riguarda i sistemi elettorali borghesi, da quello nazionale a quelli regionali, comunali e provinciali siamo per il proporzionale puro e contro ogni forma di sbarramento. Come ultimo, o quasi, "regalo" dell'attuale giunta regionale, il governatore Martini ci lascia il recente accordo siglato con il governo del neoduce Berlusconi in merito alle "grandi opere" in Toscana (sostenute in primo luogo dal ministro dei Trasporti Altero Matteoli, ex Msi-AN, indagato negli anni scorsi per corruzione e edificazioni abusive all'isola d'Elba). Quasi 10 miliardi di euro in 6 anni per Alta velocità, completamento del Corridoio tirrenico, della Due mari, più altri interventi. Fino ad oggi la regione ha stanziato oltre 15 miliardi frutto delle proprie risorse (o meglio dei soldi delle masse popolari toscane), il resto verrà attraverso accordi con governo o enti locali con una spesa da capogiro che salirà a 31 miliardi e 476 milioni di euro. E così, mentre Martini e tutto il "centro-sinistra" piangono lacrime di coccodrillo facili e scontate per i pochi soldi governativi destinati ai lavoratori, alla sanità, ecc., si sfregano le mani con questo accordo che altro non serve che ad ingrassare i capitalisti nazionali e locali e a deturpare ancor più il territorio della nostra regione. Il nuovo Mussolini, siglando il suddetto accordo, si è voluto congratulare con il governatore Martini per come ha trattato la tragedia di Viareggio che è costata la vita a 32 persone la scorsa estate. Forse perché Martini, autonominatosi commissario in merito, non ha dato troppo filo da torcere sulla pressante e sacrosanta richiesta dei familiari delle vittime per individuare i colpevoli della strage e verso lo stesso governo che non ha voluto deliberatamente inserire nella finanziaria i fondi per la ricostruzione e il risarcimento degli immobili distrutti o danneggiati, poiché ha ritenuto la tragedia una questione locale? Tra l'altro occorre segnalare che rischiano di farla franca i colpevoli, se verrà approvato definitivamente il "processo breve", e tuttavia Martini non ne ha minimamente accennato. Il bilancio 2010-2012 approvato In questo quadro, il bilancio e la finanziaria 2010-2012 approvati a maggioranza (da tutta la coalizione regionale del "centro-sinistra") a fine dicembre 2009 non si discostano nella forma e nella sostanza dalle linee direttrici della politica regionale di questi anni e segnano il futuro dal nuovo consiglio regionale che uscirà dalle elezioni del 28-29 marzo. Sono stati messi a disposizione della regione 8 miliardi e 890 milioni suddivisi nel seguente ordine di destinazione: sanità, territorio, amministrazione, economia, cultura e formazione, sistema istituzionale, ambiente. Il bilancio 2010 proseguirà ciò che è stato deciso nel PRS (Piano di sviluppo regionale 2006-2010) e quindi i progetti già avviati. Da notare che l'84,1% dei fondi viene da propri tributi (ossia dalle tasse grazie anche al federalismo fiscale) e ben il 4,9% pari a 435 milioni viene dal ricorso al credito. Per la cultura, formazione e tempo libero abbiamo 275 milioni di cui solo 15,5 milioni alle politiche per il lavoro contro ad esempio i 73,2 milioni destinati alla cultura e ai beni culturali. Le scelte economiche avanzate nel bilancio si barcamenano nel trovare soluzioni illusorie all'interno del capitalismo, nel renderlo più umano, ma pur sempre basato sullo sfruttamento e il massimo profitto. Vedi l'esempio di Fidi Toscana spa, fondata nel 1974 dalla stessa Regione della quale è la principale azionista. Questa società addirittura quotata in borsa, insieme alle banche principali della regione, garantisce l'accesso al credito alle imprese piccole e medie, una società vera e propria a protezione e favoreggiamento del capitalismo toscano anche se denominato "green bank" o "microcredito". In merito alla grave situazione occupazionale, sono briciole i 5 milioni di euro a favore dei lavoratori disoccupati. Il "modello toscano", decantato dal "centro-sinistra" negli anni come eccellenza su tutti i fronti, non ha retto e funzionato di fronte alla crisi economica nazionale e internazionale e già in precedenza la situazione non era buona. A dicembre 2009, dati Cgil Toscana, si contavano 1.768 aziende in crisi (con più di 15 dipendenti), un forte aumento dei disoccupati e dei "nuovi poveri" che hanno problemi a pagare la luce, il gas, l'acqua, ma anche a procurarsi il mangiare quotidiano, ad avere assistenza sanitaria, a lavarsi e che perdono la casa. Se è pur vero che uno dei problemi principali di recupero fondi, sono i diktat imposti dal governo Berlusconi che anche attraverso l'ultima finanziaria taglia soldi alle regioni almeno su ciò che riguarda le necessità delle masse popolari, rimane il fatto politico che in tutti questi anni di governo del "centro-sinistra", non si registrano miglioramenti sostanziali nella vita delle masse lavoratrici e popolari toscane, anche quando al governo era Prodi. Questo avviene perché alla destra e alla "sinistra" del regime interessano il capitalismo, il libero mercato, la privatizzazione e semmai ricorrere al principio della sussidiarietà. I lavoratori in difficoltà economica, e sono tanti, andavano esentati da ogni pagamento delle bollette, delle tasse scolastiche, sui rifiuti e quant'altro, tutte le famiglie che non solo sono senza reddito perché disoccupati, ma che sono in cassa integrazione, in mobilità o che non percepiscono da mesi lo stipendio, categoria tenuta poco in considerazione anche dalla regione, ma che rappresenta una realtà frequente e triste. Le poche (purtroppo) vittorie occupazionali riportate in Toscana, sono esclusivamente da attribuire alla dura e tenace lotta delle lavoratrici e dei lavoratori, che hanno manifestato anche davanti a Palazzo Chigi, che hanno presidiato le fabbriche e non certo per merito dei demagogici incontri con i vari rappresentanti del consiglio regionale, primo fra tutti l'assessore al lavoro Gianfranco Simoncini che non si è fatto portavoce verso il governo e il padronato delle reali e urgenti richieste delle lavoratrici e dei lavoratori. Con dieci anni di governo di "centro-sinistra" la Toscana non è arrivata alla crisi economica generale con problemi risolti, ma sommando ad essa una situazione grave preesistente. Nessuno schieramento politico in sede di dibattito sul bilancio ha denunciato questo fatto in maniera chiara e tonda, come nessuno ha denunciato che per bloccare il rullo compressore del governo Berlusconi, occorre mobilitarsi unitariamente dalla piazza per buttarlo giù. D'altronde, a chi percepisce 124 mila euro l'anno come Martini, o 109.253 euro come Simoncini o 133.468 euro come Bertolucci (assessore al bilancio e politiche per il mare) o Brenna (assessore alle attività produttive) con 132.009, cosa importa di chi invece non ha i soldi per mettere insieme il pranzo con la cena, per comprare scarpe e vestiti, per mandare i figli a scuola, per pagare il mutuo casa? Enrico Rossi candidato del "centro-sinistra" Al candidato governatore del "centro-sinistra" Enrico Rossi importerà del proletariato e delle masse popolari toscane? Rossi, sostenuto da Ps, Idv, Verdi, Sel, PRC, è ex sindaco di Pontedera (Pisa), dalemiano e pro Bersani, attualmente è assessore regionale alla sanità. Nel 2008 ha dichiarato un reddito di 102.068 mila euro. Beh, le premesse sono più che "buone". A detta del segretario toscano del Pd Andrea Manciulli, Rossi è un candidato che piace anche alla destra. Egli è partito in quarta con la sua campagna elettorale al motto di "Toscana avanti tutta" che ricorda il motto di Berlusconi "l'Italia c'è e va avanti". Ha previsto 270 mila euro (alla faccia della crisi) per farsi campagna elettorale, attraverso una forma di "compra-voto" legalizzata con i contributi di cittadini e di aziende. Il resto verrà ricavato da cene e bollettini per una buona "partecipazione politica". Già adesso per le città si possono leggere i cartelli a favore di Rossi con su scritto slogan che si rifanno a "inclusione, lavoro, futuro", del tipo "nessuno sarà escluso ma chi merita di più avrà di più", sullo stesso leit motiv espresso dall'attuale governatore regionale. Rossi afferma di voler ascoltare la "gente", ma intanto su temi importanti ha già espresso il suo pensiero-diktat, in linea con il governo del nuovo Mussolini. Vedi sul tema immigrazione sul quale ha trovato buono il patto razzista e colonialista tra il neoduce Berlusconi e la Libia, da ripetere in futuro con il governo cinese per risolvere il "problema dei cinesi" a Prato. Nonché l'affermazione sui Cie per cui non è "contrario ai centri di identificazione ed espulsione purché vengano rispettati i criteri di umanità e di accoglienza". Ma non è tutto, Rossi è a favore delle "grandi opere" prima fra tutti l'Alta velocità, e ciò la dice lunga. Bene hanno fatto 8 circoli di Rifondazione a esprimersi contro l'accordo regionale con il PD se queste sono le premesse, ma il segretario del PRC fiorentino Andrea Malpezzi li ha bacchettati: "chi farà altre liste non potrà più stare nel PRC". Noi marxisti-leninisti invitiamo fin da subito tutte le elettrici e gli elettori, nonché i fautori del socialismo a riflettere in merito alle prossime elezioni regionali. Anche se cambierà il direttore, l'orchestra suonerà sempre la stessa musica pro capitalismo, occorre perciò dare forza al PMLI e il 28 e 29 marzo astenersi (disertare le urne, annullare la scheda o lasciarla in bianco) per punire il governo del "centro-sinistra", e tarpare le ali al "centro-destra", per spingere concretamente in avanti la lotta di classe, per abbattere il governo del neoduce Berlusconi e la terza repubblica, per l'Italia unita, rossa e socialista, per la Toscana governata dal popolo e al servizio del popolo. 27 gennaio 2010 |