La globalizzazione imperialista favorisce la tratta di esseri umani 2,4 milioni le vittime del traffico di esseri umani In aumento i bambini comprati nei paesi più poveri e venduti nei paesi più ricchi Il traffico di esseri umani è "uno dei reati più lucrativi e in più rapido sviluppo", controllato da organizzazioni criminali internazionali che per trasportare le persone usano le stesse rotte del traffico di droga e di armi; sono organizzazioni che dal traffico di esseri umani guadagnano in media quasi 25 miliardi di euro all'anno sulla pelle di almeno 2,4 milioni di persone vittime ogni anno del traffico. Tra loro, l'80% viene sfruttato come schiavo sessuale. Solo pochissime vittime riescono a uscire da questo meccanismo perverso che le riduce in condizione di schiavitù e ingrossa l'esercito degli schiavi del terzo millennio, stimati in una ricerca dell'Onu di qualche anno fa in quasi 30 milioni nel mondo. E destinato a crescere dato che la globalizzazione imperialista favorisce anche lo sviluppo della tratta degli esseri umani. Dati e situazione della repressione delle vittime di traffico di esseri umani sono stati oggetto di una recente discussione in sede di assemblea generale dell'Onu dove il responsabile dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc), il russo Yuri Fedotov, ha presentato un rapporto che tra l'altro ha denunciato come la gran parte dei paesi ignori volutamente il fenomeno criminale e che non versi nemmeno i contributi promessi al fondo apposito istituito dall'Onu a sostegno delle vittime; dei quasi 750 mila euro promessi al fondo ne sono arrivati solo 35 mila e al termine della discussione in assemblea solo altri tre paesi (Australia, Russia e Lussemburgo) hanno promesso di versare complessivamente altri 200 mila euro. Fedotov ha chiesto una risposta coordinata a livello locale, regionale e internazionale per intervenire contro la tratta degli esseri umani che è considerata come un crimine contro l'umanità, sia dal diritto internazionale che dallo Statuto della Corte penale internazionale (Cpi), adottato a Roma nel 1998 e entrato in vigore il primo luglio 2002. Dal dibattito in assemblea generale è emerso però che anche se manca una normativa forte e efficace per limitare, se non per debellare il fenomeno, manca soprattutto la volontà politica dei governi confermata dal fatto, denunciato dall'intervento di Cherif Bassiouni, professore di legge della DePaul University di Chicago, che la maggior parte dei paesi criminalizza prostitute e altre vittime della tratta di persone ma non i responsabili. Eppure è un fenomeno in crescita tanto che la "moderna" schiavitù è superata per quanto riguarda i profitti soltanto dal traffico di stupefacenti ed è in crescita in particolare per quanto riguarda il numero dei bambini comprati nei paesi più poveri e venduti nei paesi più ricchi. 11 aprile 2012 |