Alle comunali del 16 maggio Nel Trentino-Alto Adige crolla l'affluenza alle urne Il 16 maggio si sono tenute le elezioni comunali in 315 comuni del Trentino-Alto Adige, fra cui Bolzano, Bressanone, Laives e Merano (per l'Alto Adige) e Rovereto, Arco e Riva del Garda (per il Trentino). Per il comune di Trento si è invece votato l'anno scorso. In totale erano chiamati alle urne circa 670 mila elettori. In Trentino la diserzione delle urne è cresciuta rispetto alle precedenti comunali 2005 del 2,3%, passando dal 23,4% al 25,7%. Maggiore l'incremento in Alto Adige dove dal 20,6% la diserzione è passata al 25,3% (+4,7%). A Bolzano, il maggiore comune in assoluto interessato al voto, l'affluenza alle urne ha subito un vero e proprio tracollo registrando una flessione del 9,5%. La diserzione delle urne è passata così dal 24,8% al 34,3%, ossia ha interessato un elettore su tre. L'astensionismo totale (diserzione delle urne, schede nulle e bianche) a Bolzano è addirittura cresciuto del 9,9% e ora coinvolge ben 28.759 elettori su 78 mila di aventi diritto, il 36,9%. Se raffrontiamo questo dato alle ultime elezioni politiche 2008, l'astensionismo è praticamente raddoppiato con un incremento del 17,5%. Ciò conferma, fra l'altro, non solo che anche in questa regione l'astensionismo tende a crescere, come già è stato registrato nelle altre regioni italiane alle ultime elezioni regionali del marzo scorso, ma che l'elettorato usa in modo sempre più consapevole il voto astensionista come un voto vero e proprio valutando di volta in volta, se, come e quando utilizzarlo. In provincia di Bolzano, affluenza in calo anche a Merano (-5,1), Laives (-5,8) e Bressanone (-4,1). In provincia di Trento, affluenza in calo a Rovereto (-1,8), Riva del Garda (-4,5) e, seppur in quantità minore, a Arco (-0,9%). Da sottolineare anche che in comuni così piccoli, come sono la maggioranza di quelli interessati da questa tornata elettorale, più capillare è il controllo dell'elettorato da parte dei candidati. Fra l'altro, nella maggior parte dei comuni più piccoli si sono presentate alle urne solo liste civiche. Il risultato elettorale è stato accolto come una sorta di rivincita da parte del "centro-sinistra", in particolare dal PD, rispetto alle ultime batoste elettorali. Si esalta, in particolare, il risultato di Bolzano dove il sindaco uscente Luigi Spagnolli è stato riconfermato. La verità è che sono riusciti a riconfermare il sindaco già al primo turno solo perché il PDL si è presentato a queste elezioni spaccato in due fazioni capeggiate dalla deputata Michaela Biancofiore, berlusconiana di ferro, da una parte, e il capogruppo dei senatori PDL Maurizio Gasparri, dall'altra. Una faida che negli ultimi giorni di campagna elettorale ha portato alcuni esponenti del PDL addirittura a prendersi a schiaffi. Una guerra interna che è stata sonoramente punita dal suo elettorato, un terzo del quale ha deciso di abbandonarlo. Se mettiamo insieme i voti di PDL e Lega Nord e li raffrontiamo a quelli presi dai due partiti (più quelli della lista Benussi, il candidato a sindaco leghista nel 2005), i voti persi sono ben 7.397 su 19.823. Un risultato negativo sul quale ha certamente pesato anche la sfiducia crescente verso il governo del neoduce Berlusconi. Stesso discorso per Merano dove il PDL si presentava addirittura con due candidati distinti, entrambi esclusi persino dal ballottaggio che invece si terrà fra Guenther Januth della SVP e Cristina Anna Berta Kury di PRC e Verdi. Se il "centro-destra" piange, il "centro-sinistra" però non ha di che ridere. A Bolzano il Südtiroler volkspartei (SVP) perde il 3,1% sul corpo elettorale, rispetto al 2005. Il PD ugualmente perde lo 0,8%. Spagnolli, che è stato rieletto da una coalizione che andava dalla SVP a Rifondazione, a Sinistra, ecologia e libertà di Vendola, ha ottenuto solo 25.831 voti, mentre erano stati 28.992 nel 2005. Insomma, l'unico vero vincitore anche di queste elezioni è l'astensionismo. Un astensionismo che di fatto delegittima il regime neofascista, i suoi partiti e le sue istituzioni locali e centrali. Occorre continuare a lavorare perché l'astensionismo spontaneo, almeno quello di sinistra, si trasformi in un astensionismo consapevole, attivo e operante contro il sistema capitalista e per il socialismo. 26 maggio 2010 |