A Treviglio (Bergamo) e a Livorno al grido "ridateci il contratto" "fateci votare" Metalmeccanici Fiom lanciano uova contro la sede Cisl indignati per l'accordo separato sulle deroghe al contratto nazionale Pd e Epifani col crumiro Sacconi e la Confindustria A seguito del nuovo grave e illegittimo accordo separato sottoscritto da Federmeccanica e dai sindacati complici, FIM e UILM, senza e contro la volontà della FIOM, sulle deroghe che portano alla distruzione del Contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici e danno il via libera ad intese aziendali del tipo di quelle imposte da Marchionne alla Fiat di Pomigliano, non poteva non esplodere la rabbia delle lavoratrici e dei lavoratori che si sentono derubati del loro strumento principale per contrattare le condizioni di lavoro, conquistato a prezzo di dure lotte. È il caso degli operai della Same di Treviglio (Bergamo) un'azienda metalmeccanica che produce trattori e che occupa 1.200 addetti. Giovedì pomeriggio 30 settembre sono scesi in sciopero compatti, il 90% le adesioni, per manifestare tutta la loro forte protesta contro questo accordo. Fuori dalla fabbrica in tanti hanno dato vita a un combattivo corteo che è sfilato lungo la ex strada statale 11. Circa 400 operai, guidati dal segretario generale della FIOM di Bergamo, Eugenio Borella, si sono recati davanti alla sede della CISL dove per una ventina di minuti si è sviluppata una forte contestazione: al grido "Ridateci il contratto", "Fateci votare" sono partiti gli slogan e poi sono volate delle uova contro le finestre. Lo stesso è accaduto a Livorno, il 1° ottobre, dove la sede provinciale CISL è stata oggetto del lancio di uova e slogan al termine di una manifestazione dei metalmeccanici FIOM contro l'accordo separato. Siamo di fronte a una contestazione giusta e meritata a fronte della pugnalata alle spalle inferta dai sindacati di Bonanni e Angeletti, di un insopportabile sopruso, di un atto di arroganza fascista. Tutto sommato ancora abbastanza contenuta. Un segnale che si è passato il segno e occorre alzare il livello di lotta per difendere i sacrosanti diritti sindacali e contrattuali dei lavoratori. Noi del PMLI stiamo dalla parte di questi lavoratori, la loro protesta è giusta a l'appoggiamo con forza, come è scritto nel comunicato stampa del PMLI del 1° ottobre pubblicato a parte: "Quando le parole non bastano sono utili anche le uova. Certo è che l'accordo separato sulle deroghe al contratto è assolutamente indigesto, e va respinto, con le buone o con le cattive". Condividiamo le parole di Borella che durante lo sciopero a Treviglio ha detto che: "L'introduzione delle deroghe è un nuovo atto contro i lavoratori, visto che è stata eseguita senza il loro mandato e senza sapere cosa loro ne pensassero. L'intesa separata sulle deroghe FIM, UILM e Federmeccanica - ha aggiunto - cancellano, di fatto, il contratto di lavoro. Lo consideriamo gravissimo sia dal punto di vista democratico sia riguardo al sistema delle relazioni industriali in Italia". Condividiamo la dichiarazione di Augustin Breda, dirigente nazionale della FIOM, che in proposito ha detto: "I veri atti di sopruso e intolleranza verso i lavoratori sono quelli commessi da FIM e UILM che hanno firmato l'accordo". Diversamente il PD di Bersani che, per bocca del responsabile di partito sui problemi del lavoro Fassina, è corso a esprimere la solidarietà alla CISL. "Il dissenso - ha detto - non può mai giustificare la violenza. La FIOM - ha aggiunto - deve isolare chi non riconosce le condizioni di democrazia". In quanto a violenza, nulla da dire sull'accordo fatto alle spalle dei lavoratori? Alla condanna dei lavoratori si è unito il leader della destra della CGIL Epifani che con una nota della segreteria nazionale "considera grave, sbagliato, dannoso quello che è accaduto contro la CISL di Treviglio. Non si contrasta così l'accordo separato". Costui ha anche invocato misure disciplinari contro i dirigenti FIOM che hanno capeggiato le contestazioni. Evidentemente preferisce abbracciare e baciare la Marcegaglia e punire la FIOM per condividere un modello contrattuale che va nella stessa direzione delle deroghe peggiorative ai contratti collettivi nazionali. Invece di voltare le spalle ai lavoratori e unirsi alle invettive antioperaie della FIM che è arrivata ad accusare gli operai della Same di "squadristi, fascisti", e di quelle di Confindustria e del crumiro Sacconi, la segreteria nazionale della CGIL dovrebbe indire e subito lo sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi per difendere gli interessi fondamentali delle masse lavoratrici, popolari e giovanili sotto attacco di Confindustria e di governo. 6 ottobre 2010 |