La triade di Monti: Trilateral Commission, gruppo Bilderberg e Goldman Sachs Mario Monti è forse l'unico capo di governo al mondo che può vantare l'appartenenza a ben tre superlobby internazionali come la Trilateral Commission, il Gruppo Bilderberg e la banca d'affari Goldman Sachs. Salotti buoni dell'alta finanza e del capitalismo mondiale, ma non solo. Si tratta di vere e proprie centrali occulte di tipo massonico, chiuse, ristrette, riservate, in cui banchieri, politici e industriali tracciano le linee guida comuni e le strategiche per salvaguardare il sistema capitalistico e farlo prosperare a livello planetario. Esse pretendono di dettare a tutti i Paesi precise regole di comportamento politico ed economico, di condizionare la politica degli Stati e dei governi e persino la loro composizione. Nel novembre 1976 fu la Commissione Trilaterale che concorse a far eleggere alla presidenza degli Stati Uniti lo "sconosciuto" Jimmy Carter, che era uno dei membri più attivi della Commissione. Carter chiamò al suo fianco ben 18 trilateralisti, primo fra tutti, come consigliere per la sicurezza nazionale, Brzezinski. Ma vediamo più in dettaglio cosa sono questi club superesclusivi della grande borghesia italiana e internazionale. Trilateral Commission La Commissione Trilaterale (Trilateral Commission in lingua originale) nasce nel 1973, su iniziativa di David Rockefeller. Il nome rimanda alle tre aree all'epoca punto di riferimento del capitalismo mondiale: nord America, Europa e Giappone, in cui sono tuttora presenti le tre direzioni regionali, a Washington, Parigi e Tokyo. Nel tempo il gruppo si è allargato, inglobando i vari Stati dell'est Europa e dell'Asia che abbracciavano il neoliberismo, e dai 180 membri iniziali - 60 per ogni area - si è arrivati oggi a circa 400, suddivisi per Paese in base a un principio di rappresentanza stabilito sul doppio parametro Pil/popolazione. La struttura è insomma quella di un parlamento globale, ma con meno membri della sola Camera italiana e, soprattutto, non elettivo: si entra a farne parte su invito, e vi si contano soprattutto banchieri (tutti i presidenti dei grandi istituti, compresi quelli centrali delle varie nazioni, della Banca europea, della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, e gli amministratori delegati dei maggiori fondi speculativi); politici (ministri e parlamentari dei parlamenti dei vari paesi, oppure di quello europeo e nelle commissioni europee); industriali (i rappresentanti delle principali multinazionali: Coca Cola, Nokia, Rothschild, Shell, Sony, ecc.); rappresentanti del mondo accademico, giornalisti e soprattutto editori come: Les Echos, Le Figaro, Financial Times, Frankfurter Allgemeine Zeitung, El Pais, Politiken (Danimarca), Helsingin Sanomat, The New York Times, Time Magazine, The Wall Street Journal, The Globe and Mail (Canada), New York Daily News, The Asahi Shimbun (Giappone). Si riunisce in seduta plenaria una volta l'anno, a rotazione nei diversi Paesi membri, e la sua mission ufficiale è favorire la "globalizzazione". Nella riunione del 1975, i tre relatori principali - il francese Michel Crozier, l'americano Samuel Huntington e il giapponese Joji Watanuki - analizzarono la crisi economica del periodo come il risultato di un "sovraccarico del sistema decisionale": la soluzione proposta fu quella di spingere per un radicale cambiamento, verso la riduzione dell'intervento statale e un rafforzamento del potere politico esecutivo a scapito del Parlamento e degli istituti di democrazia diretta, come il referendum. Mario Monti è direttamente impegnato nell'organizzazione come presidente del gruppo europeo dal 2010, affiancato da un presidente per il gruppo americano e da uno per l'area asiatica. Scorrendo gli elenchi ufficiali, scaricabili dal sito stesso della Trilateral, si trovano i membri italiani. Tra i banchieri: Enrico Tomaso Cucchiani (Allianz Spa), Dieter Rampl (Unicredit), Marcello Sala (Intesa San Paolo), Ferdinando Salleo (Mediocredito Centrale), Maurizio Sella (Gruppo Banca Sella e già presidente ABI). Tra gli industriali: John Elkann (Fiat), Pier Francesco Guarguaglini (Finmeccanica), Federica Guidi (Ducati, Energia e presidente dei giovani imprenditori di Confindustria), Carlo Pesenti (Italcementi e consigliere d'amministrazione di Mediobanca, Unicredit e Rcs Mediagroups), Gianfelice Rocca (Techint Group, un gruppo industriale italo-argentino che comprende oltre 100 società, e vice presidente della Confindustria), Roberto Poli (Eni), Marco Tronchetti Provera (Pirelli, Telecom Italia). Tra i politici: Enrico Letta (deputato PD), Luigi Ramponi (senatore PDL, ex comandante della guardia di finanza ed ex direttore del Sismi), Carlo Secchi (parlamentare europeo dal 1994 al 1999). Infine tra i giornalisti: Stefano Silvestri (Il Sole 24 ore) e Franco Venturini (Corriere della sera). Gruppo Bilderberg Il Gruppo Bilderberg è ancora più ristretto rispetto alla Commissione Trilaterale: un comitato esecutivo (di cui si conosce solo il nome del presidente, l'ex commissario europeo V.E. Davignon, e non l'identità e il numero dei componenti) e circa 120 persone - alcuni ospiti fissi ai meeting annuali, altri saltuari - tra politici, banchieri, industriali, accademici e giornalisti appartenenti all'area del nord America e dell'Europa. I suoi ritrovi sono segreti (a ogni partecipante è imposto l'obbligo della segretezza), blindati alla stampa e protetti da rigide misure di sicurezza. La prima riunione data 1954 presso l'Hotel de Bilderberg (Oosterbeek, Paesi Bassi), luogo che diede anche il nome all'iniziativa. Il Gruppo è riuscito a restare praticamente nell'ombra fino agli anni Duemila, quando sono iniziate a circolare voci all'esterno dell'ambiente politico-economico ristretto che ne era a conoscenza. Per la sua segretezza è stato più volte accusato di essere una superloggia massonica coperta. Probabilmente è per questo che recentemente ha iniziato un percorso di parziale "trasparenza", con un sito ufficiale in cui sono pubblicate le date, i luoghi, le scalette tematiche degli incontri annuali dal 1954 a oggi e, dalla riunione del 2008, anche le liste dei partecipanti (quanto complete non è dato saperlo). Gli argomenti affrontati in quelli che vengono definiti dei semplici forum riguardano l'economia globale, la finanza, il mercato monetario, la governance mondiale, la sicurezza internazionale, le risorse energetiche, i conflitti militari. In un'intervista del settembre 2005 alla BBC, il presidente del Bilderberg dichiara che il gruppo nasce semplicemente perché persone influenti sono naturalmente interessate a parlare con altre persone influenti; parla di common sense, senso comune, che lega fra loro i dirigenti politici ed economico-finanziari interessati a far crescere il libero mercato mondiale; afferma che il fatto che importanti leader politici (Bill Clinton, Tony Blair e tutti i presidenti della Commissione europea) prima di diventare tali abbiano fatto parte del Bilderberg, non significa che il gruppo selezioni la classe dirigente (espressione usata da Davignon, n.d.r.) del mondo occidentale ma semplicemente che fa del suo meglio per valutare chi siano gli astri nascenti: appartenere al Bilderberg, dice Davignon, non è un caso nella loro carriera, ma poi dipende dalle loro capacità. Reti informali e private come il Bilderberg hanno contribuito a oliare gli ingranaggi della politica mondiale e della globalizzazione per mezzo secolo, conclude Davignon; e finché affari e politica resteranno reciprocamente dipendenti, queste reti continueranno a prosperare. Dal 1998 inizia ad apparire, al Parlamento europeo, qualche sporadica interrogazione parlamentare che chiede di far luce sulla ragione della presenza di numerosi commissari europei alle riunioni del Bilderberg (tra cui anche Emma Bonino, nel 1998); alcune chiedono anche se Mario Monti e Romano Prodi facciano parte del comitato esecutivo del gruppo. Le richieste di chiarimenti si intensificano negli anni. Le risposte sono sempre le medesime: i commissari partecipano in quanto invitati, e certamente sono invitati in qualità dei ruoli che rivestono; la loro partecipazione resta comunque a titolo personale, e soprattutto non significa che si fanno rappresentanti degli interessi del gruppo Bilderberg all'interno dell'Unione europea né di quelli dell'Unione europea all'interno del Bilderberg. Mario Monti è membro del Consiglio direttivo del gruppo Bilderberg dallo scorso anno. Il Consiglio viene eletto ogni quattro anni e non ci sono limiti al numero dei mandati per i singoli consiglieri: si occupa di organizzare l'incontro annuale e di selezionarne i partecipanti. Monti risulta tra gli invitati dell'incontro dello scorso giugno a Saint Moritz (Svizzera), ma non è l'unico italiano ad avervi partecipato. Nella lista compaiono anche il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, Franco Bernabè (Telecom), John Elkann (FIAT), e Paolo Scaroni (ENI). I temi affrontati durante l'incontro sono stati molteplici: dal ruolo delle economie emergenti all'innovazione tecnologica nelle economie occidentali, passando per le sfide per l'economia europea. In veste di presidente della Bocconi, Monti ha partecipato agli incontri del gruppo Bilderberg anche nel 2010 e nel 2009. In virtù della riservatezza di questi incontri non è stato reso pubblico cosa abbiano fatto o detto i vari partecipanti. Goldman Sachs È una delle più grandi e importanti banche di affari del mondo. Ha sede legale negli Stati Uniti ed è quotata alla borsa di New York. Offre consulenze a migliaia di società, che la utilizzano per gestire i loro investimenti, per ristrutturarsi e per effettuare nuove acquisizioni. La banca si occupa anche degli investimenti a rischio e sui derivati, e amministra fondi previdenziali. Considerata la sua enorme influenza, è stata spesso criticata per aver condizionato l'andamento dei mercati o aver favorito speculazioni spregiudicate, che hanno contribuito alla progressiva crisi finanziaria di questi ultimi anni. Nell'aprile 2010, l'autorità statunitense (Sec) che vigila sulla borsa, ha incriminato la banca d'affari, accusandola di frode. Hanno ruotato o ruotano attorno alla Goldman Sachs anche Mario Draghi, Gianni Letta e Romano Prodi. Mario Monti è diventato nel 2005 consulente internazionale di Goldman Sachs International. Da allora si è occupato di politica internazionale e mercati di capitali, offrendo la propria consulenza per il Goldman Sachs Global Markets Institute. Ha realizzato rapporti e analisi sostenendo le proprie teorie economiche in materia di stabilità dei conti pubblici e liberalizzazioni. Monti non ha alcun ruolo esecutivo o dirigenziale all'interno della banca. 16 novembre 2011 |