La Turchia nega i cieli ai voli militari di Israele Il ministro degli esteri di Ankara, Ahmet Davutoglu, in una intervista al quotidiano Hurriyet pubblicata il 5 luglio, ha confermato che lo spazio aereo turco è chiuso ai voli militari israeliani, come aveva preannunciato il premier Tayyip Erdogan lo scorso 28 giugno a Toronto in margine al summit del G20. Davutoglu ha anche minacciato la rottura dei rapporti diplomatici tra i due paesi se da Tel Aviv non giungeranno le scuse per il raid israeliano dello scorso 31 maggio contro le navi pacifiste dirette a Gaza con aiuti umanitari, durante il quale i soldati sionisti uccisero nove attivisti turchi. "Le relazioni saranno troncate se Israele non si scuserà e se non accetterà le conclusioni di una inchiesta internazionale sull'attacco del 31 maggio", ha sostenuto il ministro turco. Difficile che da Tel Aviv arrivino le scuse a Ankara; le aveva categoricamente escluse il 2 luglio il premier Benyamin Netanyahu, secondo il quale i soldati israeliani che assaltarono in acque internazionali le navi della flottiglia pacifista furono "obbligati" a sparare "per legittima difesa". I sionisti hanno già scritto la sentenza della commissione di inchiesta sul sanguinoso raid, un capitolo chiuso per loro. Come per i ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna che il 5 luglio hanno accettato l'invito del loro omologo israeliano, il fascista Avigdor Lieberman, di compiere una visita a Gaza, che "verrà svolta in stretto coordinamento con l'Autorità Nazionale Palestinese, in quanto legittima leadership palestinese (non il governo guidato da Hamas e legittimamente eletto, ndr), e con il Governo di Israele". La Turchia correttamente denuncia l'arroganza del regime sionista e decide misure che dovrebbero essere seguite per metterlo al bando, i principali paesi imperialisti europei avallano ancora una volta l'assedio e lo strangolamento della popolazione di Gaza. 14 luglio 2010 |