La vergognosa risoluzione comune del Partito popolare, dei Verdi e dell'Unione per l'Europa delle nazioni è stata votata anche dal gruppo socialista europeo Il parlamento dell'Ue imperialista equipara il comunismo al fascismo La "sinistra" del Gue ufficialmente si astiene Il parlamento europeo chiude significativamente il suo mandato quinquennale con l'approvazione di una inaccettabile e vergognosa risoluzione, basata su calunnie e falsi storici, che equipara il comunismo al fascismo. La risoluzione, sostenuta dal Partito popolare (Ppe/DE), dall'Alleanza dei democratici e dei liberali (Alde), dall'Unione per l'Europa della Nazioni (Uen) e dai Verdi (Verdi/Ale), è stata approvata il 2 aprile scorso con 553 voti favorevoli, 44 contrari e 33 astensioni. Si è espresso a favore anche il gruppo socialista del Pse mentre il gruppo della Sinistra unitaria europea (Gue/Ngl) ha dichiarato l'astensione. Il testo della risoluzione, nella premessa, afferma che il parlamento osserva che, fin dall'inizio, l'integrazione europea "è stata una risposta alle sofferenze inflitte da due guerre mondiali e dalla tirannia nazista, che ha comportato l'Olocausto, e all'espansione dei regimi comunisti totalitari e non democratici nell'Europa centrale e orientale" e che "l'Europa non sarà unita fino a quando non sarà in grado di conseguire una visione comune della propria storia, non riconoscerà il nazismo, lo stalinismo e i regimi fascisti e comunisti come retaggio comune e non avvierà un dibattito onesto e approfondito sui i crimini da essi perpetrati nel secolo scorso". Espletato il compito di equiparare il comunismo al nazismo, la risoluzione nella parte finale "dimentica" il nazismo e passa al sistematico attacco al comunismo: "condanna fermamente e inequivocabilmente tutti i crimini contro l'umanità e le massicce violazioni dei diritti umani commesse da tutti i regimi comunisti totalitari e autoritari". In chiusura la risoluzione chiede che il 23 agosto sia proclamata "Giornata europea del ricordo" delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari, in base al testo adottato dal parlamento lo scorso 9 settembre 2008 che aveva indicato quella data quale "Giornata europea della memoria delle vittime dello stalinismo e del nazismo". Una giornata di commemorazione comune delle vittime e dei carnefici. Il 23 agosto era stato indicato nel documento adottato la scorsa estate perché era la data che "in base ai protocolli segreti del patto Molotov-Ribbentrop del 23 agosto 1939 tra l'URSS e la Germania, l'Europa veniva divisa in due sfere d'influenza". Una palese falsità, sbandierata dall'Europarlamento impegnato a condannare "le deportazioni di massa, le uccisioni e la riduzione in schiavitù perpetrate nel contesto delle aggressioni commesse dallo stalinismo e dal nazismo (notare l'ordine di precedenza, ndr) che rientrano nella categoria dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità". Il testo della risoluzione proposto dai quattro gruppi è stato emendato con alcune aggiunte non sostanziali presentate dal gruppo socialista del Pse che non ha avuto difficoltà a votare a favore. Altrettanto vergognosa la dichiarazione di voto del gruppo Gue/Ngl. Il capogruppo Francis Wurtz ha dichiarato che "il nostro gruppo condanna radicalmente tutti i totalitarismi. Condanna radicalmente lo stalinismo" ma "rifiuta ogni tentativo di banalizzare il nazismo" e quindi "il nostro gruppo rifiuta di partecipare al voto sulla risoluzione". 29 aprile 2009 |