Attraverso la penna di Gravagnuolo "L'Unità" si vanta che è stata la "sinistra" a sdoganare il fascismo Nella sua rubrica apparsa il 7 luglio sull'Unità, Bruno Gravagnuolo, caporedattore per la cultura del quotidiano del PD, rivendica il ruolo della "sinistra" borghese nello sdoganamento della cultura fascista: "È stata proprio la sinistra culturale - afferma Gravagnuolo - a sdoganare certe cose. La cultura europea di destra: Schmitt e lo Heidegger politico, Gentile, Evola, Eliade, etc. E il fascismo stesso come 'biografia della nazione'''. Tutto vero, senza questo sostanziale aiuto della "sinistra" culturale che, in questi ultimi anni s'è data un gran daffare per i fascisti, oggi non dovremmo batterci contro l'immensa colata di fango nero che sommerge l'Italia. Ma alcune precisazioni vanno fatte. Gravagnuolo nelle conclusioni afferma: "Il fascismo? Lo ha sdoganato l'antifascismo". Niente di più falso. Gli intellettuali antifascisti autentici, che piuttosto si sono battuti senza sosta e continuano a farlo per tracciare un solco netto tra cultura di destra e autentica cultura di sinistra, nulla hanno a che vedere con questa sporca operazione antipopolare. La quale è stata piuttosto messa a punto da un'èlite intellettuale, sedicente di "sinistra", legata mani e piedi al gruppo dirigente dei revisionisti del PCI, dapprima, PDS, DS e PD dopo, che hanno fatto dello sdoganamento del fascismo culturale, e con esso di quello politico, una delle ragioni della loro esistenza. Pennivendoli del partito di "opposizione" che hanno cercato un posto al sole nella seconda e nella terza repubblica, coprendo e favorendo ideologicamente la scalata politica del neoduce: un po' come agirono i socialdemocratici turatiani verso Benito Mussolini e la dittatura fascista. 14 luglio 2010 |