Invitato a "TelePavia" per una trasmissione dedicata alla crisi economica e occupazionale e all'immigrazione Urgo invita i giovani, gli operai e le masse a opporsi al governo Letta-Berlusconi "Rilanciare la lotta di classe rivendicando l'abrogazione delle controriforme sociali a partire dalle leggi Treu e 30, ripristinare l'art.18 e strappare alla borghesia una nuova legislazione basata sul lavoro stabile, a salario intero a tempo pieno e sindacalmente tutelato" Dal nostro corrispondente della Lombardia Lunedì 13 maggio, dalle 20 alle 21, presso gli studi di "TelePavia" che si trovano a Vigevano si è svolta la registrazione della puntata settimanale di approfondimento "Tutto il mondo è pavese" dedicata al tema della crisi economica ed occupazionale e della questione dell'immigrazione. In studio il conduttore della trasmissione Francesco De Luca ha invitato a confrontarsi il compagno Angelo Urgo, Segretario del Comitato lombardo del PMLI, con un esponente de LaDestra fascista di Storace, Massimo Granata, assessore alla cultura del Comune di Lomello (Pavia), ed il "Coordinatore Nazionale dei Giovani Amministratori Padani" della Lega Nord, Marco Tombola. Dopo aver mandato in onda un servizio in cui si intervistava l'ex ideologo delle sedicenti "Brigate Rosse", Renato Curcio, De Luca ha chiesto al compagno Urgo di esprimersi sui temi sollevati. Urgo ha ribadito che Curcio non è stato e non è oggi un nostro "maestro" per poi criticarne la teoria della "mondializzazione" perché non considera la divisione in classi antagoniste della società né qualifica l'attuale sistema sociale mondiale come fase suprema del capitalismo ossia l'imperialismo che è alla base delle disuguaglianze tra i paesi ricchi dominanti (dove risiedono i grandi monopoli capitalistici e dove si concentrano maggiormente le merci) e quelli poveri sottomessi (dove languono in povertà i popoli sfruttati e le nazioni oppresse e dove stanno le maggiori fonti di materie prime depredate dai medesimi grandi monopoli capitalistici) che generano i flussi migratori verso il "primo mondo". Il compagno ha quindi denunciato la legge razzista, xenofoba e fascista Bossi-Fini che ha come vero e principale scopo non tanto la limitazione dell'immigrazione dai paesi poveri bensì la riduzione in schiavitù dei lavoratori immigrati "extracomunitari" - a beneficio del padronato e delle mafie - privandoli dei più elementari diritti civili e sociali e sottoponendoli alla repressione ed al ricatto del "reato di immigrazione clandestina" che prevede il carcere e l'internamento nei famigerati CIE. Quando la parola è passata al fascio-leghista Tombola questi, senza nemmeno tentare di confutare le chiare analisi di Urgo sulla legge Bossi-Fini, si è avventurato in un discorso economico facendo risalire l'attuale crisi economica principalmente alla concorrenza nel mercato globale della superpotenza imperialista cinese per poi ripetere le vecchie e decrepite tiritere sul "diffidare delle cose che finiscono con '-ismo'", sul superare "gli steccati ideologici" e le divisioni tra "destra e sinistra" e tra "padrone e operaio" affermando che questi ultimi nelle piccole aziende sono persino "amici". Urgo ha quindi ribadito che la divisione tra padroni ed operai non è una considerazione che dipende da un pregiudizio ideologico bensì da una analisi scientifica dell'odierna società divisa in classi contrapposte e con interessi antagonistici, analisi che quindi si riflette nella scientificamente corretta ideologia marxista-leninista. Il compagno, dopo aver spiegato come quella in corso sia una crisi di sovrapproduzione fisiologica nel capitalismo, ha ribadito come il fine oggettivo, se non soggettivo, della proprietà privata capitalistica dei mezzi di produzione sociale sia comunque incrementare il capitale privato col conseguimento del massimo profitto tramite lo sfruttamento del lavoro salariato, che si tratti di piccoli padroni o di grossi capitalisti, in contrasto coi bisogni e gli interessi degli operai e dei lavoratori. Urgo ha perciò rilanciato l'obbiettivo strategico del PMLI della conquista del socialismo che si basa su un'economia pianificata sui bisogni e gli interessi dei lavoratori che, a differenza del capitalismo, non può conoscere né crisi di sovrapproduzione né disoccupazione. Il fascista storaciano Granata, non avendo da contrapporre alcuna argomentazione, se l'è cavata dichiarandosi addirittura d'accordo con le analisi marxiste senza, ovviamente, condividere la "cura" del socialismo facendo una divisione artificiosa tra "capitalismo buono imprenditoriale" che produce e "capitalismo finanziario cattivo" che specula senza produrre. Urgo ha poi affermato che nell'immediato occorre rilanciare la lotta di classe rivendicando l'abrogazione delle controriforme sociali a partire da quelle contro il diritto al lavoro quali le leggi Treu e 30, ripristinare l'art.18 strappare alla borghesia una nuova legislazione basata sul lavoro stabile, a salario intero a tempo pieno e sindacalmente tutelato. Rispondendo ad una domanda del conduttore il compagno ha sostenuto che il "reddito di cittadinanza" è un diversivo di chi, come i partiti falso comunisti PRC e PdCI, non vuole dar battaglia per il diritto al lavoro. De Luca ha quindi riproposto le immagini della contestazione popolare del ras in camicia verde Borghezio e del banchino della Lega Nord (per raccogliere firme contro la cittadinanza italiana ai figli di immigrati) nel quartiere di Milano dove il giorno prima un immigrato ghanese "clandestino" impazzito ha ucciso tre passanti a colpi di piccone. Tombola ha avuto la sfacciataggine di dire che non si è trattata di strumentalizzazione mentre Urgo glielo ha ribadito giudicando il tragico accaduto omicida anche conseguenza dell'abbrutimento cui sono sottoposti gli immigrati dal regime repressivo, poliziesco e schiavistico al quale sono sottoposti in Italia. In conclusione Tombola, ormai privo di credibilità, ha avuto qualche pietoso conato di vomito anticomunista contro la falce e martello del PMLI per poi insieme a Granata invitare i giovani ad avvicinarsi e dare più fiducia alle istituzioni borghesi, a partire da quelle locali. Urgo, al contrario, ha invitato i giovani, gli operai e le masse lavoratrici e popolari a staccarsi e sfiduciare queste istituzioni partecipando alla lotta di classe sotto le bandiere rosse del PMLI, quindi ha esposto un cartello riportante l'indirizzo del sito nazionale del Partito e ha chiamato ad opporsi al governo Letta-Berlusconi esponendo una riproduzione ridotta del manifesto del PMLI contro il governo col neoduce e il premier raffigurati in orbace. 22 maggio 2013 |