Spiate dalla NSA miliardi di telefonate nel mondo Gli Usa di Obama ci spiano Letta, morbido con Kerry, mentre i servizi segreti negano lo spionaggio Il presidente americano Barack Obama ha affidato alla senatrice democratica Dianne Feinstein il compito di anticipare al New York Times la sua intenzione di chiudere i programmi di spionaggio e intercettazione da parte della National Security Agency (Nsa) verso i leader dei paesi alleati avviati dal suo predecessore Bush e proseguiti finora col suo consenso. Una velina passata alla stampa non ha il valore di una dichiarazione ufficiale ma intanto è una prima ammissione di colpa. Gli Usa spiano anche le concorrenti potenze imperialiste europee e mondiali, e non poco, se è vero che sarebbero 124 miliardi le telefonate intercettate al mese. La Feinstein è presidente della commissione di vigilanza sui servizi segreti del Senato e ha annunciato che la sua commissione "avvierà una revisione profonda di tutti i programmi di intelligence", da portare a termine entro l'anno. La risposta bella e pronta da fornire alle delegazioni governative, prima fra tutte quella tedesca che hanno annunciato una visita alla Casa Bianca per definire quantomeno un patto di "non-spionaggio fra alleati". Al Wall Street Journal la Casa Bianca affidava le confidenze di una fonte interna che sosteneva che Obama "è rimasto per cinque anni all'oscuro, senza sapere che le sue stesse spie stavano intercettando i telefoni dei leader mondiali". E che solo nell'estate ha scoperto "il programma della Nsa che spiava 35 leader mondiali, tra cui diversi alleati". La fonte assegna la scoperta a un "riesame interno" ma è proprio nel giugno scorso che è scoppiata la bomba delle rivelazioni dell'ex agente della Cia Edward Snowden che rivelava come molti paesi erano tenuti sotto controllo da un programma speciale, chiamato Prism, dell'agenzia nazionale di sicurezza (Nsa) che intercettava telefonate, posta elettronica, comunicazioni criptate via fax e dati raccolti dalle microspie. Altre fonti sostengono che Obama sapeva ma in ogni caso anche se fosse vero che "ignorava" una vicenda di tale portata non è meno grave di un Obama informato e consenziente, come sembrerebbe. Se il pentimento fosse vero dovrebbe iniziare dal chiedere scusa, e finora non lo ha fatto, anzi. In ogni caso si tratta di miseri tentativi da parte di Obama di trovare una via di uscita a una vicenda che lo mette sul banco degli accusati. Le motivazioni addotte da Bush che a suo tempo ha messo in piedi la macchina spionistica per "combattere il terrorismo" si sono rivelate una bufala, l'ennesima raccontataci dall'imperialismo americano; Obama l'ha fatta sua e dato il via libera all'opera di spionaggio. Il 28 ottobre, il portavoce presidenziale, Jay Carney, ripeteva ancora che lo spionaggio non ha avuto finalità economiche, quali la sottrazione di segreti tecnologico-industriali o finanziari, ma la prevenzione di attentati terroristici. E cosa c'entrerebbe allora il telefono della Merkel sotto controllo a partire dal 2002, quando era ancora solo una dei leader della Cdu? Il quotidiano tedesco Bild am Sonntag, citando come fonte un funzionario della Nsa, ha scritto che Obama era irritato con Berlino per varie questioni, dalle regole dettate dalla Merkel nella gestione della crisi dell'euro non condivise a Washington alla mancata partecipazione militare tedesca all'aggressione alla Libia. E avrebbe avallato il controllo del suo telefonino. Come aveva già fatto il predecessore Bush quando aveva chiesto ai servizi di controllare quello dell'allora cancelliere socialdemocratico Schroeder, preoccupato dalla sua amicizia con Putin e dal suo no alla guerra in Iraq. Nuovi documenti provenienti dall'archivio di Snowden erano pubblicati il 21 ottobre dal quotidiano francese Le Monde, sulle attività di spionaggio in Francia e dal settimanale tedesco Der Spiegel, su quelle relative alla Germania e alla Merkel in particolare. Seguiva a ruota il quotidiano spagnolo El Mundo con le notizie sullo spionaggio ai danni dei premier di Madrid, da Zapatero all'attuale Rajoy. Dalla mappa delle intercettazioni fornita dai documenti di Snowden risulta che la Nsa, solo nel periodo tra il 10 dicembre 2012 e il 13 gennaio 2013, avrebbe intercettato 124,8 miliardi di telefonate nel mondo, di cui 361 milioni in Germania, 70,2 milioni in Francia, 61 milioni in Spagna, 46 milioni in Italia. Spionaggio messo in atto con i programmi Prism e Swift che catturano i cosiddetti "meta-dati", l'informazione di chi sono gli utenti comunicanti, da dove e quando lo fanno. Se gli algoritmi che analizzano i meta-dati e cercano le parole chiave definite segnalano qualcosa di sospetto scatta l'intercettazione dei contenuti della comunicazione. Un meccanismo applicato alle telefonate come alla posta elettronica, dal cellulare della Merkel alle email del presidente messicano Felipe Calderón la cui posta elettronica veniva dirottata dalla Nsa direttamente sui propri server di Washington. Fra le reazioni registriamo quelle di Berlino, del ministro dell'Interno tedesco, Hans-Peter Friedrich, che ha affermato che "lo spionaggio è un reato e quanti ne sono responsabili devono risponderne davanti alla giustizia" mentre il portavoce del governo, Steffen Seibert, affermava che la Germania sta indagando sul caso e "se si dimostrasse vero, sarebbe una grave rottura della fiducia tra i due paesi". Per lo spagnolo Rajoy la rivelazione, quando fosse confermata, rivelerebbe un evento "improprio" nella relazione tra due Paesi "amici e alleati". Almeno l'inglese Cameron non è ipocrita, non ha dubbi e ha affermato che i servizi di intelligence "sono guidati correttamente", quelli americani e quelli inglesi che hanno collaborato su molti fronti. Per quanto riguarda l'Italia registriamo la dichiarazione del 26 ottobre del portavoce del governo che affermava: "abbiamo la parola americana che in Italia non sono state condotte operazioni ostili verso uomini del governo o delle istituzioni". E le 46 milioni di intercettazioni a chi sarebbero state fatte? Le notizie provenienti dai documenti di Snowden, secondo i servizi segreti italiani, andrebbero prese con le pinze, perché a loro non risultano "evidenze" sulle telefonate spiate in Italia, non gli risultano. Invitavano comunque a distinguere tra spionaggio e monitoraggio. Cambia il nome ma è la stessa cosa. Una posizione complice e vergognosa in linea con quelle tenute dal primo minsitro Enrico Letta nel vertice del 23 ottobre a Roma col segretario di Stato americano John Kerry. Il premier italiano, citano le cronache dell'incontro, ha "posto la questione del datagate", sottolineando la "necessità di verificare la veridicità delle indiscrezioni" su eventuali "violazioni della privacy". Ha riscontrato un "atteggiamento cooperativo" da parte degli Usa che sono impegnati a "trovare il giusto equilibrio tra la protezione della sicurezza e la privacy dei nostri cittadini", come ha affermato Kerry. Il segretario di Stato americano ha garantito che la ricerca di equilibrio "proseguirà come proseguiranno le nostre strette consultazioni con i nostri amici, inclusa l'Italia". Un bell'incrocio di fioretto, dello stesso tipo di quello tra il presidente del Senato Pietro Grasso e il vicepresidente americano Joe Biden. "La legge italiana sulle intercettazioni non risulta violata", ha affermato Grasso al termine dell'incontro con Biden. Il vicepresidente americano "ha riconosciuto le nostre preoccupazioni e si è detto disponibile a discutere nei dettagli i termini della nostra cooperazione in tema di antiterrorismo", affermava Grasso ancora imbambolato di fronte alle panzane americane sulla lotta al terrorismo. "La Nsa porta avanti molte attività spionistiche anche sui governi europei, incluso quello italiano", denunciava Gleen Greenwald, il giornalista americano che custodisce i file di Edward Snowden e rivelava che anche i servizi inglesi, con un programma chiamato Tempora, spiano le comunicazioni sui cavi di fibre ottiche che trasportano telefonate, mail e traffico Internet del nostro paese. Informazioni raccolte dal Gchq, il Government Communications Head Quarter, che venivano scambiate con l'Nsa americana e che non riguardano solo la lotta al terrorismo ma anche informazioni utili a individuare "le intenzioni politiche dei governi stranieri". Può darsi che Letta e Grasso abbiano sbagliato, invece che agli Usa forse dovevano chiedere spiegazioni a Cameron. Intanto la Nsa sta completando la costruzione di un gigantesco complesso per ospitare una banca dati in Utah e ha annunciato l'intenzione di potenziare la sua capacità di intercettazione da 2 miliardi a 20 miliardi di comunicazioni al giorno. Non torna indietro. Come ha affermato il direttore della Nsa in una recente intervista "innanzitutto non si tratta di spionaggio. Parliamo di due programmi, "Business record" o Faisa o Metadata, e Prism. Servono a difendere il paese dal terrorismo e altre cose". 30 ottobre 2013 |