Lo rivela il "Washington Post" Usa e Ue preparano uno scudo anti-missili per "difendersi da attacchi iraniani" Dal 2011 uno scudo antimissile americano, col consenso europeo, dovrebbe entrare in funzione nell'Europa meridionale per rafforzare il sistema di difesa contro la "minaccia iraniana". Lo ha rivelato a fine luglio il Washington Post, che in base a informazioni raccolte informalmente da responsabili del Pentagono, ha parlato di un accordo in via di definizione promosso dalla difesa americana per installare un potente radar in Turchia o in Bulgaria. L'accordo, secondo il giornale americano, permetterebbe di rendere operativo il sistema antimissile nel 2011 mentre contemporaneamente gli Stati Uniti stanno lavorando con Israele e con Paesi arabi alleati nel Golfo per costruire e ammodernare le loro capacità di difesa antimissile. Lo scudo nell'Europa meridionale e le difese antimissile in Israele e nel Golfo sono concepite dal Pentagono per far parte di un sistema di comando e controllo gestito dagli Usa. Un pezzo di tale programma è in funzione già dal 2008 con l'installazione di una stazione radar in Israele, gestita da personale statunitense, che fornisce informazioni alle navi americane che operano nel Mediterraneo. In particolare agli incrociatori e cacciatorpediniere di classe Aegis con sistemi di difesa antimissile dispiegati dallo scorso anno nella regione. Si tratta dell'evoluzione dello scudo concepito da Bush, che lo voleva basato a terra in Polonia e Repubblica Ceca, che Osama ha sviluppato per avere un'arma più flessibile entro il 2020, basato su navi, e non solo le tre già schierate col sistema Aegis, che possono essere facilmente spostate in aree ritenute utili per contrastare il "pericolo iraniano". 8 settembre 2010 |