Tenuta a "battesimo" da Napolitano La portaerei Cavour riceve la bandiera di combattimento L'ammiraglia da guerra della terza repubblica pronta a difendere gli interessi dell'imperialismo italiano in ogni angolo del globo Il 10 giugno, nell'ambito della festa della Marina Militare Italiana, si è svolta nel porto di Civitavecchia la cerimonia di consegna della bandiera di combattimento alla nuova portaerei Cavour "fiore all'occhiello" dell'imperialismo italiano. Il varo dell'ammiraglia da guerra della terza repubblica è stata tenuta a "battesimo" da Vittorio Emanuele Napolitano ed è stato salutato dalle classiche 21 salve di cannone sparate della nave scuola Amerigo Vespucci. Presenti alla cerimonia anche i ministri della Difesa e dell'Interno, La Russa e Maroni, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, gli ex ministri della Difesa Arturo Parisi e Antonio Martino e il sindaco di Torino Sergio Chiamparino che ha consegnato a nome del capoluogo piemontese la bandiera alla nave suggellando così il rapporto ideale che lega la città alla figura di Cavour. Una cerimonia "molto suggestiva" ha commentato Napolitano che ha intonato l'inno di Mameli unendo la propria voce a quella di centinaia di marinai schierati sul ponte di comando. "In occasione della celebrazione del 91esimo anniversario dell'impresa di Premuda - ha aggiunto Napolitano nel suo messaggio - rivolgo il mio pensiero commosso a tutti i marinai caduti per la Patria. L'Italia ne serba vivo il ricordo e li onora... La diffusa conflittualità e le tensioni che caratterizzano il panorama mondiale si riverberano anche sul mare, teatro di episodi criminosi che compromettono la sicurezza delle grandi vie di comunicazione e i commerci. A fronte di queste nuove sfide, la Marina militare garantisce un contributo fondamentale alle missioni internazionali e al controllo delle acque di interesse del nostro paese e dimostra costantemente, con la professionalità del proprio personale e l'eccellenza delle unità impiegate, la valenza del suo ruolo negli attuali scenari strategici. Sempre aperta all'innovazione ed all'avanguardia nell'adozione delle tecnologie emergenti, la Forza armata si appresta inoltre a dare il proprio qualificato apporto al processo di razionalizzazione di recente avviato, sulla base dei nuovi compiti da assolvere e delle risorse finanziarie disponibili, al fine di conferire allo strumento militare nel suo complesso le necessarie capacità operative. Con questi sentimenti, nel giorno in cui viene consegnata la bandiera di combattimento alla nuova ammiraglia, la portaerei Cavour, desidero far giungere agli uomini e alle donne di ogni grado e specialità nonché al personale civile della Forza armata, in servizio ed in congedo, i miei più fervidi voti augurali unitamente a quelli di tutti i cittadini italiani. Viva la Marina militare, viva le Forze armate, viva l'Italia!". Un gesto, ha sottolineato il capo di stato maggiore della Marina militare, Paolo La Rosa: "che segna la consacrazione definitiva della Nave al servizio della Patria" e che si lega direttamente alla politica imperialista del fascismo. Mentre La Russa ha ricordato che "uomini e mezzi della forza armata sono oggi impegnati, come in passato, nei più diversi teatri operativi, in Medio Oriente, in Kosovo, in Afghanistan, nell'Oceano Indiano e nel Mediterraneo". Non a caso per il varo della Cavour è stata scelta proprio la ricorrenza della Festa della Marina Militare istituita da Mussolini il 13 marzo 1939 per celebrare l'anniversario dell'impresa di Premuda del 10 giugno 1918 quando, nel corso della prima guerra mondiale imperialista, il comandante Luizi Rizzo e il guardiamarina Giuseppe Aonzo, al comando dei "Mas 15" e "Mas 21", attaccarono una formazione navale austriaca provocando l'affondamento della corazzata Santo Stefano. La portaerei Cavour (comandata dal capitano di vascello Gianluigi Reversi, 46 anni) rappresenta, a detta di La Rosa: "una sintesi di qualità ingegneristiche e tecnologiche nazionali. La risposta, forse la più efficace del panorama navale, alle più attuali e pressanti esigenze operative sul mare". Infatti è la prima vera portaerei italiana (la Garibaldi è classificata incrociatore tuttoponte) e rappresenta il fiore all'occhiello dell'imperialismo italiano. È costata 1.300 milioni di euro. Un mostro di quasi trentamila tonnellate di acciaio spinte in acqua dal motore non nucleare più potente al mondo, in grado di sviluppare una potenza di centoventimila cavalli. È lunga 240 metri, larga 39, capace di raggiungere la velocità continuativa di 28 nodi e con un'autonomia di 7.000 miglia (a 16 nodi). Può trasportare venti velivoli, tra aerei e elicotteri, forze e mezzi anfibi. L'equipaggio è composto da 451 persone, ma vi sono alloggi per 1.200. Dalla firma del contratto sono passati 9 anni, sette dal taglio della prima lamiera avvenuto nel cantiere militare di Fincantieri, a Riva Trigoso, di cui gli ultimi quattro trascorsi nei cantieri del Muggiano a La Spezia dove sono stati ultimati i lavori di allestimento di tutte le strutture e gli apparati da guerra di cui dispone e sono state effettuate tutte i collaudi: impostazione sullo scalo, varo, galleggiamento, collaudi e prove a mare. La Cavour nasce come la figlia prediletta, sebbene nemmeno l'ultima, della politica imperialista e militarista dell'Italia. Già il fascismo cercò di dotarsi di una sua portaerei ma solo col governo Craxi, che nel 1985 formulò le "nuove" basi di intervento militare della Marina contenute nel "Libro bianco della difesa" e col "nuovo modello di difesa" il progetto di una portaerei riprese vigore nella realizzazione della Garibaldi. Da allora, senza soluzione di continuità, l'escalation al riarmo dell'imperialismo italiano ha trovato il sostegno di tutti i governi compresi Prodi, D'Alema e infine Amato sotto il quale fu definito il contratto per la costruzione della portaerei. Nel luglio 2001, all'indomani dell'insediamento del governo del neoduce Berlusconi, è iniziata la costruzione che è proseguita speditamente con il secondo governo di "centro-sinistra" guidato da Prodi e ora col nuovo Mussolini tornato a Palazzo Chigi è stata completata l'opera. 8 luglio 2009 |