L'anticomunista Vendola sposta a destra il governo della Puglia Estromette un esponente del PRC e accoglie un ex-PDL ora montiano Dal corrispondente della Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" di Bari Successivamente all'elezione al Parlamento di alcuni assessori della Giunta regionale pugliese, l'anticomunista Nichi Vendola non si è fatto sfuggire tale occasione per realizzare un "rimpasto" della giunta portandola ancor di più a destra. Fra i "nuovi" volti vi sono Rosa Stanisci (ex sindaco di San Vito dei Normanni nonché ex parlamentare del PD), di Antonio De Caro (capogruppo regionale del PD), di Leo Caroli (primo fra i non eletti della lista SEL durante le ultime elezioni regionali) e di Fabrizio Nardoni (ex segretario della Cgil a Brindisi e proveniente da "Puglia per Vendola"). In tale rimpasto della giunta spiccano due dati assai importanti: in primo luogo l'ingresso di Leonardo Di Gioia, un ex consigliere regionale del PDL poi passato a Monti. La sua biografia politica fa facilmente intuire quanto forte sia stata la "virata" senza se e senza ma operata dall'imbroglione Vendola. Di Gioia nel 2004 è stato capogruppo consiliare di Foggia con AN, nel 2008 è già stato assessore nella Giunta regionale nelle file del PDL e da qui ha sempre rivolto obiezioni, critiche e attacchi da destra contro l'operato di Vendola portando avanti nel 2011 una campagna volta a contraddire la politica economica del governatore della Puglia; passò quindi a FLI ma si è poi schierato con Monti cercando, vanamente, di essere eletto alla Camera. Secondo fatto saliente fra le scelte operate da Vendola è l'eliminazione di Maria Campese di Rifondazione sebbene quest'ultima lo abbia fedelmente sostenuto durante sia le primarie sia le elezioni pugliesi. Ciò ha persino portato il segretario del PRC, il falsocomunista e trotzkista Paolo Ferrero, a definire Vendola "... un campione di trasformismo". L'operazione condotta da Nichi Vendola, che ha portato persino la sua base sui social network a protestare e a esprimere rumorose disapprovazioni, lo ha ulteriormente smascherato come uno spregiudicato politicante borghese campione nei maneggi necessari per restar saldamente ancorato al suo "trono" trasformando ulteriormente la Giunta regionale in un suo dominio personale totalmente spostata a destra e subalterno in tutto al PD di Bersani. 27 marzo 2013 |