Al vertice di Bucarest La Nato dà il via libera allo "scudo" antimissile e rafforza il contingente di occupazione in Afghanistan L'Alleanza atlantica si allarga in Albania e Croazia e prossimamente in Ucraina e Georgia. Rimane in attesa la Macedonia. Bush d'accordo sul rafforzamento della difesa della Ue La Francia di Sarkozy rientrerà nel comando militare Dal vertice della Nato che si è svolto dal 2 al 4 aprile scorsi a Bucarest Bush ha portato a casa due significativi risultati: l'appoggio degli alleati alla costituzione dello "scudo" antimissile in Polonia e Repubblica Ceca e il rafforzamento del contingente di occupazione imperialista in Afghanistan. Ha mancato di poco il terzo obiettivo, quello di dare il via alle procedure di adesione all'alleanza militare imperialista di Ucraina e Georgia, rinviate al prossimo dicembre, ma intanto entrano Albania e Croazia. Il fuoco di fila scatenato dalla Russia contro l'ingresso nella Nato dei due paesi vicini ha trovato una sponda in Francia e Germania, con Sarkozy e la Merkel preoccupati di non guastare oltre, dopo lo scontro sul Kosovo, i rapporti con Putin e impegnati a ridare al tandem franco-tedesco il ruolo di guida dei paesi imperialisti europei. Nel documento finale del vertice si afferma che è necessario "mantenere un impegno saldo e a lungo termine condiviso sull'Afghanistan", da parte dei 26 paesi membri, oltre che dei 14 non appartenenti alla Nato che prendono parte alla missione Isaf. Pieno accordo nell'accettare buona parte delle richieste americane e canadesi per un rafforzamento delle forze di occupazione che passeranno dagli attuali 47 mila uomini, di cui 2350 italiani, a circa 50mila. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha annunciato l'invio di un battaglione, circa 800 uomini, entro l'estate, altri rinforzi arriveranno da altri paesi tra cui Gran Bretagna, Polonia e Georgia. Il consigliere di Bush per la Sicurezza nazionale Stephen Hadley ha affermato che "per avere successo in Afghanistan dobbiamo fare di più, è un impegno di lungo periodo, dovremo cambiare composizione delle truppe e tattiche di guerra". Il rafforzamento dell'Isaf sarà quindi numerico ma anche qualitativo e in questo quadro probabilmente si muoverà l'Italia che secondo il ministro Parisi si disimpegnerà gradualmente dal presidio di Kabul e rafforzerà gli interventi contro la resistenza nella regione ovest di Herat, dove gli scontri sono sempre più frequenti. I leader dei 26 paesi hanno espresso il sostegno al progetto Usa per il dispiegamento dello "scudo" antimissile nell'Europa orientale. Nel documento si legge che "la proliferazione dei missili balistici pone una minaccia crescente alle forze alleate, ai loro territori e popolazioni", come sbandierato da tempo dagli Usa che indicano l'inesistente pericolo proveniente dagli arsenali missilistici di Iran e Corea del Nord. I paesi della Nato per la prima volta hanno approvato all'unanimità il "dispiegamento di installazioni statunitensi di difesa missilistica basate in Europa", affermando che esse forniranno un "sostanziale contributo alla protezione degli Alleati da missili balistici a lungo raggio". La Nato lavorerà inoltre per creare un sistema complementare per proteggere anche i quattro paesi (Grecia, Romania, Bulgaria e Turchia) che resterebbero fuori "dall'ombrello protettivo" Usa. Da ricordare che il governo Prodi non ha neppure atteso il via libera della Nato e già nel febbraio 2007 ha firmato segretamente al Pentagono un vergognoso accordo bilaterale sullo "scudo". Che permetterà agli Usa che lo controllano di controllare con più efficacia di oggi sia il territorio russo che l'intero territorio europeo. Al vertice di Bucarest la Nato ha formalmente invitato l'Albania e la Croazia ad aderire all'Alleanza Atlantica, inglobando altri due paesi dell'Est europeo. All'ultimo momento è rimasta fuori la Macedonia, la ex repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom), per l'opposizione della Grecia che non intende riconoscere il paese con lo stesso nome della sua regione settentrionale. Sono invece rimaste al palo Ucraina e Georgia. Nonostante le pressioni fino all'ultimo da parte di Bush che ha sostenuto la "rivoluzione arancione" di Kiev e che voleva dare un riconoscimento alla Georgia che collabora già alle occupazioni imperialiste in Iraq e Kosovo, e ha promesso per settembre 500 soldati anche per l'Afghanistan. Putin era stato esplicito: un allargamento della Nato fino ai confini della Russia "è una minaccia esplicita alla sicurezza nazionale". Francia e Germania avevano annunciato che si sarebbero opposte perché non vi sarebbero, oggi, le condizioni per l'ingresso dei due paesi. "Abbiamo convenuto che questi Paesi diventeranno membri della Nato", ha spiegato il segretario generale dell'Alleanza, l'olandese Jaap de Hoop Scheffer, "sosteniamo la loro richiesta di un Piano d'azione per l'adesione e avvieremo un dialogo ad alto livello per affrontare le questioni ancora aperte". E ha indicato che il prossimo dicembre, all'incontro dei ministri degli Esteri dell'Alleanza, ci sarà per la prima verifica per potere dare l'avvio al Map (Membership Action Plan), il processo che definisce le condizioni dell'adesione. Su questo punto Bush ha dovuto cedere a Putin e al tandem franco-tedesco che a Bucarest, con la Gran Bretagna di Brown in seconda fila, ha fatto da riferimento e traino anche per gli altri paesi europei. Durante la cena di mercoledì 2 aprile Bush ha parlato della "necessità di una difesa europea che faccia da complemento all'alleanza". E il presidente francese Sarkozy ha preso la palla al volo ha affermato: "costruiamo il polo difensivo europeo e noi parallelamente ci avvicineremo alla Nato". Annunciando nel contempo il rientro della Francia nelle strutture di comando della Nato da cui si era ritirato l'allora presidenrte De Gaulle nel 1966 per protestare contro l'egemonia americana in Europa. Al termine del vertice, in una conferenza stampa congiunta con Sarkozy il cancelliere tedesco Angela Merkel ha sottolineato che "senza gli Stati Uniti per noi europei sarebbe stato impossibile superare la Guerra Fredda. Ma se Francia e Germania lavorano insieme sono in grado di difendere i loro interessi". E insieme hanno annunciato che nel 2009 il vertice per i 60 anni della Nato si terrà per la prima volta contemporaneamente in due località dei loro due paesi, a Strasburgo e Kehl. 23 aprile 2008 |