Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica si alleano Il vertice Brics in Cina dà vita a una nuova alleanza imperialista La città di Sanya, nell'isola cinese di Hainan, ha ospitato il 14 e 15 aprile scorsi il terzo summit annuale delle cosiddette economie emergenti, il gruppo chiamato Bric, l'acronimo formato dalle iniziali di Brasile, Russia, India, Cina cui nell'occasione si è aggiunto quale nuovo socio il Sudafrica. Il vertice, che nella nuova composizione è divenuto brics, aveva all'ordine del giorno la discussione su temi economici quali la lotta all'inflazione, la situazione dei mercati valutari e della crescita economica. E di questo hanno parlato i presidenti cinese Hu Jintao, brasiliana Dilma Rousseff, russo Dmitry Medvedev, sudafricano Jacob Zuma e il primo ministro indiano, Manmohan Singh. Ma dal lungo documento in 32 punti, intitolato "Visione ampia, prosperità condivisa", prodotto dal vertice e dagli esiti degli incontri bilaterali svoltisi a margine risulta piuttosto che i Brics hanno deciso di dare corpo a una nuova alleanza imperialista che ha lanciato la sfida alle concorrenti Usa, in primo luogo, e Unione europea (Ue). I cinque capi di Stato e di governo non hanno messo in secondo piano i temi politici a partire dalla vicenda della Libia, trattata nel documento ufficiale con una chiara critica all'intervento militare guidato in prima battuta dai loro concorrenti Usa, Francia e Gran Bretagna e in seguito dalla Nato, su mandato dell'Onu. Il loro appoggio è andato alla ricerca di una soluzione negoziata dalle parti libiche col contributo nel ruolo di mediatore da parte dell'Unione Africana. I cinque hanno insistito sul fatto che l'uso della forza deve essere evitato e che l'unità e l'integrità territoriale di ogni nazione deve essere rispettata. Principi giusti ma dettati soprattutto dalla preoccupazione in particolare della Cina di essere tagliata fuori dallo sfruttamento del petrolio libico. Hanno inoltre sottolineato come sia necessaria una riforma globale dell'Onu e del suo organo direttivo, il Consiglio di sicurezza di cui sono membri permanenti solo Cina e Russia, affinché ne sia migliorata l'efficacia e la rappresentatività, o meglio il loro peso in quanto potenze emergenti. Ovvia la sottolineatura nel documento finale della soddisfazione per l'adesione al gruppo del Sudafrica, espressione della forza economica del paese africano e della crescente penetrazione economica e influenza della Cina, ma anche dell'India, nel continente in aperta concorrenza con gli Usa e le ex potenze coloniali europee. I Brics hanno deciso inoltre di rafforzare in "modi graduale e pragmatico" l'agire del gruppo sia sul piano economico e finanziario che nell'azione diplomatica, impegnandosi a definire posizioni comuni da sostenere con maggior peso nella riunione degli organismi internazionali, dall'Onu all'organizzazione mondiale del commercio (Wto, nella sigla inglese), dal G20 alle conferenze Onu sul clima e altri argomenti. Primo impegno comune la sponsorizzazione dell'ingresso della Russia nell'Organizzazione mondiale del commercio. Rinsaldati gli obiettivi politici, i Brics hanno lanciato la sfida alle concorrenti imperialiste, soprattutto alla finora prima potenza mondiale Usa, a partire dalle questioni economiche e finanziarie. I Brics hanno dichiarato il loro impegno a sostenere la riforma e il miglioramento del sistema monetario internazionale dato che il sistema nato dagli accordi di Bretton Wood che ha messo al centro il dollaro sarebbe ormai obsoleto e occorre quindi "un nuovo e più ampio meccanismo valutario che assicuri più stabilità e meno incertezza all'economia mondiale", come ha spiegato un membro della delegazione cinese. "La crisi finanziaria internazionale ha messo in luce le lacune e le carenze dell'attuale sistema monetario e finanziario internazionale" hanno scritto i cinque nel documento finale, ribadendo che le istituzioni finanziarie internazionali dovrebbero dare maggiore voce e rappresentanza ai paesi emergenti, i loro, e alle nazioni in via di sviluppo. E hanno rilanciato la proposta della creazione di una alternativa al dollaro nel sistema monetario internazionale, con la costituzione di un nuovo riferimento costituito da un paniere di valute, comprese le loro. Intanto le banche centrali dei cinque paesi, in base al piano redatto dalla conferenza dei ministri dell'Economia, definivano un accordo per accendere crediti reciproci nelle rispettive valute; gli scambi tra la Russia e la Cina ad esempio potranno essere regolati col pagamento diretto in rubli o in yuan, abbandonando il dollaro. Il tema dei rapporti commerciali tra i cinque paesi, con uno sbilanciamento di quelli di Brasile, India, Russia e Sudafrica a favore della Cina, era uno dei più delicati per ridurre le contraddizioni interne del nuovo blocco imperialista. In uno degli incontri a latere del vertice tra i ministri del Commercio, il rappresentante cinese assicurava che diventerà prioritario per Pechino l'aumento delle importazioni delle merci e non solo delle materie prime dagli altri partner. Una soluzione che potrebbe ripercorrere quella già definita tra Cina e Brasile. La Cina è attualmente il primo partner commerciale del Brasile da cui importa materie prime e derrate alimentari e dove compra terreni e aziende. Una relazione che sarà riequilibrata con il permesso dato da Pechino al Brasile di produrre aerei in Cina mentre le multinazionali cinesi si sono impegnate a costruire grandi poli tecnologici in Brasile con trasferimenti di conoscenze, in particolare nell'area del software. Se il meccanismo funzionerà, potrà essere replicato con gli altri paesi e ridurre le materie di conflitto. E favorire la costituzione dell'alleanza imperialista che si pone in concorrenza intanto sul piano economico e finanziario ma anche politico e militare con gli Usa e l'altra protagonista Ue. Dalla loro parte hanno materie prime, tecnologia, riserve finanziarie notevoli e una crescita economica superiore a Usa e Ue. Il vertice di Sanya ha sancito il passaggio del gruppo da quattro a cinque ma la ricerca di nuovi alleati è aperta. La Cina ha confermato l'interesse ad allargare il gruppo e in lista di attesa ci sarebbero Indonesia, Messico, Corea del Sud, Turchia. 4 maggio 2011 |