Il vertice di Lisbona vara la nuova Nato universale per combattere chi si oppone ai paesi imperialisti Usa e Ue Accordo sullo scudo antimissile aperto alla Russia. L'Isaf si ritirerà dall'Afghanistan entro il 2014 ma vi lascerà delle truppe per "addestrare e assistere" l'esercito di di Kabul. Obama ringrazia Berlusconi, il quale invierà in Afghanistan altri 200 carabinieri Il vertice Nato che si è tenuto a Lisbona il 19 e 20 novembre ha registrato la rafforzata intesa fra i paesi imperialisti, dagli Usa a quelli dell'Unione europea (Ue) e con il coinvolgimento della Russia, sui principi strategici della nuova organizzazione militare universale orientata a combattere chi si oppone loro. Un accordo sigillato dall'approvazione del progetto di scudo antimissile di Barack Obama, che tira dentro la Russia di Medvedev e Putin finora contrari, e dall'indicazione della via di uscita dal pantano dell'occupazione dell'Afghanistan con un piano camuffato di ritiro che lascerà comunque una parte delle truppe imperialiste nel paese. Ai lavori del vertice hanno partecipato i 28 leader dei paesi membri della Nato e di altri 20 paesi coinvolti nell'Isaf, il contingente di occupazione dell'Afghanistan, con in più il presidente afghano Hamid Karzai e il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon. In coda al vertice Nato si è tenuta una sessione del Consiglio Nato-Russia e il vertice bilaterale Ue-Usa, con la partecipazione dei presidenti della Commissione e del Consiglio Ue, Manuel Barroso e Herman Van Rompuy. La prima questione trattata a Lisbona riguardava il nuovo ruolo e il nuovo concetto strategico assegnato alla Nato e messo in atto con l'occupazione dell'Afghanistan, la maggiore operazione militare della sua storia dove sono schierati 150 mila uomini, ben al di fuori dei suoi confini. Non più da tempo un'alleanza difensiva ma un'alleanza in guerra proiettata verso Oriente. La nuova strategia è stata elaborata nel corso dell'ultimo anno da un'apposita commissione di saggi presieduta dalla ex segretario di Stato Madeleine Albright. Nel riaffermare l'articolo 5, secondo il quale un attacco contro uno degli Stati membri è un attacco contro tutti, i paesi Nato confermano il concetto di difesa collettiva che però vierne esteso alla protezione contro le "nuove minacce", dagli attacchi terroristici di ogni tipo, dalle armi di distruzione di massa fino alla protezione delle fonti di approvvigionamento dell'energia. Da "alleanza di difesa collettiva" il Patto Atlantico si trasforma formalmente in "organizzazione di sicurezza" che ne estende le possibilità di intervento in ogni parte del mondo. Nella sessione del 19 novembre il vertice ha dato il via libera al nuovo sistema antimissile della Nato, lo scudo antimissile progettato dall'amministrazione Bush che Obama, in una versione più estesa, realizzerà in Europa con l'assenso e la collaborazione degli alleati. Nella dichiarazione finale di Lisbona, i capi di stato e di governo dei paesi della Nato hanno annunciato di aver "deciso di sviluppare una capacità di difesa missilistica per proteggere tutte le popolazioni europee della Nato, il loro territorio e le loro forze, e invitato la Russia a cooperare con noi". In prima battuta gli Usa dislocheranno entro il 2011 in Europa una serie di missili intercettori a bordo di navi da guerra. Entro i successivi 4 anni saranno installati altri vettori con base a terra, nell'Europa centrale e meridionale. Romania e Bulgaria hanno già messo a disposizione il proprio territorio mentre in Polonia, che era partita già col vecchio progetto di Bush, è in corso l'installazione di una batteria di missili Patriot, nella città baltica di Morag a pochi chilometri dal confine con la Russia. Il radar di guida dei vettori che in origine avrebbe dovuto essere installato nella Repubblica ceca, sarà sostituito da un sistema collegato in rete e basato su aerei, satelliti e sensori terrestri da posizionare in vari paesi, probabilmente anche in Italia per coprire il lato meridionale dell'alleanza. Una rete che dovrebbe interagire anche con quella della Russia. E questo era il passaggio decisivo che aveva portato al via libera alla nuova versione dello scudo antimissile da parte di Mosca e era ratificato a Lisbona dall'incontro tra Obama e Medvedev nella riunione del Consiglio Nato-Russia. Nel documento conclusivo del vertice non sono nominati i paesi che rappresenterebbero una minaccia missilistica per la Nato, così come aveva preteso la Turchia; è stata respinta la richiesta di Sarkozy di citare in particolare l'Iran e la Siria ma è evidente che sono loro i "paesi canaglia" cui la Nato si riferisce, una volta risolta la contraddizione con la Russia che era il principale obiettivo dello scudo di Bush. Altra questione centrale discussa al vertice è stata quella dell'Afghanistan, del ritiro della maggior parte del contingente di occupazione. Il documento finale parla di "transizione", cioè il trasferimento della sicurezza del paese alle forze del governo fantoccio di Karzai, non di un ritiro per non dare il senso di una sconfitta ma anche perché parte delle forze imperialiste resteranno nel paese. Il ritiro delle truppe di combattimento avrà inizio nei primi mesi del 2011 e sarà completato entro la fine del 2014; entro la data stimata per passare la responsabilità del controllo del territorio di tutto il paese alle forze di Kabul. Nella dichiarazione diffusa dopo la riunione della sessione con tutti i paesi partecipanti all'Isaf si afferma che "la transizione sarà legata alle condizioni sul campo, non dettata sul calendario", quindi una parte delle truppe dovranno rimanere in Afghanistan anche dopo il 2014, per il tempo che sarà definito da una "partnership a lungo termine" col regime di Kabul. "Se i talebani o chiunque altro pensa di poterci cacciare, si sbaglia: resteremo fino a quando sarà concluso il nostro lavoro, anche dopo la fine del processo di transizione", ha specificato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen. Le truppe da combatimento se ne andranno e saranno sostituite da "addestratori". Fra questi ce ne saranno altri 200 provenienti dall'Italia come annunciato da Berlusconi: "l'Italia è presente in Afghanistan sin dall'inizio della missione Isaf e ultimamente ci è stato chiesto da Obama e da Rasmussen un aiuto dei nostri addestratori. Comunico che ne invieremo altri 200, portando in questo modo la presenza dei nostri uomini e delle nostre donne a 4.213". Una decisione che gli è valsa l'immediato ringraziamento da parte di Obama che lo "ha personalmente ringraziato per la leadership italiana" nell'attività di formazione e di addestramento in Afghanistan secondo quanto riportato dal ministro degli Esteri Franco Frattini. Il 20 novembre è stata anche la giornata della manifestazione del movimento pacifista contro il vertice Nato quando almeno 30 mila dimostranti sono sfilati da Praca Marques de Pombal a il Rossio, lungo la Avenida da Libertade. Per impedire le manifestazioni la polizia portoghese aveva attuato le consuete misure per blindare la città con sbarramenti agli ingressi della città, la creazione di zone con accesso vietato attorno alle sedi del vertice e la decisione della sospensione temporanea degli accordi di Schengen sulla libera circolazione per impedire l'arrivo di manifestanti da altri paesi. Durante i controlli negli aeroporti e alle dogane la polizia ha arrestato una decina di persone e bloccato alla frontiera 150 pacifisti. Altre decine di manifestanti erano arrestati anche durante le proteste e i sit in del 19 novembre nei pressi della zona rossa. 24 novembre 2010 |